martedì 1 dicembre 2020

«Il Quarto Vangelo» (Joseph Turmel) — 8) Esposizione della dottrina marcionita

 (segue da qui)

8. — Esposizione della dottrina marcionita.

Marcione, nato intorno all'anno 100, a Sinope sulle rive del Ponto Eusino (oggi provincia turca di Anatolia) esercitò qualche tempo il mestiere di marinaio (Tertulliano si compiace di dargli il nome di pilota). Ma rinunciò presto al mare e concentrò la sua attenzione sulla religione cristiana in cui probabilmente era allevato fin dalla sua infanzia. [1]

Verso l'anno 130 predicò, con un successo in continua crescita, dapprima nell'Asia poi a Roma, dove arrivò intorno al 138, una teologia di cui doveva il germe a Cerdone e il cui l'obiettivo era di risolvere il problema del male. Attingo da Tertulliano, il cui testo intitolato Contro Marcione è la nostra principale fonte di informazione, l'esposizione del sistema marcionita che si leggerà. [2]

  1. Il problema del male non si può risolvere se non si ammettono due Dèi, l'uno malvagio, l'altro buono. [3]
  2. Il Dio malvagio è il Dio creatore, vale a dire colui che ha fatto il mondo visibile. Questo Dio si vanta lui stesso, in Isaia (45:7) di essere l'autore del male. È, in effetti, crudele, bellicoso. È su di lui che incombe la responsabilità della caduta dell'uomo ebbe luogo dall'origine. Più tardi, nella legge mosaica, che è la sua opera, si è mostrato barbaro e capriccioso. D'altronde, se il Dio creatore non ha previsto il male che esiste nel mondo creato da lui, è ignorante; se, avendolo previsto, non ha voluto impedirlo, è malvagio; se, volendo impedirlo, non ha potuto, è impotente. [4]
  3. Il Dio creatore, che è l'autore della legge mosaica, è anche l'autore dei libri dell'Antico Testamento. I profeti sono i suoi agenti; è lui che parla per loro bocca. [5]
  4. Il Dio creatore ha fatto annunciare dai suoi profeti che egli avrebbe inviato il suo Cristo. Ma questo Cristo, di cui i libri dell'Antico Testamento predicono la venuta, è un personaggio politico oltre che religioso. Ha per missione di restaurare il trono di Davide, di rendere al popolo ebraico la sua potenza di un tempo. Non ha nulla in comune con Gesù. D'altronde, all'epoca di Marcione, ossia più di cento anni dopo la venuta di Gesù sulla terra, il Cristo del Dio creatore non è ancora arrivato. [6]
  5. Il Dio buono è l'autore degli esseri invisibili, di quelli soltanto. Non avendo prodotto né il mondo visibile né l'uomo, egli era completamente sconosciuto in questo mondo fino al giorno in cui Gesù ha rivelato la sua esistenza. Lo stesso Dio malvagio non lo conosceva. [7]
  6. Il Dio buono è dolce, tenero, clemente, compassionevole, incapace di adirarsi. Questo Dio, vedendo l'uomo oppresso dal Creatore che si sforzava di renderlo miserabile, si è interessato a lui e ha deciso di salvarlo. Di salvarlo, ovvero di strapparlo dal potere del Dio che lo aveva creato, di liberarlo. [8]
  7. Per realizzare il suo progetto, il Dio buono, sotto il regno dell'imperatore Tiberio, ha abbandonato il suo cielo, il terzo cielo; ha attraversato il cielo del Creatore situato al di sotto del suo; è venuto sulla terra nella Galilea e si è messo immediatamente all'opera. Immediatamente: ed ecco perché. Non aveva che l'apparenza del corpo umano. In realtà egli era uno Spirito, uno Spirito salvatore. Non ha ricevuto nulla da Maria, non è stato generato, non ha avuto bisogno di crescere. Ma è proprio il Dio buono in persona che è venuto sulla terra ? Non si è limitato a delegare qualcuno? È lui stesso che si è manifestato a noi sotto l'apparenza di un corpo umano e che è chiamato il Cristo. Il Cristo è quindi il Dio buono rivestito di un involucro etereo che lo rende visibile. (È quell'involucro etereo, quell'apparenza del corpo umano che si designa figlio di Dio e chiama Dio suo padre). [9]
  8. Venuto sulla terra per liberare gli uomini che gemevano sotto il giogo crudele del Dio creatore, il Dio buono non poteva lasciar sussistere la legge mosaica che incarnava in qualche sorta la barbarie del Dio malvagio. D'altra parte non poteva trattenersi dal rivelarsi agli uomini, come loro salvatore. Ha dunque abolito la legge e, con la legge, i profeti. [10] In più, si è fatto conoscere agli uomini. In quanto Figlio egli ha rivelato il Padre; in quanto Padre egli ha rivelato il Figlio, secondo ciò che ha detto lui stesso: «nessuno sa chi è il Figlio, se non il Padre; né chi è il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo». [11]
  9. Il Creatore, vedendo il Cristo operare contro di lui, decretò la sua morte. E, per meglio appagare l'odio che questo rivale gli inspirava, tentò di infliggergli il supplizio che la sua legge, la legge mosaica, riservava ai maledetti, vale a dire il supplizio della croce. Il Cristo fu quindi crocifisso dalle forze e dalle potenze del Creatore; morì su una croce (Tertulliano nota che la morte del Cristo marcionita non fu che apparente poiché il suo corpo non era che un fantasma; ma i marcioniti parlavano della crocifissione e della morte del Cristo come di fenomeni realmente realizzati). [12]
  10. Il Cristo è morto; ma egli ha salvato gli uomini nel senso che li ha liberati dal giogo del Creatore. Più esattamente ha salvato le anime, aspettandosi che la carne è destinata a perire. La resurrezione, intesa nel senso di un ritorno della carne alla vita che avrebbe luogo alla fine del mondo, è un'illusione. Tuttavia esiste per l'anima una resurrezione spirituale che avviene tutti i giorni. Quella resurrezione spirituale si produce quando l'anima passa dall'errore alla verità, ovvero quando si stacca dal Dio creatore per donarsi al Dio buono la cui esistenza le è stata rivelata dal Cristo. Quella conversione è, in effetti, il passaggio dalla morte alla vita. [13]
  11. Il Dio buono non punisce i colpevoli, egli non li giudica nemmeno. Il suo giudizio si limita, in effetti, a dichiarare quel che è male. Il Dio malvagio si fa temere, il Dio buono si fa amare. Il Dio buono non ha dunque un inferno. All'ultimo giorno, egli si accontenterà di scartare da lui i colpevoli che il Creatore raccoglierà in seguito nel suo inferno. [14]

Aggiungiamo che Marcione fu ammesso durante qualche tempo nella chiesa romana, ma che il clero romano lo cacciò nel 144. [15]

NOTE

[1] Epifanio, Haer. 42:1, dice che Marcione era figlio di un vescovo; questa informazione che egli ricava senza dubbio da Ippolito, non può essere ammessa se non a condizione di prendere la parola «vescovo» in un senso molto generale.

[2] Giustino ha dedicato a Marcione che era suo contemporaneo alcune righe nella sua prima apologia, 16:5; 58:1. La stessa operazione si applica a Rodone di cui Eusebio ci dà un frammento nella sua Storia ecclesiastica 5:13, 3. Ireneo, che affronta spesso Marcione, dà una vista generale della sua dottrina in 1:27. Si veda anche il Panarion di Epifanio, Haer. 42. Il dialogo di Adamanzio, P. G. 11:1716 ci presenta un marcionismo molto evoluto.

[3] Adv. Marc. 1:2.

[4] Ibid. 2:14; 1:6; 2:5, 28, 15.

[5] Ibid. 2:19; 3:20; 4:16; 1:20. (Il Creatore ha annunciato per bocca di Isaia e per bocca di Osea che la legislazione mosaica sarebbe scomparsa un giorno).

[6] Ibid. 3:21, 24; 4:6.

[7] Ibid. 1:16, 8, 11; 2:28.

[8] Ibid. 1:6; 4:19, 26, 28; 1:11; 2:28; 1:14, 17, 23; 3:21.

[9] Ibid. 1:19. (Il Cristo marcionita non avendo affatto avuto un'infanzia è disceso dal cielo l'anno 29 della nostra era, proprio al momento in cui ha cominciato la sua vita pubblica); 1:14, 15; 4:7; 1:24; 3:10; 4:19, 21; 1:19, 14; 2:27. Il Cristo spirituale ha un principio di vita analoga all'anima umana che gli permette di provare, quando vuole e senza esservi sottomesso, i fenomeni psicologici e fisiologici che noi proviamo.

[10] Ibid. 1:19; 4:9, 40, 6. Si veda Ireneo 1:27, 2 (il Cristo marcionita è venuto a distruggere la legge e i profeti).

[11] Ibid. 1:2, 8, 19; 4:25.

[12] Ibid. 1:25, 11; 3:23; 4:21; 3:19 (qui Tertulliano rimprovera a Marcione di parlare della morte del Cristo di cui egli ha respinto la nascita); 3:8 (stesso rimprovero d'incoerenza. Ricaviamo il fatto che Marcione credeva alla morte del Cristo).

[13] Ibid. 1:24. Tertulliano menziona parecchie volte nel De resurrectione carnis (in particolare 19) la resurrezione spirituale ammessa da Marcione. Ireneo 2:31, 2, segnala la stessa dottrina tra gli gnostici.

[14] Ibid. 1:26, 27; 4:29; 1:27, 28.

[15] Tertulliano, Adv. Marc. 1:19; 4:4.

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