martedì 18 agosto 2020

L'essere dai mille nomi



L'ESSERE DAI MILLE NOMI

Alla fine del nostro lungo percorso, cosa tratteniamo di Gesù Cristo? Scartando un gran numero di dettagli, conserviamo la memoria di un personaggio estremamente complesso: 

Dio preesistente al mondo, confuso con Dio pur essendo suo Figlio, identificato con la Sapienza e il Verbo (nozioni diverse), oggetto di preghiere «dal principio», Gesù fu certamente assimilato a certi dèi pagani; dio di sette gnostiche, fu considerato a volte un dio dell'albero, della vite o del grano, a volte un Orfeo crocifisso, a volte un dio-anima messo in croce, a volte un essere di una dimensione smisurata. Egli apparve agli uomini dapprima in Cristo di luce (è così che lo vide Paolo), poi in forma di uomo, ma di uomo adottato da Dio come suo Figlio, o di uomo in cui si era incarnata una virtù divina. Coloro che gli attribuirono un corpo di carne supposero che discendesse da Davide. 

Si tentò di immaginare la sua apparizione sulla terra. Mentre alcuni lo lasciarono in cielo come figlio di una vergine solare e videro in lui un bambino destinato a reggere il mondo, altri ne fecero il Figlio dello Spirito santo e di Maria, soluzione che respinsero coloro che lo considerarono senza padre, senza madre, senza genealogia, — oppure come Figlio di Maria e di Giuseppe, quindi in possesso di una genealogia, — oppure come Figlio di uno Spirito Santo femminile e in possesso lui stesso di una forma femminile, — oppure come la reincarnazione del messia-Cristo in Giovanni il Battista.

Si diceva che il Messia doveva uscire dal mare (e il mare di Galilea non era lontano); si pensava anche che il dio buono discendesse dal cielo sulla terra e nell'inferno. Altrove dei riti lo rappresentavano come un dio morente e risorgente sull'albero o sulla croce. Parallelamente, altri circoli religiosi credevano che il Figlio di Dio attaccato alla croce cosmica dominasse il mondo o che fosse il figlio di Sabaoth, lui stesso figlio dell'angelo gnostico Ieu.

Come enumerare tutti i paragoni a cui fu sottoposto! Pane di vita, Vite, Agnello, Orfeo, Buon Pastore, Sabaoth. A volte guerriero celeste vittorioso di Satana, a volte Servo sofferente e vittima immolata. Attraverso le vicissitudini di quelle leggende o miti, è indiscutibile che il primo Cristo, anteriore a Gesù, fu un dio vittorioso che trionfava sulle potenze del Male e di cui la croce era l'insegna gloriosa. Tutto il resto è creazione letteraria, l'uomo crocifisso non essendo apparso che in seguito e non potendo difendere, dinanzi ad una critica oggettiva, il suo diritto all'esistenza.

Dove sarebbe apparso? In Giudea? Niente è meno sicuro. Solo ce ne informano i vangeli, il cui grado di credibilità, come abbiamo constatato, è molto inferiore. Quando sarebbe nato? Nel 20 A.E.C. o nel 4 A.E.C. oppure nel 6, 9, 28, 34 E.C.? Quando sarebbe morto? Nel 29? Nel 64? A che età? Trenta anni o cinquanta anni? Da chi era nato? Da Maria e da Giuseppe (se non da Dio) ma questi non sono là che dei nomi vaghissimi. Tutte queste informazioni non costituiscono una carta d'identità, per quanta buona volontà si voglia metterci per considerarla tale.

Fedele ebreo ma che si erge contro la Legge e i Profeti. Assiduo nel Tempio ma che lo frequenta raramente e ne annuncia la distruzione. Che rifiuta i miracoli ma che li compie. Esortatore alla pace ma anche alla violenza. Partigiano di un regno celeste ma acclamato poi condannato per un regno terreno. Che non ha accettato di annunciare la sua messianicità, ma nondimeno considerato come messia. Messia dapprima vittorioso (Figlio di Davide), in seguito vinto (Figlio di Giuseppe). Che si differenzia da Giovanni il Battista ma che era stato confuso con lui... 

Come credere a questo aspetto piuttosto che a quell'altro? Per quali ragioni? Di fronte alla nostra incapacità di sollevare le montagne, noi dichiariamo di ammirare coloro che riescono ad effettuare un tale tour de force.

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