mercoledì 14 febbraio 2024

Gli scritti di San Paolo — EPISTOLA AGLI EFESINI (IL PIANO DIVINO DELLA REDENZIONE)

 (segue da qui)

3. IL PIANO DIVINO DELLA REDENZIONE

Cosa insegna questo Paolo fittizio? In 1:6 ci parla della redenzione che abbiamo ottenuto. Egli disvela in seguito sotto i nostri occhi il piano di quella redenzione nella dissertazione del capitolo 2 che considera l'uomo in due momenti: innanzitutto prima dell'intervento del «Dio ricco di misericordia», poi dopo quell'intervento. Nel primo periodo eravamo morti per i nostri peccati. Noi viviamo «secondo l'eone di questo mondo, secondo il principe della potenza dell'aria, conformemente allo spirito che agisce ora nei figli dell'incredulità». Eravamo schiavi della carne e per natura «figli dell'ira». Trovandoci in quella situazione terribile, Dio ci ha vivificato per mezzo del Cristo, ci ha resuscitati con lui, ci ha fatto sedere nel cielo. Noi siamo la sua opera, siamo stati creati nel Cristo Gesù che ha annientato la legge dei comandamenti e ha formato in ciascuno di noi l'uomo nuovo.

Conosciamo la provenienza della resurrezione di cui ci è detto qui che siamo sin d'ora beneficiari; essa è un dogma della teologia marcionita (pag. 105). E la distruzione della legge dei comandamenti, vale a dire della legge mosaica ne è un altro (pag. 107). Questi due risultati acquisiti ci danno la chiave di certe espressioni che, prese isolatamente, sarebbero oscure. L'«eone di questo mondo» è il Creatore. Questo dio crudele, che vuole solo il nostro male, ci ha dato un corpo di carne espressamente per indurci al peccato e per avere in seguito un motivo legittimo per sfogare su di noi la sua ira. Siamo quindi veramente «figli dell'ira per natura», poiché la nostra natura carnale produce automaticamente i peccati di cui il Creatore trarrà in seguito vendetta. Ma noi siamo anche, sin dalla nostra redenzione, «l'opera» (ciò che la Vulgata chiama factura) del Dio buono; siamo addirittura «creati» nel Cristo Gesù, non per il nostro corpo di carne che appartiene solo al Creatore, ma mediante «il nuovo uomo» (2:15; si veda anche 4:24), vale a dire mediante il «nuovo spirito» attraverso l'«uomo nuovo» (4:23) formato in noi quando noi diventiamo cristiani.

Nessun commento: