sabato 23 maggio 2020

Il segno della croce



IL SEGNO DELLA CROCE

A detta di Tertulliano (De corona milit. 13) i Cristiani facevano il segno della croce in tutte le circostanze della vita, anche le meno importanti: appena giù dal letto, quando cominciavano a vestirsi, uscendo dalla casa o entrandovi, facendo il bagno o sedendosi a tavola, ecc. Lo facevano anche sul cibo, sulla bocca quando starnutivano e persino sui loro animali domestici.

Risulta chiaro da questi esempi che questo segno non ricordava per nulla la crocifissione di Gesù Cristo, ma che era un gesto magico destinato a scongiurare la sorte.

In una recensione del dicembre 1957 (La Table Ronde) il signor Adolphe Dupront, professore alla Sorbona, ha scritto: «è certo che se la croce della passione è quella dei nostri lamenti moderni, nei secoli antichi la croce era soprattutto la croce di gloria. L'infamia del patibolo su di essa è una evoluzione della consuetudine o come un masochismo di ritorno...».

Affermazione che il rev. p. Daniélou confermava nella stessa recensione: «Può essere ritenuto certo che il segno della croce con cui erano segnati i primi Cristiani indicasse per loro il nome del Signore, ovvero il Verbo, e significava che gli erano consacrati... Il segno della croce è apparso in origine non come un'allusione alla Passione del Cristo, ma come una designazione della sua gloria divina... Le quattro braccia della croce appariranno come il simbolo cosmico di questa azione salvifica».

Ritornando ulteriormente su questo argomento (Théol. du jud.-Christ.) padre Daniélou precisava ancora: «Diventa evidente che la croce di cui si tratta non è l'immagine del Cristo sofferente ma la croce gloriosa che precederà il Cristo alla Parusia. Sarà la successiva ascesi cristiana che ne modificherà il significato vedendovi un memoriale della Passione e non una profezia della Parusia».

Quanti Cristiani credono ancora che la croce del Cristo sia una testimonianza della sua crocifissione! Quanti ammetterebbero che essa la nega?

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