mercoledì 11 marzo 2020

Fusione del Cristo e di Gesù



FUSIONE DEL CRISTO E DI GESÙ

Constatazione impressionante: è negli scritti di Paolo che la trasformazione del CRISTO in GESÙ (o viceversa) è dapprima stata fatta. Il nome composto GESÙ CRISTO o l'inverso è quasi sconosciuto nel Nuovo Testamento al di fuori delle epistole paoline; dire che lo si riscontra tuttavia una volta in Marco e Matteo, due volte in Giovanni e sei volte negli Atti equivale a constatare che l'armonizzazione era molto meno necessaria di prima perché, già fatta nelle Lettere di Paolo, essa era penetrata nelle credenze. 

Ma dovevano esistere ancora contradittori o scettici a fronte dei quali occorreva presentare i testi. Allora, al seguito del verso 1:16 di Matteo («...Maria, dalla quale è nato Gesù») si aggiunse «che è chiamato Cristo», il che contravveniva tuttavia alla raccomandazione di Gesù (16:20) «di non dire a nessuno che egli era il Cristo». [12]

D'altra parte, Gesù avrebbe predetto (24:5) che «molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno». Profezia senza dubbio posteriore all'evento (e proveniente da ambienti che credevano ad un Gesù storico), ma che dimostra che vi erano diversi Cristi e che, almeno per i loro seguaci, essi erano ciascuno il vero. Non è quindi impossibile che i vangeli abbiano attribuito al loro «vero» cristo delle gesta o dei detti appartenenti ai «falsi» Cristi.

Nel corso della Passione, Pilato domanda (Matteo 27:17): «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù che è chiamato Cristo?» Ma, a quel momento, tutti sapevano chi era Gesù; non c'era affatto bisogno di precisarlo, soprattutto da Pilato. Tuttavia, questa spiegazione inutile non parve sufficiente allo scriba che manipolava il testo poiché aggiunse più avanti (al verso 22): «Gesù che è chiamato Cristo». Questa insistenza è altamente sospetta.

NOTE

[12] Se, come pretendono gli Atti (2:36), è dopo la crocifissione di Gesù che costui è stato fatto «Signore e Cristo» da Dio, quelle parole non designano un uomo vivo ma un Risorto e, ciascuna volta che le si riscontrano nel Nuovo Testamento, occorre di conseguenza attribuire il passo non all'uomo Gesù ma alla sua apparizione post mortem (Atti 10:41b).

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