venerdì 11 ottobre 2019

La Favola di Gesù Cristo — «I vangeli apocrifi»

(segue da qui)

I vangeli apocrifi

Occorre proprio ammettere che i «falsi» vangeli non ci insegnano niente di più su Gesù rispetto ai canonici: i loro autori non ne sapevano di più. 

Una menzione per il vangelo detto degli Ebrei, perché attribuisce la preminenza, nella comunità primitiva, a Giacomo e non a Pietro. Questo, non in virtù di un'istituzione terrena, ma in ragione di un'apparizione: è a Giacomo che Gesù risorto sarebbe apparso per primo (e non a Cefa-Pietro, come dice l'epistola di Paolo, probabilmente rimaneggiata). Invitandolo alla mensa, il fantasma gli avrebbe detto: «Fratello mio, mangia il tuo pane». Ed è per questo che Giacomo era chiamato «il fratello del Signore». [2] Si sente qui l'imbarazzo dell'editore, disturbato dalla versione iniziale dei fratelli di Gesù che si ritrova ancora nei canonici. Ma la preminenza di Giacomo è da ricordare, poiché concorda con quella che gli è attribuita nell'epistola ai Galati, e Giacomo è l'unico personaggio la cui esistenza sia assicurata da Flavio Giuseppe. Si può quindi presumere che la leggenda di Pietro vi sia stata sostituita in un secondo tempo. 

L'interesse principale dei vangeli non canonici è quello di metterci in guardia, per analogia, contro l'autenticità di quelli che la Chiesa ha conservato. Essa ha cercato di far scomparire i primi, ma a volte alcuni frammenti sono sfuggiti alle censure.

NOTE

[2] Secondo EPIFANIO (Haeres, 78-14). Ma Giacomo sarebbe morto nel 62 all'età di 96 anni; sarebbe quindi nato nel 34 A.E.C. (almeno trent'anni prima di Gesù). Questa qualità di Anziano concorda con il suo ruolo di capo della comunità (essena) di Gerusalemme, ma esclude ogni fratellanza carnale con Gesù.

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