lunedì 30 marzo 2020

Il Cristo fantasma divino



IL CRISTO FANTASMA DIVINO 

Quando Gesù camminò sulle acque, i suoi discepoli riconobbero che non apparteneva al genere umano: «è un fantasma!» gridarono, e quando, immediatamente, Pietro volle imitare Gesù, egli affondò perché, al contrario di Gesù, lui era soggetto alle leggi di gravità. 

Quando, sulla via di Emmaus, Gesù presunto risorto appare a due discepoli e mangia del pane con loro, essi non lo riconoscono (Luca 24:30); quando, poco dopo, si reca a Gerusalemme e mangia con gli Undici del pesce arrostito (Luca 24:36-43), gli apostoli si immaginano di vedere uno spirito; quando sulle rive del lago di Tiberiade i discepoli scorgono Gesù «non si erano accorti che era lui» (Giovanni 21:4-9); non lo hanno dunque conosciuto da vivo? In tutti questi episodi, l'apparizione di Gesù è quella di uno spettro, o di un dio rivestito di una forma umana coperta essa stessa della veste bianca degli angeli.

Sappiamo da san Girolamo che: «al tempo stesso degli apostoli, quando il sangue del Cristo era ancora fresco in Giudea, si asseriva che il corpo del Signore fosse solo un fantasma» (Adv. Lucif. 23).

Perché, se non perché era dio, gli uomini chiamavano Gesù «Signore»? Perché gli rivolgevano delle preghiere? Perché avrebbe avuto bisogno di morire e di rinascere per meritare delle preghiere? Non era già durante la sua vita «la Resurrezione e la Vita»? (Giovanni 11:25). E quando affermava che egli era «il Pane di vita» disceso dal cielo o «la Vite», ciascuno sapeva bene che solo un dio poteva esprimersi così; anche nei tempi antichi, la gente avrebbe sorriso di un uomo che si prendeva per una pianta o per un pane.

«Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e negli Inferi» (Filippesi 2:9-11) ed è nel nome di Gesù che gli apostoli compivano le loro guarigioni. Si può sostenere che questo potere del nome si legava al nome di un uomo?

Nessun commento: