martedì 1 dicembre 2020

«Il Quarto Vangelo» (Joseph Turmel) — 6) Il Cristo giovanneo respinge la resurrezione della carne

 (segue da qui)

6. — Il Cristo giovanneo respinge la resurrezione della carne.

Il Cristo giovanneo rivela agli uomini Dio, il «solo vero Dio», perché la conoscenza di Dio è, per coloro che la possiedono, un principio di vita eterna. Egli espelle il Dio della creazione, perché questo essere perverso fa pesare sugli uomini la legge crudele della morte seguita dalla condanna all'inferno. Insomma lo scopo finale della venuta del Cristo è di strappare gli uomini alla morte, di procurare loro la vita eterna. Tale è la dottrina che emerge dai testi seguenti: «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unico, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (3:16); «Colui che crede al Figlio ha la vita eterna» (3:16); «Chiunque crede, ha vita eterna ...Io sono il pane che è disceso dal cielo affinché chi ne mangia non muoia ... se uno mangia di questo pane vivrà in eterno» (6:29-58); «Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte» (8:51).

Secondo quale regola questo beneficio della vita eterna è dispensato? Lo si possiede sin da ora? O non abbiamo attualmente che la promessa di questo bene il cui possesso è rimandato ad una data ulteriore? Non si può ricavare nulla dal testo 17:3, dove leggiamo: «Questa è la vita eterna: che conoscano te». Ma i testi seguenti sono decisivi: «Colui che ... crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; ... è passato dalla morte alla vita» (5:24); «Noi siamo passati dalla morte alla vita» (1 Giovanni 3:14). La morte è lo stato dell'anima che ignora Dio, il Dio di cui il Cristo è venuto a rivelare l'esistenza. Questa morte cessa e fa posto alla vita non appena l'anima acquisisce la conoscenza di Dio, oppure, ciò che è la stessa cosa, la fede nel Figlio. Il cristiano possiede da ora la vita eterna: «Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio» (1 Giovanni 5:13). Egli era morto, egli vive. E la vita che possiede è una vita reale prodotta per una autentica generazione. Soltanto quella generazione non ha nulla in comune con quella che ci ha introdotto in questo mondo. È «dall'alto» (3:3); è «da Dio» (1:13, essi sono «nati da Dio»); è prodotta dal «seme di Dio» (1 Giovanni 3:9) «Il seme di Dio dimora» nel cristiano. D'ora in poi il cristiano è il figlio di Dio. Tuttavia il suo privilegio, per il momento è nascosto, non è manifestato (1 Giovanni 3:2): «Noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato»).

Poiché la resurrezione è il passaggio dalla morte alla vita, il cristiano, da ora, è risorto. La resurrezione è un fatto compiuto in lui; ma questa resurrezione è di ordine spirituale. L'autore del quarto Vangelo respinge il dogma ebraico della resurrezione dei corpi; gli sostituisce la resurrezione delle anime che ha il suo principio nella conoscenza di Dio.

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