domenica 17 maggio 2020

L'eucarestia non è un pasto pasquale



L'eucarestia

L'EUCARESTIA NON È UN PASTO PASQUALE

Ognuno sa e, generalmente, ognuno crede che l'istituzione del rito dell'Eucarestia ebbe luogo al momento dell'ultimo pasto di Gesù, cioè al momento della famosa Cena che tanti pittori hanno illustrato attraverso i secoli. Questo è vero per i tre vangeli sinottici, ma il IV° vangelo, quello di Giovanni, la ignora; per esso, il pasto più significativo fu quello in cui Gesù lavò i piedi dei suoi discepoli, e la più sensazionale distribuzione di pane fu quella che permise il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.

Nonostante l'insistenza che ci misero i correttori giudeo-cristiani nel trasformare quella Cena in pasto pasquale, si può affermare che essa non lo è. [94]

Se Gesù lava i piedi dei suoi discepoli, se viene arrestato, giudicato, ucciso, se tutti sono per strada, se Simone ritorna dal lavoro, se porta la croce di Gesù — quando gli era proibito lavorare o uscire da casa sua fino al mattino — è perché tutti questi fatti non accadono al momento della Pasqua. 

D'altra parte, l'agnello pasquale doveva essere servito con erbe amare e pane azzimo, e ogni partecipante beveva quattro calici. Ora, nella Cena cristiana, non vi è né agnello né erbe, non vi è che un calice soltanto, non è affatto del pane azzimo, ma un pane comune che viene spezzato.

Si è voluto far dire a Paolo (1 Corinzi 5:7) che «Cristo nostra Pasqua è stato immolato» ma l'autore del testo ha commesso un errore. Infatti la Pasqua ebraica era essenzialmente la festa del pane senza lievito, mentre la Cena del Signore cristiano utilizzava del pane lievitato e il vangelo affermava che il lievito era il Cristo; di conseguenza, essa non poteva essere «la Pasqua», ma piuttosto vi si opponeva. D'altra parte, se Gesù era il «pane di vita» non poteva essere l'agnello di cui si mangiava la carne.

Limitandoci a ricordare che vi sono gravi contraddizioni tra i testi riguardanti l'eucarestia, indicheremo alcuni aspetti che mostrano che questo sacramento cristiano ha dietro di sé una lunga evoluzione.

NOTE

[94] Clemente di Alessandria (Stromata 6:145:5) ha scritto: «È in questo giorno (l'8° = domenica) che noi dobbiamo celebrare il banchetto divino secondo la gnosi che ci è data dal Logos». Quella cena non ha alcun rapporto con il corpo di Gesù.

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