venerdì 8 novembre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Il supplizio ebraico»

(segue da qui)

Il supplizio ebraico

Domandiamoci ora se la parola che traduciamo con «croce» abbia veramente questo significato. «All'inizio dell'era cristiana, non esisteva una parola speciale per designare la croce considerata come strumento di supplizio». [5] È in ragione stessa del cristianesimo che si è imposta la specializzazione del termine, ma ci volle moltissimo tempo. 

Gli ebrei designavano solamente con  la parola «legno» lo strumento al quale era sospeso il condannato. Ma non lo appendevano vivo, vi legavano solo il suo cadavere, poiché era scritto: «Se uno ha commesso un delitto che merita la morte ed è stato messo a morte, e tu l'hai appeso a un albero, il suo cadavere non rimarrà tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai lo stesso giorno, perché è maledetto da Dio colui che È APPESO AL LEGNO» (Deuteronomio 21:22-23). 

Ora, è proprio questo testo che l'epistola ai Galati applica alla morte di Cristo (3:13). È con riferimento a questo testo che gli «Atti degli Apostoli» applicano per due volte a Gesù la formula: «appendendolo al legno» (5:30 e 10:39).

Tra la crocifissione romana e l'impiccagione ebraica, non esisteva tanto una differenza di strumento, quanto del genere di morte: i Romani appendevano vivo il torturato e lo lasciavano esposto fino alla sua morte, con l'agonia che durava spesso parecchi giorni; gli ebrei prima uccidevano il condannato (lapidandolo), poi appendevano il suo cadavere per impressionare la folla, ma dovevano sempre rimuovere il corpo prima della notte.

A quale di quelle due procedure fanno allusione i testi? Certi farebbero propendere per il supplizio ebraico: [6]

a) è il caso dell'epistola ai Galati, con il suo riferimento al Deuteronomio;

b) è il caso degli «Atti» per lo stesso motivo (la stesura assai tardiva di quest'opera ha potuto conservare delle formule primitive), ed è molto curioso che l'autore dica ancora intorno al 170-180 «appeso al legno» e non «messo in croce»;

c) una tradizione riportata dal Talmud (e di cui ho già parlato) voleva che Gesù sia stato dapprima lapidato, prima che il suo corpo fosse «appeso al legno»;

d) un passo poco conosciuto de «L'Ascensione di Isaia» testo ebraico dove sono state inserite delle interpolazioni cristiane nel II° secolo, è scritto così: «E l'Arconte di questo mondo stenderà la sua mano sul figlio di Dio, e lo ucciderà, e lo sospenderà al legno». [7] Si tratta sempre di un'esecuzione preliminare, e di una sospensione del cadavere alla maniera ebraica, secondo le prescrizioni del Deuteronomio. Ora, l'Arconte di questo mondo (formula utilizzata anche da Paolo) permette di pensare che questo testo sia antico.

Inoltre, nei racconti evangelici, il corpo del tormentato non è stato tolto la sera stessa conformemente alla legge ebraica? Non è dunque Pilato che ha ordinato l'esecuzione.

Così la tradizione primitiva sembra intravedere una lapidazione preliminare, poi l'impiccagione del cadavere al legno, alla maniera ebraica. È più tardi che la messa in croce romana sarebbe stata sostituita a quella prima versione. «Nulla permette di affermare che il legno dove sarebbe stato legato Gesù fosse una croce», conclude Ory.

Ma allora, cosa diviene il fatto stesso della crocifissione? 

NOTE

[5] ORY, si esamini la nota precedente.

[6] Si veda MARC STÉPHANE: «La passion de Jésus, réalité ou mythe», Bulletin du Cercle E. Renan, dicembre 1961, pag. 30.

[7] L'Ascensione di Isaia (18:14).

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