martedì 11 agosto 2020

Il filosofo



IL FILOSOFO

In mancanza di un altro termine più appropriato, designeremo così un altro Gesù che traspare in filigrana nelle pagine del Nuovo Testamento. Questo Gesù ha l'aspetto di un sant'uomo, amico della saggezza e della bontà, un filosofo che indovina i segreti dei cuori così come del futuro.

È lui — se non coloro che hanno scritto in suo nome — che ci ha lasciato le massime imperiture attraverso le quali il cristianesimo e la Chiesa vogliono glorificarsi pur non praticandole sempre. Alcune di esse ci restano in memoria:

«Beati i miti... quelli che hanno il cuore puro... i pacifici... Amate i vostri nemici... Non giudicare affatto... Chi è senza peccato scagli la prima pietra... Il mio regno non è di questo mondo... Quando tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra... Non si possono servire due padroni... Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?... È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli... Fate agli altri ciò che volete che essi facciano a voi..».

Senza dubbio tutto questo non è interamente originale; anche le religioni e le filosofie antiche precedenti avevano riassunto il loro insegnamento in formule di una grande bellezza, [161] ma il fatto che un gran numero di questi precetti siano stati messi o raccolti sotto il nome del Cristo suggerisce che, almeno in certi ambienti, la sua autorità morale era grande. 

Chi era dunque questo Cristo portatore di un tale messaggio? Questo Gesù che spesso trasgredisce le sue stesse sentenze perché, davanti a lui e negli stessi testi, è sorto un anticristo che si fa passare per lui?

Questo Cristo è semplicemente un personaggio divino che insegna agli uomini. Non è un uomo, ma è preso per tale perché ha rivestito o perché gli si è dato la forma umana.

Era necessario alla Chiesa un personaggio sacro a cui poter attribuire i pensieri più belli e a cui poter appellarsi. Questo Cristo, diventato il rappresentante ideale della setta cristiana, la sua personificazione, si limita a parlare, a compiere miracoli e a ritornare al cielo; è il dio buono che si sforza di condurre gli uomini verso la via della salvezza. 

NOTE

[161] Si veda in particolare l'articolo su Apollonius de Tyane nel «Dictionnaire Rationaliste».

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