mercoledì 16 settembre 2020

LA PASSIONE DI GESÙ: FATTO DI STORIA O OGGETTO DI CREDENZAUna baraita del Talmud.




Una baraita del Talmud.

Se riserviamo, come è stato detto, [40] per la fine di questo studio, il significato generale della tradizione talmudica a riguardo della narrazione evangelica, si può menzionare qui una baraita (tradizione antica), che figura nella raccolta israelita del Talmud, che Joseph Klausner — quello tra gli storici israeliti moderni il cui studio su Gesù ha avuto il maggiore impatto, — dichiara di maggior valore rispetto a tutti gli altri che si riferiscono al Cristo. [41] È così concepita:

«La sera della vigilia di Pasqua si impiccò Yeschu di Nazareth. [42] Per quattordici giorni l'araldo gli camminò davanti, gridando: Gesù di Nazareth sarà lapidato perché ha esercitato la magia, ha traviato Israele e l'ha reso infedele. Chi ha un'assoluzione per lui, venga e la presenti per lui. Ma non si trovò assoluzione per lui e fu impiccato alla sera della vigilia di Pasqua».

Goguel, esaminando questo testo, vi trova «la prova che la tradizione talmudica dipende dalla tradizione cristiana». [43] Il Talmud prende il racconto come la tradizione cristiana lo presenta; ma colui in cui i cristiani vedono un Messia (Cristo) e un Dio, gli ebrei lo considerano come uno di loro, che non era il Messia e che era pericoloso per la religione e l'ordine pubblico in Israele. Klausner, Goguel e Guignebert concludono da questa dipendenza che gli ebrei all'inizio del II° secolo ammettevano, senza contestazione, la realtà della crocifissione di Gesù sotto il governo di Ponzio Pilato.

Però se il testo è nella dipendenza della tradizione cristiana relativa alla morte di Gesù, esso presenta molte imprecisioni. In primo luogo, non vi è alcuna identificazione del tempo; non vi è in secondo luogo alcuna traccia dell'intervento dell'autorità romana; infine si può contestare il valore dell'osservazione di Goguel: «Gesù è condannato alla lapidazione; la pena che gli è applicata è l'impiccagione... Sarebbe strano che la baraita menzioni non il supplizio in sé, ma solo l'atto che lo seguiva... Il fatto che Gesù è stato crocifisso era troppo fissato dalla tradizione perché si si sia potuto arrivare a dire che era stato lapidato». 

Senza discutere qui il problema della tradizione, osserviamo che Gesù non ha potuto essere rappresentato nel Talmud come messo a morte per impiccagione, poiché un tale supplizio non era applicato tra gli ebrei e loro non appendevano che i cadaveri. [44] Il testo intende proprio la messa a morte tramite la lapidazione, come è annunciata dall'araldo, l'impiccagione essendo l'infamante ostentazione materiale dell'esecuzione. [45] E si può d'altra parte supporre, in assenza di ogni menzione di un intervento romano, che la tradizione ebraica si sia formata per combattere una tradizione cristiana ancora in formazione, come nell'Ascensione di Isaia, dove il genere di morte non è precisato e dove l'impiccagione è quella del cadavere del Figlio di Dio.

NOTE

[40] Pag. 44.

[41] Joseph KLAUSNER, Jésus de Nazareth, traduzione francese, pag. 27. 

[42] È chiamato col suo nome greco Ièsous, ebraizzato in Yeschu, e non col suo nome ebraico Yéhoshoua. — Sulla portata di quell'appellativo, si veda più avanti, pag. 118.

[43] GOGUEL, Jésus, pag. 56. Si veda KLAUSNER, Jésus de Nazareth, op. cit., pag. 17.

[44] Si veda più avanti, pagina 52-54, con i riferimenti, pag. 53, nota 23, tra i quali quelli di Goguel stesso.

[45] Si veda lo stesso termine: «impiccare», nell'Antico Testamento, Genesi 40:22, applicato alla stessa maniera al panettiere del Faraone egiziano, a cui Giuseppe aveva predetto che sarebbe stato decapitato, poi appeso (40:19).

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