giovedì 12 marzo 2020

Trasformazione del Cristo in Messia



TRASFORMAZIONE DEL CRISTO IN MESSIA

Una volta identificato Gesù al Cristo — e  convertito Paolo (nei suoi stessi testi) dopo la sua morte a quella maniera di vedere «le cose» — si andò oltre. Si tentò, assai timidamente, di assimilare il Cristo al Messia ebraico. È al tempo successivo di una revisione del IV° vangelo che uno scriba interpolò quella equivalenza in due punti del testo giovanneo, i soli di tutto il Nuovo Testamento dove figura la parola «Messia». [13]

In Giovanni 1:41 si può leggere: «Noi abbiamo trovato il Messia» ma, siccome il lettore greco non avrebbe compreso questo termine ebraico, glielo si spiegò: lo scriba aggiunse «che significa il Cristo».

Secondo 4:25, la Samaritana avrebbe dichiarato: «So che deve venire il Messia» il che, nella sua mente, non significava necessariamente il messia di Giuda, ma piuttosto il «Taeb», ovvero il messia samaritano. Poco importa d'altronde ma, ciò che può apparire curioso, è che pure lei avrebbe sentito il bisogno di specificare: «colui che è chiamato Cristo» al fine di illuminare il significato del nuovo termine che si introduceva nelle Scritture.

In definitiva, si constata una lunga evoluzione del personaggio centrale della religione cristiana. Chrestos diventa Christus, poi Cristo Gesù, infine egli è confuso con il Messia. Ci resta da cercare nei documenti storici e nel Nuovo Testamento stesso se questa ipotesi di una progressiva creazione di Gesù Cristo costituisce una supposizione gratuita e malevola o, al contrario, se si trova confermata. 

NOTE

[13] Altrove si trova «Cristo»; si veda Supra pag. 24.

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