mercoledì 12 agosto 2020

Il Maestro di Giustizia



IL MAESTRO DI GIUSTIZIA

Non si potrebbe trascurare neppure un'altra ipotesi che si può trarre dai famosi manoscritti del Mar Morto, scoperti a partire dal 1947 e che sarebbero di origine essene.

Senza discutere qui le date di questi vari manoscritti o eventi e personaggi ai quali fanno allusione, senza ricordare le differenze e rassomiglianze delle dottrine che presentano con il Nuovo Testamento, ci limiteremo a sollevare la questione — essenziale per il nostro studio — dell'esistenza di un cristo esseno quasi un secolo prima del messia cristiano.

Per restare su un terreno solido, occorrerebbe essere sicuri:

1) che la documentazione essena di Qumran presenti più garanzie di esattezza e di obiettività di quella proveniente da Plinio, Filone, Flavio Giuseppe, Solino, Porfirio, Eusebio ed Epifanio, vale a dire che essa la corregga e la completi;

2) che la struttura di Qumran sia stata il principale rifugio degli Esseni, che conosciamo pressappoco tutti i libri della setta, che nessuno di essi proviene da una setta diversa, che questa documentazione non sia rimessa in discussione domani da nuove scoperte dello stesso genere;

3) che tali traduzioni che si propongono o tali ricostruzioni di testi che si sono effettuate corrispondano bene al senso delle scritture così messe a nostra disposizione.

Ora, su questi punti, la risposta è negativa. Tuttavia, l'ipotesi non è da respingere a priori, in primo luogo perché non è inverosimile, in secondo luogo perché trova sostegno in certi testi, infine perché questi manoscritti presentano sotto una nuova luce fatti ai quali la critica non aveva prestato un'attenzione sufficiente.

È così che si trovano in questi manoscritti tre personaggi: il Maestro di Giustizia, finora sconosciuto, un Messia di Aronne, un Messia di Israele. Ma l'Antico Testamento e la tradizione ebraica non conoscevano che un Messia, o almeno così si credeva. Il Messia unico dei vangeli aveva bendato gli occhi dei critici. Grazie a Qumran si riscopre oggi, da un lato, una tradizione ebraica che ha voluto separare il potere politico dal potere religioso, — dall'altro, numerosi testi apocrifi che parlano di due Unti distinti: il Messia di Levi e il Messia di Giuda. A volte, però, questi due messia si confondono in uno solo.

Allo stesso modo, il Maestro di Giustizia che, indiscutibilmente, è un uomo, riveste a volte delle parvenze di essere soprannaturale; si attende il suo ritorno, o il suo avvento, «alla fine dei giorni».

Questo Maestro è stato messo a morte storicamente? Ciò pare probabile se si vuole credere alla testimonianza unica di questi documenti. È stato considerato risorto? Forse. Si vide in lui una reincarnazione di Mosè? Questo non è impossibile, egli fu una grande figura per la setta di Qumran. [162]

Fu, un secolo prima del Cristo, un messia ebreo, un Gesù? La sua leggenda fu utilizzata dai Cristiani? Abbiamo già così tanti modelli di messia che si può ben aggiungere questo alla lista.

In realtà, la questione fondamentale che pongono i manoscritti di Qumran è quella delle origini cristiane. Alcuni critici dichiarano che con l'apparizione di questi testi, è una nuova era che si apre per la storia delle origini cristiane. Altri dichiarano che il cristianesimo è derivato direttamente dall'essenismo, oppure che vi si radica profondamente. Queste prese di posizione, più entusiaste che obiettive, richiederebbero un esame serio.

Il presente lavoro, incentrato su Gesù Cristo, non ha da trattare questo vasto problema delle origini, ma noi conveniamo che è difficile, se non impossibile, separare i due soggetti. Questo è il motivo per cui riteniamo necessario indicare brevemente la nostra posizione sui rapporti che si constatano tra l'Essenismo e il Cristianesimo. 

Questi rapporti sono numerosi e sorprendenti? Beh, si è perfino parlato di «contatti in serie». Ma quale conclusione si ha il diritto di trarre da questa osservazione? Le rassomiglianze o le similitudini dei testi non sono la prova di un'origine comune o di una filiazione.

Quando, per esempio, due passi sono paralleli, ciò non significa necessariamente che uno sia la copia dell'altro. Testi simili possono ritrovarsi in diversi scrittori a sostegno di diverse concezioni.

E' così che la la citazione di Isaia (40,3) riguardante «la voce che grida nel deserto» è utilizzata nella Regola di Qumran per giustificare il ritiro della comunità nel deserto e per preparare la via all'Eterno, mentre il vangelo di Marco (1:3) attribuisce questa voce a Giovanni il Battista e gli fa annunciare la venuta del Cristo. Ora, in Isaia si trattava del ritorno a Gerusalemme degli esuli di Babilonia per il deserto della Siria; lo scriba esseno e l'evangelista giudeo-cristiano hanno dato due diverse interpretazioni dello stesso verso di Isaia, ma esse sono false entrambe. Non vi è relazione tra l'una e l'altra, se non il fatto che hanno attinto dalla stessa fonte per ricavarne due idee opposte.

L'ipotesi di un'origine essena del cristianesimo vuole assolutamente ignorare una questione preliminare: le rassomiglianze tra le due sette si sono manifestate fin dall'inizio del movimento cristiano oppure, al contrario, non sono che un apporto successivo? Nel primo caso, il cristianesimo sarebbe nato dall'attività di Esseni dissidenti o scampati alla distruzione della loro setta, e si sarebbe evoluto; nel secondo caso, l'essenismo sarebbe penetrato nel cristianesimo solo una volta che questo si era stabilito nelle sue prime cornici dottrinali.

A prima vista, è la prima ipotesi ad essere la più confortevole, in quanto serve le vedute tradizionali; è anche la più economica, quella che non va oltre il muro delle evidenze scritturali ma, nel dominio della critica, non è né il conforto intellettuale né il rispetto della tradizione che contano, è la ricerca della «verità». Si comprenderà dunque perché noi propendiamo piuttosto per la seconda ipotesi, in favore della quale abbiamo già presentato alcune argomentazioni. [163] Al seguito di diversi studi, ci sembra che ciò che è esseno nel Nuovo Testamento non ne costituisca la prima e unica fonte; le parole, idee, citazioni, situazioni che, nelle scritture cristiane, possono essere considerate di ispirazione essena, rassomigliano a contributi della penultima ora. Non che queste idee (anche se si sono evolute) siano recenti; esse possono certamente risalire ad un secolo prima. Intendiamo semplicemente dire che sono penetrate nel Nuovo Testamento solo dopo la prima o la seconda guerra giudaica (dopo il 70 o il 130), probabilmente. Questo equivale a dire che ai nostri occhi il cristianesimo non è, come diceva Renan, «un essenismo che ha avuto un grande successo». Noi riteniamo al contrario che un essenismo tardivo e in piena estinzione, rifugiato in certi circoli cristiani, abbia potuto salvare alcune delle sue idee introducendole in un movimento religioso ancora in piena evoluzione il quale, peraltro, non le ha accolte se non stravolgendole e dopo averne respinte molte altre.

NOTE

[162] Sfortunatamente, non si sa nulla di lui, neppure il suo nome, né l'epoca precisa nella quale sarebbe vissuto.

[163] In particolare in Cahiers E. Renan n° 23 e 50.

Nessun commento: