giovedì 15 febbraio 2024

Gli scritti di San Paolo — EPISTOLA AGLI EFESINI (IL MISTERO NASCOSTO NEL DIO CHE HA CREATO TUTTO)

 (segue da qui)

4. IL MISTERO NASCOSTO NEL DIO CHE HA CREATO TUTTO

La versione dell'epistola agli Efesini è, nel suo complesso, marcionita. È su questa base che l'editore cattolico ha applicato i suoi ritocchi. Conosciamo già quello che ha eseguito in 3:5. Molti altri saranno segnalati nelle note. Mi occuperò qui solo di tre ritocchi che richiedono certe spiegazioni. 

In 3:9, Paolo ci informa che egli ha ricevuto la missione di far conoscere il piano del mistero nascosto «nel Dio che ha creato tutto». L'espressione «il Dio che ha creato tutto» è unico in tutto il Nuovo Testamento (in Ebrei 3:4 vi è una sfumatura importante). La sua presenza qui è un fatto strano. Questo fatto ha necessariamente una spiegazione. Quale è? Ciò che complica il problema è che il contesto è, senza alcun dubbio, marcionita e che, secondo la dogmatica marcionita, il Dio buono aveva tenuto il mistero del Cristo accuratamente nascosto a tutte le creature, ma soprattutto al Dio creatore. Il nostro testo attuale non può quindi venire dall'autore primitivo che l'avrebbe tenuto per una pura assurdità. Da dove viene e come ha preso origine? In ogni ipotesi vi è qui un ritocco cattolico, e l'unica questione è sapere in cosa di preciso sia consistito. I marcioniti della fine del secondo secolo pretendevano che san Paolo avesse parlato del «mistero nascosto al Dio che ha creato tutto» e che i cattolici ne avessero alterato il testo inserendovi la proposizione «in». Tertulliano, da cui ricaviamo questa informazione (Adversus Marcionem 5:18), prende naturalmente la controparte e accusa Marcione di aver soppresso la proposizione che, secondo lui, fa parte integrante del testo di Paolo. 

La soluzione dei marcioniti della fine del secondo secolo è seducente. Eppure io non oso aderirvi. Essa suppone che lo scrittore marcionita abbia indicato a chiare lettere il «Dio che ha creato tutto». Ma ciò è estremamente improbabile. Nei documenti marcioniti che sono passati sotto i nostri occhi il Creatore è chiamato «il Maligno», «il Diavolo», «il Principe di questo mondo», «il Principe della potenza dell'aria», «il Potere delle tenebre»; altre volte egli è oggetto di modi di dire che lo designano senza dargli alcun nome. [1] In un solo punto (2 Corinzi 4:4) egli è chiamato «il Dio di questo secolo». Quell'ultimo appellativo gettato lì sprezzantemente non mi pare sufficiente a garantire l'autenticità dell'espressione in questione. Credo quindi che «il Dio che ha creato tutto» sia il prodotto di un ritocco cattolico e che i marcioniti contemporanei di Tertulliano, mistificati da quella espressione la cui vera origine sfuggiva loro, si sono tirati d'impiccio correggendola. La loro lezione «nascosto al Dio che ha creato tutto» è una seconda interpolazione praticata in una interpolazione precedente. 

Si deve concludere che la prima versione parlasse del «mistero nascosto in Dio» (nel Dio buono)? Quella ipotesi sarebbe plausibile se il complemento apo tôn aïônôn che si presenta qui indicasse i tempi passati. Ma esso indica certamente le generazioni passate, perché è alle generazioni o, se si vuole, agli uomini che le costituiscono che si può nascondere un mistero e non ai tempi. Oppure con quella interpretazione l'espressione «in Dio» è tanto goffa quanto superflua. Concludiamo che ciò che appartiene all'editore cattolico non è solo l'espressione «che ha creato tutto», ma l'intera espressione «nel Dio che ha creato tutto». Il primo editore si era limitato a dire che Paolo aveva fatto conoscere il piano del mistero «nascosto alle generazioni passate», senza provare il bisogno di spiegare che il mistero fosse nascosto in Dio. 

NOTE

[1] Si veda l'Epître aux Romains, pag. 34.

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