lunedì 22 gennaio 2024

Gli scritti di San Paolo — LA PRIMA EPISTOLA AI CORINZI (CONCLUSIONE)

 (segue da qui)

CONCLUSIONE

Nel capitolo 16 Paolo dà le sue istruzioni in merito alla ricerca di cui riparlerà nella seconda epistola ai Corinzi così come nell'epistola ai Romani, [1] e che già lo preoccupa. Dopo varie raccomandazioni, invia ai Corinzi la salvezza delle chiese d'Asia, la salvezza di Aquila e di Priscilla e anche la salvezza della chiesa che è nella loro casa. Poi la lettera finisce. 

Lettera modesta poiché essa si riassume in queste poche parole: «Il regno che aspettate verrà: ciò non crea alcun dubbio, perché Dio non può mancare alla sua promessa. Ma le vanterie alle quali vi abbandonate a suo proposito sono ridicole. Non meno ridicole sono le divisioni di cui Apollo e io siamo l'oggetto. Voi avreste dovuto scacciare gli incestuosi dai vostri banchetti. Bandite da questi stessi banchetti l'egoismo. Mettete ogni settimana qualche denaro in riserva per i poveri di Gerusalemme»

Oggi la prima epistola ai Corinzi raccomanda la verginità, celebra lo Spirito Santo, insegna la Trinità pre-agostiniana, l'eucarestia, la messa, la resurrezione dei corpi gloriosi. Come dice essa stessa (4:6), essa è stata «trasfigurata». Le pagine che abbiamo appena letto descrivevano le fasi per le quali è passata quella «trasfigurazione»

La prima epistola ai Corinzi ha avuto la sorte dell'epistola ai Romani. [2] Entrambe hanno ottenuto un'edizione marcionita poi hanno ricevuto molteplici ritocchi cattolici.

NOTE

[1] Vi veda l'Epître aux Romains, pag. 8.

[2] Ibid., pag. 93.

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