venerdì 21 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Roma e gli ebrei»

(segue da qui)

Roma e gli ebrei

Tuttavia a Roma, si detestano gli ebrei. Questo è dunque il paradosso: fortemente anti-ebraico, il cristianesimo primitivo, e soprattutto romano, ha bisogno di testi ebraici per affermarsi, da una parte contro gli Gnostici, dall'altra parte contro le divinità concorrenti dell'ellenismo. Si utilizzeranno quindi le profezie, incriminando al tempo stesso gli ebrei. Si tratterrà il Messia ebraico, ma rivoltandolo contro di loro. È allora che si inscrive nei testi l'accusa di deicidio: «Avete sofferto anche voi da parte dei Giudei, i quali hanno perfino messo a morte il Signore Gesù e i profeti e hanno perseguitato anche noi... [6] Ma ormai l'ira è arrivata al colmo sul loro capo» (1 Tessalonicesi 2:14-16).

Non è quindi sorprendente che, legato per necessità alle Scritture ebraiche, il Cristo romano sia così diverso dal Messia ebraico. Egli riprende dagli dèi pagani, ai quali si oppone, molti tratti e i loro riti principali. La sua moralità deriva direttamente da un Essenismo allargato. In breve, egli è molto più vicino al Cristo paolino, e si utilizzeranno le epistole di Paolo, rivelate da Marcione; ma le si riscriverà, per far dire loro tutt'altra cosa.

Questo non è sufficiente ancora, la massa dei fedeli vuole altri dettagli.

NOTE

[6] Allusione probabile alle persecuzioni di Bar-Kochba.

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