giovedì 13 agosto 2020

Conclusione generale



Conclusione generale

Pensiamo di aver messo abbastanza compiacenza in questa ricerca dell'uomo Gesù o del Gesù storico, ma purtroppo questa inchiesta non ha portato ad un personaggio tangibile. Ne siamo spiacenti poiché la certezza dell'esistenza dell'eroe evangelico avrebbe semplificato molti problemi.

La nostra attenzione si è portata su un certo numero di Gesù che hanno potuto influenzare la formazione del Gesù cristiano, ma nulla prova che questi — malgrado le sue rassomiglianze con questo o quell'altro dei suoi predecessori — sia vissuto sulla terra e che non sia il loro «luogo geometrico», il ricettacolo delle loro leggende, un prodotto dell'immaginazione delle sette e dei teologi.

Chi, in effetti, non sarebbe sconcertato nell'apprendere che cento anni prima e cento anni dopo il Cristo, vi sono stati dei Gesù uccisi alla vigilia di una Pasqua? Che intorno al 62-63 diversi Gesù furono capi di bande armate, di cui l'uno era galileo, di cui un altro radunava i pescatori del lago di Tiberiade? Che gli apostoli di Gesù erano assimilati da Gamaliele ai nazionalisti che continuavano la linea di Giuda il Galileo? Che Gesù era stato identificato con Giovanni il Battista? Che sei secoli dopo i presunti eventi dell'anno 30, Maometto seguiva a riguardo di Gesù un'altra tradizione rispetto a quella dei vangeli? 

Si converrà che, in tali condizioni, qualsiasi ricerca seria rischia di portare a gravi disillusioni. Non ci si trova mai sul terreno storico, e non disponiamo che di ricordi più o meno distorti, di commentari tendenziosi, di testimonianze che mettono in discussione ogni cronologia. L'uomo Gesù sfugge alla Storia.

Obiettivamente, non abbiamo da preferire un'ipotesi ad un'altra, ma è evidente che potremmo far sorgere dal nostro materiale documentario un Gesù sensazionale che si situerebbe fuori dalle norme evangeliche. È proprio questo che il dottor Albert Schweitzer, medico di Lambaréné ed ex pastore, sembrava temere quando scriveva: «I difensori della storicità di Gesù devono considerare seriamente l'importanza della loro posizione... essi corrono il rischio di sostenere i titoli storici di una personalità che può ritrovarsi interamente diversa da quella che si immaginavano quando intrapresero la sua difesa». [164]

Forse lui si era accorto che vi sono, nei vangeli — applicati a Gesù — degli indizi caratteristici di un Messia guerriero e temeva che quelli lo facessero apparire sotto una luce diversa da quella in cui lo ha posto la Chiesa.

Supponendo che questo timore sia realmente fondato, e se la figura di Gesù dovesse esserne trasformata, non sapremmo più nulla sulla sua identità terrena, sul suo vero nome, sulla data della sua morte.

Infine, saremmo allora nell'impossibilità di ammettere che un tale uomo abbia potuto portare, con certi riti e precetti, la salvezza all'umanità morendo e — una volta morto — risorgendo. Quest'uomo non sarebbe il Cristo Gesù dei nostri vangeli.

E vi sarebbe sempre, di fronte a lui, il Figlio di Dio, benevolo con gli uomini che vuole salvare, che predica loro un regno celeste e offre loro consigli di bontà. 

Tra questi due Gesù Cristo vi è una completa incompatibilità.

NOTE

[164] A. Schweitzer, Gesch. d. Leben Jesu Forschung, pag. 151.

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