sabato 13 giugno 2020

Danzare prima di morire



DANZARE PRIMA DI MORIRE

Matteo (11:17) e Luca (7:32) ci hanno conservato, incorporato nel loro testo, una reliquia gnostica di cui ecco i versi: 
Noi vi abbiamo suonato il flauto
e voi non avete danzato!
Noi abbiamo cantato dei lamenti
e voi non avete pianto!
Di cosa si tratta? Cos'è questa danza di cui gli Atti di Giovanni dicevano: «la Grazia conduce la danza» ?

Forse è Clemente di Alessandria che ce lo spiega (Protrettico 12:120:1): «Vieni, o insano... torna in senno: ti mostrerò il Logos e i misteri del Logos... le figlie di Dio, le belle agnelle, che celebrano i venerandi riti del Logos, riunendo un coro sobrio. Il coro è formato dai giusti, e il loro canto è un inno al re dell'universo. Toccano le cetre le fanciulle, cantano a gloria gli angeli, parlano i profeti, si leva un suono di musica; seguono di corsa il tiaso... Alla luce delle fiaccole contemplo i cieli e Dio, divengo santo per mezzo della iniziazione... Questi sono i baccanali dei miei misteri! Se vuoi, anche tu fatti iniziato, e danzerai insieme con gli angeli intorno all'ingenerato e imperituro e solo veramente Dio, cantando l'inno insieme con noi il Logos di Dio».

Una testimonianza ancora più chiara ci è fornita dagli Atti di Giovanni (94). «Prima che fosse preso dai Giudei... ci convocò insieme e disse: Prima che io sia abbandonato a loro, cantiamo un inno al Padre e poi proseguiamo verso quanto ci aspetta. Ci ordinò così di fare un cerchio tenendoci l'un l'altro per mano. Egli stando nel mezzo, ci disse: «Rispondetemi Amen». Poi prese a cantare un inno, dicendo: «Gloria a te, Padre!» Noi che lo circondavamo, gli rispondemmo: «Amen». Gloria a te, Logos! Gloria a te, Grazia! Amen... Tutto ciò che è in alto partecipa alla nostra danza. Colui che non danza ignora ciò che è accaduto. Amen». Dopo l'inno, il Cristo dice: «Rispondi ora alla mia danza, vedi te stesso in me che parlo e vedendo ciò che faccio, taci sui miei misteri. Tu che danzi, comprendi ciò che io faccio, giacché è tua questa sofferenza dell'uomo che io sopporterò: tu, infatti, non potresti assolutamente comprendere ciò che sopporti, se, come Logos, non fossi stato mandato a te dal Padre... Ciò che ora io sembro, non lo sono...».

Per alcuni Cristiani, il Cristo era un dio che danzava; la sua danza univa al dio il mondo e i credenti. Nel mezzo della danza Gesù svolgeva il ruolo di corifeo e cantava per i suoi discepoli che rispondevano: «Amen». Si credeva che avesse istituito quella danza la vigilia della sua morte. La danza è qui l'equivalente della cena eucaristica.

Questo Cristo non era quello che sarebbe stato giudicato da Ponzio Pilato; egli è del tutto diverso, e la sua danza era ancora praticata nel IV° secolo dai Priscillianisti, dai Manichei, dai Messaliani, dai Meliciani. Ricordiamo anche Ermas (Sim. 9:11) che danzava la notte con le vergini che simboleggiavano le virtù cristiane.

Nessun commento: