lunedì 15 giugno 2020

Arresto e processo



ARRESTO E PROCESSO

Secondo Luca, si vede arrivare una folla preceduta da Giuda. Marco aggiunge che quella folla è armata di spade e di bastoni e che proviene dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dai Farisei. Matteo non menziona gli scribi, Luca aggiunge i capi delle guardie del Tempio. Giovanni dimentica gli scribi e gli Anziani, ma aggiunge i Farisei, le guardie e, soprattutto, la coorte con il suo tribuno. Tutto non può essere vero nello stesso tempo. 

Quando, per esempio, dicendo soltanto: «sono io», Gesù fa cadere tutti a terra, si può ben immaginare che l'autore di una tale baraonda non sia un uomo ma un dio. D'altra parte, se una coorte romana è venuta per garantire l'ordine o procedere ad un arresto, è probabile che non abbia accettato l'appoggio di un gruppo di persone armate di bastoni. E se questa folla è armata di spade, è una truppa ausiliaria ebraica. Si tratta allora di uno scontro tra forze militari, non di una semplice operazione di polizia; Gesù sarebbe qui un capo di guerra.

La procedura immaginata contro Gesù doveva svolgersi originariamente davanti ad un sommo sacerdote il cui nome non era conosciuto. A leggere Matteo (26) e Marco (14) si vede che le scene hanno luogo davanti al sommo sacerdote e ai sommi sacerdoti anonimi che rassomigliano molto a  personaggi convenzionali. Gli evangelisti avrebbero dovuto scrivere «i precedenti sommi sacerdoti» poiché non c'erano più sommi sacerdoti in esercizio nello stesso tempo. Luca ignorava questo fatto poiché dichiarava (3:2) che Giovanni il Battista apparve sotto il pontificato di Anna e Caifa; egli credeva che questi due uomini avessero esercitato congiuntamente il pontificato supremo; ma sappiamo che il primo fu sommo sacerdote dal 6 al 15 e il secondo dal 18 al 36.

Marco Luca danno il nome di Caifa nel loro racconto della Passione; Matteo lo cita due volte (26:3, 57); Giovanni crede di dover precisare che Caifa era sommo sacerdote proprio quell'anno come se il titolo fosse annuale; ma, almeno in linea di principio, quel titolo era dato a vita e Caifa l'esercitò per diciotto anni. In queste condizioni, perché Gesù sarebbe stato condotto davanti al sommo sacerdote Anna? Perché, ci dice Giovanni, Anna era il suocero di Caifa. Singolare ragione e singolare procedura!

Gli evangelisti sapevano da chi Gesù sarebbe stato giudicato ? 

— Secondo Marco e Luca, Gesù fu portato presso il sommo sacerdote, ma non danno il nome di quest'ultimo.

— Secondo Matteo, egli è condotto da Caifa, il sommo sacerdote.

— Secondo Giovanni, dapprima presso il precedente sommo sacerdote Anna.

— Tutto ciò, senza dimenticare il Sinedrio e Pilato.

Si sono conosciute veramente le accuse di cui Gesù sarebbe stato l'oggetto ? 

— Secondo Marco e Matteo si domanda a Gesù se ha annunciato che egli avrebbe distrutto il Tempio e se egli è il Cristo.

Alla sua risposta affermativa, il sommo sacerdote si strappa le vesti e il pubblico proclama che Gesù merita la morte. Ma non si sa se si tratta di grida ostili della folla o di una condanna pronunciata dai giudici.

— Secondo Luca, Gesù si sarebbe dichiarato Figlio di Dio [112] e sarebbe stato rinviato davanti a Pilato senza condanna.

— Secondo Giovanni, Anna interroga Gesù sui suoi discepoli e sulla sua dottrina, poi lo manda a Caifa che non lo interroga e lo rimanda davanti a Pilato.

Così, dal lato ebraico, le accuse sono molto diverse e nessuna condanna viene formalmente pronunciata.

Di fronte a Pilato le accuse saranno ancora diverse da quelle precedenti:

— Secondo Giovanni, Gesù è considerato un malfattore;

— Secondo Luca, Gesù aizza alla rivolta, impedisce di pagare i tributi a Cesare, si pretende Cristo-re (pretesa che si ritrova negli altri sinottici).

Ci viene detto che, se Gesù fu condotto davanti a Pilato, è perché gli ebrei non avevano il diritto di uccidere qualcuno (Giovanni 18:31). Flavio Giuseppe (Antichità 20:9:1) conferma che il sinedrio non aveva il diritto di riunirsi senza l'autorizzazione del procuratore, né di procedere ad una condanna e, a maggior ragione, ad una esecuzione capitale. [113

Quando Gesù ebbe risposto a Pilato che il suo «Regno» non era «di questo mondo», il Procuratore decise che non c'era motivo per una condanna.

A quel punto del processo — e sebbene avesse giudicato innocente Gesù — Pilato lo avrebbe rimandato a Erode sotto pretesto che era Galileo. Ma, curiosa coincidenza, Erode si trovava occasionalmente a Gerusalemme; si osserverà inoltre che egli non aveva alcun diritto di giurisdizione in Giudea e che era «in inimicizia» con Pilato. Anche questa incredibile storia è inutile, perché, di fronte al silenzio di Gesù, Erode lo avrebbe rimandato a Pilato che, allora, si sarebbe riconciliato con Erode. Luca è l'unico a raccontare questo episodio aberrante.

Il processo ritorna dunque davanti a Pilato; [114] costui vuole liberare il «re dei Giudei», cosa che sembra stupefacente, ma cede alle istanze della folla e consegna Gesù ai Giudei pur dichiarandosi «innocente del sangue di questo giusto», affermazione tanto più falsa in quanto Gesù non sarebbe stato «crocifisso» se Pilato non l'avesse consegnato sapendo benissimo cosa sarebbe successo. 

Questo racconto fu immaginato da scrittori che non avevano alcuna idea della legge romana o delle usanze ebraiche. Certi dettagli fanno sorridere: si può immaginare Pilato che giudica Gesù nel suo pretorio e che esce quattro volte all'aperto per discutere con la folla ? Che proclama dapprima l'innocenza dell'accusato, che vuole liberarlo, che decide comunque di farlo flagellare, che aggiunge (senza condanna formale) la morte a quella prima punizione ingiustificata, che consegna Gesù in balia dei Giudei, che si «lava le mani» di ciò che stava per accadere, che tollera che i suoi stessi soldati procedessero all'esecuzione? Chi poteva credere, d'altra parte, che un procuratore romano avrebbe liberato Gesù Barabba, famoso brigante, assassino e, soprattutto, capo di una sedizione?

Parallelamente, vorremmo proprio sapere perché una folla armata è stata necessaria per arrestare Gesù, perché uno dei suoi discepoli portava una spada e se ne servì, perché Gesù fu crocifisso tra due briganti.

NOTE

[112] La risposta di Gesù è ambigua ma il titolo di Figlio di Dio è attestato molte volte nel Nuovo Testamento.

[113] La questione è controversa.

[114] Perché questi tre processi o questi tre personaggi che giudicano ? Anna o Caifa, Pilato, Erode ? Non si può evocare qui il ricordo del triplice processo dell'anima nuda da parte di Eaco, Minosse e Radamanto, immaginato da Platone ? Secondo la Ginza dei Mandei, il dio Anosh-Uthrà è venuto negli anni di Paltos il «re del mondo» il quale si chiama altrove «l'imperatore Pilato». In una recensione della cosmologia mandea, il demiurgo si chiama Ptahil; la confusione era possibile tra questi nomi dalle stesse consonanti. Un trattato ebraico (Sahnédrin 106) chiama Pilato: Pinhas. Queste variazioni del nome sono curiose.

Nessun commento: