martedì 31 marzo 2020

Le apparenze umane di Dio



LE APPARENZE UMANE DI DIO

Sarebbe imprudente obiettare da parte nostra al fatto che, nei vangeli, Gesù si comporta spesso, e questo è indiscutibile, come un uomo; egli sostiene discussioni, mangia e beve, sale in barca, scala una montagna, è angosciato, soffre, si arrabbia, ecc. Questo sarebbe equivalente a prendere le apparenze per la realtà.

Significherebbe dimenticare le avventure terrene degli dèi della mitologia classica o quelle del dio degli ebrei. Nel mondo greco, Zeus discese sulla terra; condivise il letto di Alcmena e da quella unione nacque Ercole che, come un messia, doveva porre fine all'età del ferro e recare l'età dell'oro; chi oggi oserebbe pretendere che Zeus fosse un uomo?

Parallelamente, è sufficiente aprire una Bibbia per vedere Jahvé camminare nel suo giardino al fresco della sera (Genesi 3:8), chiudere la porta dell'arca su Noè e la sua famiglia (7:16), respirare l'odore del sacrificio (8:21), discendere per meglio vedere la Torre di Babele (11:5), mangiare alla tavola di Abramo (18:1-8), lottare contro Giacobbe (32:24-31). Orbene, nessuno sano di mente ha concluso da queste attività puramente umane prestate a Jahvé che il dio degli ebrei fosse un uomo. 

Questi esempi sono spiegati benissimo dal cattolicissimo DICTIONNAIRE DE LA BIBLE di Vigouroux, dove si può leggere questo (art. JÉHOVAH, Col. 1238): «I profeti prestano a Geova degli occhi, delle orecchie, una bocca, delle labbra, una lingua, una testa, dei capelli d'argento, un naso, una schiena, delle mani, delle braccia, dei piedi. Dio parla, risponde, tace, chiama, soffia, vede, guarda, intende, sente, gusta, tocca, si alza, si arresta, colpisce, costruisce, distrugge, scopre il suo braccio, leva il suo stendardo, tende il suo arco, ecc. Gli scrittori ispirati di tutte le epoche attribuiscono a Dio non soltanto un corpo e delle membra, non soltanto le azioni dell'uomo, ma anche le sue passioni, l'amore, l'odio, la gioia e il dolore, il desiderio e l'impazienza, la gelosia, la vendetta, il pentimento, la dimenticanza, ma soprattutto la collera... Nel corso del tempo, questo linguaggio parve straordinario. Questi antropomorfismi furono ammorbiditi nei Targum o sostituiti da perifrasi... ma ciò che vi è di più singolare è che a forza di reagire contro l'antropomorfismo precedente, i rabbini vi ricaddero in un'altra maniera... Ci rappresentano Dio occupato di giorno a studiare i ventiquattro libri della Legge, i Profeti e gli Agiografi, di notte a meditare le sei parti della  Misnà».

Chi non si rende conto che tutto ciò che vi è detto di Dio si applica perfettamente al Cristo?

E non è tutto; in questo stesso Dizionario, all'articolo ANGELI, leggiamo: «Indubbiamente (gli angeli) rivestono spesso la forma dell'uomo, e per questo motivo sono a volte chiamati uomini, ma... la maniera in cui appaiono e scompaiono e tutto ciò che fanno provano che essi non hanno nulla di umano. Non è che in apparenza che prendono il cibo che gli uomini offrono loro...». Ora, nel Nuovo Testamento, gli angeli sono molto spesso messi in scena; essi appaiono a Zaccaria, alla Vergine, a Giuseppe, ai pastori, alle sante donne, a Gesù per servirlo nel deserto, per partecipare alla sua Ascensione; faranno corteo al Figlio dell'uomo al momento del Giudizio finale. Cosa di più naturale dal momento che «il Cristo è stato posto da Dio al di sopra di ogni ordine di angeli» (Efesini 1:21), e che egli ne era «il capo» (Colossesi 2:10), il che significa arcangelo ? Perché volere ad ogni costo e contro ogni evidenza fare di lui un uomo?

Tertulliano non ha forse scritto (Apologetico 21): «noi adoriamo Dio per mezzo di Cristo; credetelo pure un uomo se voi volete». I primi Cristiani hanno considerato il Cristo un essere divino; se quelli del XX° secolo vedono in lui un uomo, è perché i teologi hanno modificato il testo dei vangeli a partire dalla seconda metà del secondo secolo, creando così immense difficoltà che i loro successori non sono riusciti a risolvere.

Queste difficoltà, noi le presenteremo — almeno alcune — ai nostri lettori e, per facilitare loro il compito, supporremo per un momento che Gesù Cristo sia davvero un personaggio storico e che abbiamo il diritto e il dovere di conoscerlo al di fuori di ogni pregiudizio.

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