giovedì 18 giugno 2020

Pilato e il Credo cristiano



PILATO E IL CREDO CRISTIANO

Il nostro procuratore non ha sempre figurato nel Credo; quella professione di fede ha rivestito nel secondo secolo una forma che costituì la cornice del Simbolo degli Apostoli, ma che è difficile da ritrovare nei vari testi che l'arricchirono di molti dettagli aggiuntivi.

Con tutte le riserve, si può affermare che l'antico credo romano esprimeva la fede in Gesù Cristo, figlio unico del Padre, nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria, crocifisso, risorto il terzo giorno, e asceso al cielo da dove sarebbe tornato per giudicare i vivi e i morti.

Ireneo, nel suo riassunto della fede cristiana (C. Haer. 1:10:1) fa allusione alla Passione, alla Resurrezione e all'Ascensione senza menzionare Ponzio Pilato.

Intorno al 200, Tertulliano (De Virg. vel. 1) citava il nome di Ponzio Pilato: precisava che il Padre era il creatore del mondo e che (De praescr. 13) la resurrezione era quella della carne. Criticando Prassea, Tertulliano lo rimproverava di «crocifiggere il Padre».

Nel terzo secolo, il credo di Antiochia si esprimeva altrimenti; Gesù Cristo era non soltanto figlio unico, ma primogenito di tutta la creazione, generato prima dei secoli, disceso dal cielo e nato dalla Vergine Maria, crocifisso sotto Ponzio Pilato e risorto il terzo giorno secondo le Scritture.

Il credo di Eusebio diceva che il Signore soffrì e resuscitò, ma non menzionava il nome di Ponzio Pilato.

Il credo del Concilio di Nicea, pur completando quello di Eusebio, mantiene egualmente il silenzio sul procuratore romano.

Ancora nel IV° secolo, il Credo di Gerusalemme omette il nome di Ponzio Pilato mentre il credo di Epifanio lo menziona. 

In sintesi, il dogma si è diversificato e si è evoluto molto tempo prima di fissarsi. Oggi Ponzio Pilato è al centro del nostro Credo, ma è certo che non vi ha sempre figurato, e quella constatazione è deludente per tutti coloro che cercano prove storiche della crocifissione.

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