mercoledì 8 luglio 2020

Il re di carnevale



IL RE DI CARNEVALE

Filone ci riporta la seguente scena che ebbe luogo ad Alessandria, intorno al 38-41, al momento del passaggio in quella città di Erode Agrippa I, nipote di Erode il Grande. Uno scemo di mente di nome Carabba [126] fu raccolto per le strade e trascinato al Ginnasio; gli si mise sulla testa una corona di papiro, lo si avvolse in una coperta come mantello, infine gli si diede come scettro una canna. Questo «re» di Carnevale fu circondato da una guardia di giovani che portavano bastoni; alcuni venivano a salutarlo, altri a domandargli giustizia; la folla lo acclamava, dandogli il titolo di Maran che, in aramaico, significa «Signore».

Ora parecchi tratti di questa storia si ritrovano nei vangeli: la corona vegetale, la canna, il re nel contempo riconosciuto e discusso, il titolo di Maran (in 1 Corinzi 16:22), le persone armate di bastoni, il gioco dei dadi o degli astragali dei soldati; un re Erode è coinvolto nello spettacolo; nel Vangelo di Pietro (3, 6, 7) e in Giustino (Apologia 1), si ritrovano le persone che vengono a chiedere giustizia a Gesù facendolo sedere sulla cattedra del giudice. Dione Crisostomo scrive (De regno 4:66) che essi fanno sedere il re delle Sacee sul trono del re.

Tale racconto non è certamente la parodia della Passione di Gesù; ne sarebbe piuttosto il modello poiché altri episodi della festa delle Sacee si ritrovano nelle scene evangeliche.

NOTE

[126] Certi hanno legato il nome di Carabba a quello di Barabba, si veda pagina 208. 

Nessun commento: