giovedì 27 febbraio 2020

La Favola di Gesù Cristo — «Il silenzio su Gesù»

(segue da qui)

Il silenzio su Gesù

L'Apocalisse è un'opera di guerra, un'ardente appello alla lotta contro l'odiato occupante romano. Bella occasione, a quanto pare, per accusare il procuratore Pilato? No, l'autore ignora Pilato tanto quanto Gesù.

La discesa del Messia, annunciata come  prossima, non rassomiglia ad una «passione»: lungi dal morire in croce, il Vittorioso stermina i suoi nemici, e deve stabilire il suo regno terreno per mille anni. Oggi si tenta di farci ammettere che occorre interpretare queste immagini in un senso simbolico, ma è sufficiente leggere l'Apocalisse per vedere che la distruzione di Roma, rinnovando quella di Babilonia, è annunciata come reale.

Il Messia atteso, è il «Figlio dell'uomo» di Daniele. Lungi dal morire in croce, è destinato a stabilire l'impero ebraico sulle rovine di Roma. E l'autore cristiano, che ha ripreso questo messaggio verso il 95, non lo contraddice: dopo la descrizione del grande massacro, l'opera termina con questa promessa: «Sì, io vengo presto», a cui l'autore cristiano risponde: «Vieni, Signore, vieni!». Egli ignora dunque che sia già arrivato sotto un'altra forma.

Nel racconto della nascita astrale, si trova senza dubbio la prima versione di ciò che diventerà la nascita verginale di Gesù. Ma noi siamo ancora su un tutt'altro piano, la Vergine celeste partorisce all'origine del mondo (e non nella Storia). Si tratta di un simbolismo astrologico.

Il tema dell'agnello sgozzato sarà ripreso dai cristiani. Ma qui l'Agnello non è messo a morte sotto Pilato, è immolato «fin dalla creazione del mondo» (13:8). Si tratta di un rito dal valore permanente, non di un fatto storico.

Quando si tratta di marchiare gli ebrei con un segno, in modo che sfuggano allo sterminio (7:4), l'autore riprende da Ezechiele (9:4) l'idea di un segno sulla fronte, ma non ricorda nemmeno che quel segno sia una croce: ignora ancora il simbolismo e il significato della croce.

Annettendo l'opera ebraica, quando il cristianesimo esitava ancora sulla persona del «Salvatore», lo pseudo-Giovanni ci dimostra che, ancora nel 95 circa, quel Salvatore non era stato dotato di una vita terrena. Eppure, là si tratta proprio dello stesso personaggio celeste, che diventerà il Salvatore «Gesù». Ma la sua leggenda non è ancora umanizzata, egli resta un mito.

È questo mito che lo pseudo-Giovanni oppone al Salvatore dei Nicolaiti, e forse a quello di Paolo. Cosa pensarono i primi cristiani di Efeso, nel ricevere l'annuncio della venuta imminente del Messia trionfante, quando Paolo aveva predicato loro un altro Messia contro quello di Apollo? Noi l'ignoriamo, ma è importante notare che in tutte quelle controversie la cui memoria sussiste negli «Atti» e all'inizio dell'Apocalisse, nessuno si appoggia mai su un fatto reale, ciascuno invoca una visione: lo pseudo-Giovanni al pari di Paolo. E il primo può annunciare la venuta imminente del Messia agli Efesini, senza rischiare di vedersi rispondere (perfino dai discepoli di Paolo): ma lui è già venuto, lui è stato crocifisso ai tempi di Pilato! Questo, nessuno lo sa ancora.

L'Apocalisse appoggia dunque molto seriamente la tesi del mito di Cristo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Da dove proviene l'idea della crocifissione secondo lei? Mi pare che qualcuno abbia interpretato il segno sulla fronte di Isaia con la lettera tau in opposizione al segno sulla fronte di Caino.

Giuseppe Ferri ha detto...

L'ipotesi più probabile la trovi in questo capitolo del miticista P.-L. Couchoud.

La seconda ipotesi più probabile la trovi a pag. 24 del libro The true founder of Christianity del miticista Max Rieser.

La terza ipotesi più probabile si trova esposta dal folle apologeta cristiano Giustino, nel suo Dialogo con Trifone, 40.

Giuseppe Ferri ha detto...

E così lo storico Diodoro Siculo (Libro XI della Biblioteca Storica):



Ed è noto, come avendo Ciro, re dei Persiani, che in potenza aveva superato tutti i re del suo tempo, voluto condurre un esercito grandissimo nella Scizia, la regina degli Sciti rotto e distrutto quell'esercito dei Persiani, e preso in battaglia Ciro, lo fece crocifiggere.



Quindi gli ebrei, prima dell'inventato Gesù (che fu chiamato Cristo), avevano chiamato Messia un uomo crocifisso (per Isaia 45:1-2).