martedì 8 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «Paolo e l'Antico Testamento»

(segue da qui)

Paolo e l'Antico Testamento

La croce del Cristo occupa un posto importante nelle epistole, ma Paolo non ne è un testimone oculare, non la conosce che per rivelazione. Ora, quella rivelazione è altra cosa rispetto ad un'interpretazione dell'Antico Testamento? Si vorrebbe che Paolo ci dicesse qualcosa di più preciso; sfortunatamente, quando scrive: «Vi ho trasmesso prima di tutto che Cristo è morto per i nostri peccati», non vediamo nulla di più che un'eco della profezia di Isaia: «Per i nostri peccati egli è messo a morte». Tutto il messaggio di Paolo è già nell'Antico Testamento, dove è scritto: «Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità» (Isaia 53:5). Paolo è ancora meno preciso, non sa nemmeno che il suo Cristo sarebbe stato «trafitto». [17]

Il Cristo crocifisso sarebbe nato, come lo ha pensato Couchoud, [18] da una meditazione di Paolo sul tema dell'agnello pasquale («Nostro agnello pasquale, Gesù Cristo, è stato immolato», 1 Corinzi 5:7), oppure nei termini del Salmo 68? Questo equivarrebbe a riconoscere a Paolo un'invenzione essenziale, egli sarebbe allora l'autentico creatore del cristianesimo. Ma Paolo non è che il portavoce di una scuola, di un gruppo: la sua rivelazione, per quanto personale appaia, si inserisce nel contesto di una «conversione» a Damasco. Couchoud non conosceva ancora i manoscritti del Mar Morto; noi sappiamo ormai che occorre avvicinare il messaggio di Paolo agli scritti esseni, così come dirò nella II° parte. L'Agnello pasquale, il cui sangue redime gli uomini, il crocifisso dagli Arconti, è anche il Maestro di Giustizia: «Dio lo ha prestabilito per essere la vittima di propiziazione, mediante la fede nel suo sangue, al fine di manifestare la Giustizia che dà lui stesso» (Romani 3:25).

Che il Cristo di Paolo sia l'Agnello pasquale, messo in croce secondo il rito, [19] è quel che emerge da numerosi passi delle epistole. Ma è anche uno dei temi dell'Apocalisse: il Cristo, è l'Agnello immolato (5:6 e 12).

Tutto il primo secolo non ha conosciuto che questa immagine dell'agnello pasquale, messo in croce. La sola originalità di Paolo sarebbe di aggiungere: «dagli Arconti» — il che ci allontana ancora di più da un fatto reale.

NOTE

[17] Ma avrebbe potuto leggerlo in Zaccaria 12:10.

[18] COUCHOUD: «Jésus, le dieu fait homme», capitolo «Le dieu crucifié».

[19] Su due bastoni incrociati: questo simbolo ha colpito Giustino (Dialogo con Trifone 11:3).

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