mercoledì 15 gennaio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Gli Ellenisti»

(segue da qui)

Gli Ellenisti

Se crediamo agli Atti, un dissenso si sarebbe verificato intorno al 44: degli elementi stranieri, chiamati «ellenisti», vi avrebbero sollevato un conflitto, probabilmente in occasione dell'ammissione dei non circoncisi. Gli ellenisti, cacciati, si sarebbero rifugiati ad Antiochia. 

Questo racconto è del tutto inverosimile: è stato immaginato più tardi, per assicurare un legame, peraltro artificiale, tra Gerusalemme ed Antiochia. Ma se l'esistenza degli ellenisti nella comunità ebraica di Antiochia è ben stabilita, è del tutto improbabile a Gerusalemme, dove si resta molto legati alla «discendenza di Abramo».

Anche se non si trattasse che di ebrei ellenizzati, non è la loro esclusione che appare impossibile, ma la loro stessa esistenza. Gli ebrei ellenizzati, cacciati da Gerusalemme, sono Paolo e Barnaba: non si è voluto riconoscerli, il loro Messia (Cristo) non è quello che si attende a Gerusalemme.

Ma più tardi ci si rese conto che non esisteva alcun legame tra i presunti discepoli di Gesù, a Gerusalemme, e la comunità di Antiochia da cui si diffuse il cristianesimo: ci si inventò gli «ellenisti», così come esistevano nelle comunità della dispersione. Questa invenzione, necessaria per la tradizione, è improbabile: non esistevano degli ellenisti a Gerusalemme, in una comunità che attribuiva tanta importanza alla sua natura ebraica, alle tradizioni ebraiche, assidua al Tempio.

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