domenica 28 gennaio 2024

Gli scritti di San Paolo — LA SECONDA EPISTOLA AI CORINZI (SECONDA LETTERA 10-13)

 (segue da qui)


SECONDA LETTERA 10-13

OCCASIONE DELLA LETTERA 

Paolo ritornò a Corinto intorno al 58, e, se bisogna credere agli Atti 20:3, egli vi soggiornò tre mesi. La comunità cristiana di quella città gli diede uno spettacolo umiliante. Non solo uno spirito di odio e di discordia vi regnava, ma — cosa più angosciante — molti dei suoi membri vivevano nella dissolutezza e nella malvagità. Paolo dichiarò che se, al momento del suo prossimo ritorno, i colpevoli non avessero rinunciato alla loro vita disordinata, egli avrebbe proceduto alla loro esclusione. Promise inoltre di non prendere alcuna sanzione se non dopo un maturo esame e di esigere la testimonianza di due o tre testimoni prima di pronunciarsi sull'indegnità di un membro della comunità (13:1-2). Poi partì. 

Ma non era l'unico ad aver fatto constatazioni. I Corinzi ne avevano fatto pure loro. Avevano osservato che l'apostolo, così fermo nelle sue lettere, aveva perso ogni fiducia durante il suo soggiorno tra loro. Le sue maniere imbarazzate mancavano di prestigio e la sua parola mancava di autorità (10:10). In conclusione, non avevano preso per nulla sul tragico e nemmeno sul serio tutto ciò che Paolo aveva scritto e detto loro. Le rivalità, gli odi continuavano a prosperare tra loro; la sfrenatezza dei costumi non era in declino (12:20-21). Aggiungiamo che la colletta era apparsa sospetta. Si diceva che l'apostolo, che aveva sempre finto di non essere a carico della comunità, si fosse lanciato in quell'operazione finanziaria per procurarsi del denaro con mezzi indiretti (12:16-18). 

Paolo, informato di quella situazione, scrive una nuova lettera che va posta diversi mesi o, in ogni caso, diverse settimane dopo la sua partenza da Corinto. È quella seconda lettera che ci danno i capitoli 10-13 previa sottrazione di vari supplementi che vanno segnalati.

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