domenica 14 giugno 2020

Il tradimento di Giuda



IL TRADIMENTO DI GIUDA

Questo tradimento non appartiene al testo primitivo dei vangeli; al di fuori dei vangeli e degli Atti non se ne parla. Paolo, che sembra parlare di tradimento, o piuttosto di una «consegna» (1 Corinzi 11:23) non dice nulla del traditore.

Gesù era così lontano dal prevedere un tale tradimento da parte di uno dei Dodici che aveva preso Giuda come apostolo, poi come tesoriere della sua comunità. È con piena conoscenza che ha scelto i suoi apostoli (Giovanni 15:16) anche se ha saputo in anticipo che uno di loro «era un demone» (6:70, 71). Poco tempo prima della sua Passione Gesù promise ai Dodici, Giuda compreso, che si sarebbero assisi su dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele. Secondo san Paolo, Gesù apparve ai Dodici dopo la sua resurrezione, ai Dodici, dunque a Giuda come agli altri (1 Corinzi 15:5). E il vangelo di Pietro dichiara: «Noi, i Dodici discepoli del Signore, piangevamo e ci rattristavamo»; il suo autore non conosceva il tradimento di Giuda.

Non si percepisce l'interesse che avrebbe avuto Giuda a tradire il suo maestro; non aveva per nulla bisogno di trenta sicli di argento, poiché era il tesoriere della comunità. Matteo è andato a cercare questi trenta pezzi in un passo di Zaccaria (11:12) cosa che permette agli Atti di vedere in questo episodio un nuovo compimento delle Scritture (1:16). Allo stesso modo, i Salmi 40:10 e 54:12 parlavano di un tradimento, ma questo non aveva nulla a che vedere con Giuda.

Secondo Giovanni (14:30), non è Giuda ma «il Principe di questo mondo» che viene a cercare Gesù per consegnarlo alla morte; si tratta dunque del diavolo il quale «era entrato in Giuda» (Giovanni 13:27) alla mensa del Signore con il boccone di pane che gli offrì Gesù, il che può sembrare stupefacente.

Scelto da Gesù, posseduto dal diavolo con il consenso di Gesù che sapeva cosa stava per accadere, Giuda — supponendo che l'episodio del tradimento corrisponda a qualcosa di reale — fu colpevole? Giuda intendeva dire a Gesù che il suo arresto era necessario e che il suo Signore doveva morire per rinascere e assicurare la salvezza degli uomini. Perché si sarebbe rifiutato di essere lo strumento della Provvidenza? Perché biasimarlo, visto che ha contribuito alla realizzazione del piano divino? Se Gesù non fosse morto, oggi forse non vi sarebbero i Cristiani, oppure essi non si sarebbero assicurati la loro salvezza.

All'origine di queste contraddizioni e incomprensioni su Giuda, vi è forse una storia sacra che non conosceremo mai. Così, Epifanio (38:3) ha scritto: «Alcuni Cainiti dicono che Giuda ha tradito Gesù perché lo considerava malvagio e voleva distruggere la buona Legge; altri tra loro non parlano così, ma pretendono che Gesù era buono e che Giuda lo consegnò a causa della Gnosi celeste». [110] Infatti i «capi» (arconti?) sapevano che se il Cristo fosse stato consegnato alla croce la loro fragile potenza si sarebbe ridotta a nulla e Giuda, conoscendo ciò, si affrettò e fece tutto il possibile per consegnarlo, facendo una buona opera per la nostra salvezza. Noi dobbiamo lodarlo e concedergli elogi, perché per mezzo di lui è stata preparata la salvezza della croce e la rivelazione delle cose dall'alto...».

Da un altro punto di vista, si può ritenere che il famoso «bacio di Giuda» sia stato interpretato anch'esso da persone che non ne conoscevano il senso. Era inutile perché Gesù, come lo dice lui stesso (Matteo 26:55, Marco 14:48-49, Luca 22:53) era conosciuto e insegnava ogni giorno nel Tempio. Giuda avrebbe potuto indicarlo col dito da lontano senza baciarlo. Infine, secondo il IV° vangelo (18:1-8) Gesù si consegna lui stesso senza l'intervento di Giuda, il cui nome è assente dal racconto.

Originariamente, questo bacio ha potuto essere un bacio d'addio. Sappiamo, in effetti, che ad un'epoca antica il sacrificio del capro espiatorio si realizzava in un modo che non può lasciarci indifferenti. Gli anziani del Sinedrio consegnavano il sommo sacerdote o il suo sostituto (il Sagan) agli anziani che lo scortavano fino alla camera superiore della casa di Abtinas, famiglia che preparava l'incenso sacro; gli si faceva prestare giuramento e poi, al momento della separazione, tutti piangevano. [111] Confrontata a questo testo, la frase di Caifa: «È meglio che sia un uomo solo a morire per il popolo» (Giovanni 18:14) assume tutto il suo senso.

NOTE

[110] Ciò che permette di pensare che la Passione sia stata un mito gnostico.

[111] Si veda Pagan Christs di J.M. Robertson, Londra 1911, pag. 59 che dà i riferimenti.

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