PROTESTE CONTRO L'ASSIMILAZIONE DI GESÙ AL CRISTO
Quei tentativi al fine di identificare GESÙ al CRISTO provocarono per qualche tempo delle proteste. Gesù non diventò Cristo di colpo. I vangeli ci dicono che Gesù stesso non accettava questo titolo: «Ordinò severamente ai discepoli di non dire che egli era il Cristo» (Matteo 16:20; Marco 8:29), e egli raccomandò loro di non credere a coloro che si sarebbero fatti passare per tali. È dunque certo che l'equazione Gesù = Cristo non risale alle origini; è successiva al tempo in cui avrebbe vissuto uomo Gesù, successiva perfino ai racconti sulla sua Resurrezione.
Quando questa credenza apparve, molte persone la respinsero. Leggiamo in Giovanni 9:22 che se qualcuno riconosceva Gesù per Cristo, era espulso dalla sinagoga e che vi era divisione tra la folla (7:41). Coloro che credevano che il Cristo fosse un essere celeste e potente dissero nel vedere Gesù sulla croce: «Salvi se stesso, se è il Cristo!» (Luca 23:35).
Un intero partito — che doveva trionfare sotto il nome di «Grande Chiesa» — volle dimostrare che Gesù si identificava col Cristo. L'unica prova della sua affermazione consisteva nell'interpretare le Scritture (Atti 18:28) alla sua maniera. È così che si fece attestare da Paolo stesso (che non ne aveva saputo nulla) che «Gesù è il Cristo» (Atti 18:5). Giovanni l'evangelista ci confida candidamente che «queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo» (20:31). E, come va da sé, la 1° Epistola di Giovanni (2:22) tratta da «menzognero colui che nega che Gesù è il Cristo», il che dimostra che vi erano ancora degli increduli.
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