venerdì 29 maggio 2020

Croce di supplizio ?



CROCE DI SUPPLIZIO ?

Così, in 1 Corinzi 2:2, Paolo dichiara di non voler conoscere che il Cristo crocifisso. Cosa intende dire con questo? Lo spiega nel verso 8; si tratta del «Signore della Gloria» (ossia di Dio) crocifisso dai «Principi di questo mondo», vale a dire dai demoni planetari. Gli uomini non potevano crocifiggere Dio ma gli «arconti» celesti erano capaci di opporsi a lui, anche solo per errore. Questi esseri soprannaturali e dell'aria, che avevano per capo il «Principe dell'aria» (Efesini 2:2) e che dimoravano negli spazi celesti (Efesini 6:12), Paolo li conosceva e contava di sconfiggerli per andare incontro al Signore «nell'aria» (1 Tessalonicesi 4:16-17). [101] L'allusione riguarda quindi una crocifissione divina e cosmica che non aveva luogo sulla terra.

Nell'Epistola ai Galati, in 3:13, si legge: «Il Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto sia chiunque è appeso al legno». [102] Ma non si riscatta nessuno da una maledizione incorrendo a propria volta in una maledizione diversa. D'altra parte, da quale maledizione il Cristo ha riscattato gli uomini? Proprio da quella che colpiva coloro che praticavano la Legge (3:10); è dunque la Legge stessa che è maledetta. Paolo si erge contro la Legge ebraica e non ha mai preteso che coloro che la praticavano fossero salvati dal Cristo, proprio il contrario. «Il giusto vivrà per la fede» non per la Legge, e il Cristo non ha salvato la discendenza di Mosè (3:19). Né è detto nemmeno che Gesù sia stato crocifisso realmente; l'allusione si riferisce alla sospensione su un patibolo, non alla crocifissione romana. L'intero brano è assolutamente contrario alla teologia paolina della croce e lo si può ritenere un'interpolazione ebraica effettuata da un correttore che non aveva le idee ben chiare. In ogni modo, questo verso 13 è lontanissimo dall'avere il senso che gli si vuole dare.

Nell'Epistola ai Filippesi, si trova in 2:7-8 che il Cristo Gesù «avendo preso figura di uomo si è reso obbediente fino alla morte e fino alla morte sulla croce».

Ci si domanda ancora una volta di quale croce si parla. Ma non si trova da nessuna parte del Nuovo Testamento una riga che riporta che Dio avrebbe dato a suo Figlio l'ordine di morire per un motivo qualunque. Siamo posti qui di fronte ad un mistero liturgico che è diventato incompreso. Si è ipotizzato che l'espressione «la morte sulla croce» fosse stata inserita nel testo a fini teologici; ciò è del tutto possibile, ma quel che si può affermare è che i versi 7 e 8 fanno parte di un inno che è stato introdotto nell'epistola e che va dal verso 6 al verso 11 incluso; questo inno, ben ritmato, è di ispirazione giudeo-cristiana. Si è scoperto, inoltre, che l'epistola era composta da tre lettere originariamente separate e di cui si distinguono i profili: la prima comprendeva i versi 4:10-20 o 23, la seconda andava da 1:1 a 3:1 con alcuni versi del capitolo 4, la terza da 3:2 a 4:9. Non dobbiamo quindi stupirci se la nostra epistola contiene contraddizioni e se le sue allusioni mistiche non sono di natura storica. 

I tre testi che abbiamo appena analizzato si mostrano, in definitiva, incapaci di stabilire che Paolo ha creduto alla crocifissione romana di un uomo Gesù.

NOTE

[101] Allo stesso modo, Apuleio di Madaura, intorno al 170, parla nel suo De Deo Socratis di demoni dell'aria, intermediari tra gli dèi e gli uomini.

[102] Quell'interpolazione nel testo paolino voleva forse provare che Gesù era un uomo ma che era stato maledetto per mezzo della sua impiccagione e che di conseguenza non si poteva prenderlo per il Messia.

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