venerdì 14 agosto 2020

Il cristianesimo non viene da Gerusalemme



IL CRISTIANESIMO NON VIENE DA GERUSALEMME

La fede in un Gesù Cristo, fondatore del cristianesimo a Gerusalemme, ha distorto l'intera storia delle origini cristiane. I vangeli non istituiscono questa credenza e non ne sono la prova; essi ne sono la conseguenza. 

Gesù Cristo non è esistito così come ci viene presentato; nessuna prova della sua esistenza è fornita dalla Storia e nemmeno dai vangeli. Non lo si può immaginare se non scegliendo tra le informazioni contraddittorie che ci sono fornite su di lui. Ma qual è il criterio di una tale scelta? Solo la fede può dettarlo.

Se Gesù è dio — e questa è la sua forma primitiva — egli non ha creato una nuova religione, è stato creato da essa. Se è un ebreo della Palestina, non ha potuto in un anno fondare una Chiesa abbastanza potente da conquistare il mondo dopo la sua deplorevole morte.

Sostenere che il cristianesimo è nato a Gerusalemme nel primo secolo della nostra era, equivale ad accettare come testimonianze storiche delle copie (del IV° secolo) di manoscritti religiosi del 2° secolo che evocano eventi che hanno potuto aver luogo centocinquanta anni prima. 

Pretendere che i Cristiani siano stati fin dall'inizio confusi con gli ebrei, equivale ad obbedire alla convinzione che i primi Cristiani fossero ebrei di Palestina; questo equivale a piegare la Storia al formato di un catechismo. In realtà, quando i Romani parlano degli ebrei nel primo secolo, non bisogna far loro dire qualcos'altro rispetto a quello che dicono, a meno che, evidentemente, non si voglia evangelizzare l'ingenuo e incolto «onest'uomo». Altrimenti, perché convertire questi ebrei in primi Cristiani?  È solo dopo la rivolta del 132, ossia verso il 140 circa, che si assiste alla scissione di una setta gnostica che si era costituita a Roma e di cui alcuni elementi giudaizzanti cominciarono a falsificare la dottrina di origine pagana.

Che l'uomo Gesù crocifisso sulla croce d'infamia non sia esistito in nessun altro luogo se non nell'immaginazione dei Cristiani del II° secolo, è una constatazione evidente. In effetti, i primi Cristiani non hanno conosciuto la croce di supplizio sulla quale sarebbe morto il loro Cristo; quella che adoravano, quella che era il loro simbolo, era la croce di vittoria. Questo fatto indiscutibile, nel suo rigore dimostrativo, è spietato verso la storicità del Gesù Cristo evangelico.  

Se, quindi, questo Gesù Cristo non è esistito così come ci viene presentato, i racconti che lo riguardano sono falsi, gli eventi che pretendono di riportare non hanno avuto luogo, né a Gerusalemme né altrove. Si può dire del vangelo: «questa non è la storia, questa è una storia».

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