martedì 1 dicembre 2020

«Il Quarto Vangelo» (Joseph Turmel) — 7) Il Cristo giovanneo è un essere spirituale

 (segue da qui)

7. — Il Cristo giovanneo è un essere spirituale.

Durante la festa dei Tabernacoli gli ebrei cercano di arrestare Gesù per farlo morire. Ma, dice l'evangelista (7:30) «Nessuno gli mise le mani addosso, perché la sua ora non era ancora venuta». Dopo un intervallo di alcuni giorni, un secondo tentativo di arresto fallisce allo stesso modo (7:44). Altre due volte (8:59; 10:31) Gesù sfugge, senza che si sappia come, al supplizio della lapidazione. Alcuni giorni prima della pasqua, delle nuove misure prese per arrestarlo non hanno alcun seguito (11:57, 12:36). Il Cristo giovanneo non è sottomesso alle leggi ordinarie della fisica.

La legge della sofferenza non sembra neppure attenderlo. Alcune ore prima dell'agonia del Calvario ne parla con degli accenti lirici: «Padre, l'ora è venuta; glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te» (17:1). Dall'alto della croce, egli detta con calma le sue ultime istruzioni al suo discepolo prediletto e a Maria che egli evita di chiamare sua madre (19:27). Aggiungiamo che il nostro regime fisiologico gli è estraneo. Ai discepoli che lo invitano a mangiare risponde (4:32, 34) «Io ho un cibo da mangiare che voi non conoscete... Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere la sua opera». Muore, ma soltanto perché lo vuole e quando lo vuole. Nessuno gli toglie la vita (10:18); lo stesso principe di questo mondo non ha alcuna presa su di lui (14:30). Muore unicamente per obbedire all'ordine di suo Padre (14:31). Egli non rende lo spirito se non dopo aver constatato che la sua missione è compiuta (19:28, 30).

Il Cristo giovanneo non ha che le apparenze del corpo umano. E si comprende ora perché dice a Maria: «Che c'è fra me e te, donna»; perché dice agli ebrei: «Voi siete dal basso, io sono dall'alto; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo»; perché l'autore del vangelo combatte con discrezione la credenza comune dell'origine davidica di Cristo e della leggenda di Betlemme (7:42); perché non menziona l'immacolata concezione. Il Cristo giovanneo non deve nulla a Davide, non deve nulla a Maria. Egli è venuto direttamente dal cielo nella Galilea senza passare per Betlemme, senza passare per Nazaret.

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