(per il secondo discorso del prof. Drews, si veda qui)
SOMMARIO:
Prefazione del traduttore
primo discorso di Arthur Drews
secondo discorso di Arthur Drews
terzo discorso di Arthur Drews
Il Dr. Arthur Drews, professore all'Università, (Karlsruhe).
CONCLUSIONE
SIGNORE E SIGNORI,
Se mi volete permettere di riassumere, in una rapida conclusione, quello che mi sembra essere il risultato della serata di oggi, credo che siano state trattate qui due idee fondamentali, due questioni cruciali. La prima è puramente scientifica, teorica se volete: Come è nato il cristianesimo e come potrebbe essere rivitalizzato nel nostro tempo? La teologia liberale crede di poter risolvere questa questione con la sola critica dei testi, sul terreno puramente filologico. I miei amici ed io, al contrario, abbiamo sottolineato l'importanza del mito per quanto riguarda l'origine della religione cristiana, e anche, con il Dr. Maurenbrecher, per quanto riguarda l'evoluzione morale e intellettuale dell'umanità. Quello che potremmo dare stasera è stato solo un semplice impulso, e non ha preteso di essere nient'altro. Ma se siamo riusciti a rendere i teologi più consapevoli di quanto non fossero già dell'importanza del mito, la questione del Gesù storico, qualunque obiezione che si sia potuta fare, non sarebbe stata trattata inutilmente stasera.
La seconda cosa che ci è diventata nettamente chiara, in seguito alla discussione di oggi, è il problema della moderna concezione religiosa del mondo. Qui si pone questo interrogativo: cosa può essere ancora per noi il Cristo oggi? Signore e signori, personalmente io rispondo: nulla, fintantoché personalità puramente storica. Per contro, fintantoché idea dell'umanità divina, egli è tutto, vale a dire che è il fondamento di una nuova religione, di una nuova fede, è un nuovo punto di appoggio per la nostra vita, che, avendo parecchie volte perduto la sua, lotta per conquistarne un'altra. Questo è ciò che chiamerei dal mio punto di vista, la continuazione dell'evoluzione del cristianesimo, se si riuscisse a svincolare l'idea di Cristo da ogni contingenza storica e da ogni teologia, per fare di Cristo il solo e universale principio di redenzione, non affatto un Cristo che sarebbe realmente esistito in Palestina, tanti e tanti anni fa, ma che vivrebbe ancora attualmente in ciascuno di noi, che ciascun individuo potrebbe vivere nel suo cuore e potrebbe sperimentare lui stesso, senza dover per quello studiare la Bibbia, la critica dei testi e la teologia. [1] In questo senso, posso trovarmi pienamente d'accordo con il pastore Fischer, nella misura in cui lui desidera liberare la religione dalla casualità storica; ma, Signore e Signori, se si vuole entrare in questo nuovo modo di evoluzione ulteriore del cristianesimo, è necessario, soprattutto, che la fede nell'idea, che a me sembra, ahimè!, mancare molto nei teologi liberali, guadagni delle nuove forze tra noi. È necessario, per necessità, che apprendiamo di nuovo a credere alle idee come a dei poteri che muovono il mondo e lo fanno marciare. Se non possiamo più credere a delle personalità accidentali, e se non vogliamo più crederci, possiamo e dobbiamo credere nelle idee! Possa ciascuno di voi mettere mano a questa grande opera, combattere con noi l'indifferentismo, la stupida apatia, di fronte alle questioni, le più importanti di tutte le questioni intellettuali che interessano la civiltà! Fate fronte comune con noi contro tutta questa gente stanca, che crede di essersi sbarazzata di tutto, che si disinteressa della questione religiosa, trattandola da strumento primitivo, e che pensa che per essere uomini “moderni”, è necessario non preoccuparsi di cose simili.
Signore e signori, io sono convinto che il Gesù storico della teologia liberale non è affatto in grado di ricostruire la coscienza religiosa esausta, né di restaurare la forza religiosa che si affievolisce. In questo modo, per un certo periodo di tempo, si potrà ben essere in grado di mantenere certe parti nel cristianesimo, ma non si potrà affatto rivitalizzare la religione. Nello stato attuale delle cose, chiunque non possa credere in un Gesù storico è perduto per la religione. Ma l'intera questione equivale proprio a sostituire la vecchia religione con un'altra cosa, o per dei mezzi metafisici, come io ho tentato di fare personalmente, espandendo l'idea dell'uomo-dio, dell'uomo storico Gesù, per farne l'idea dell'umanità-dio, oppure, come è il caso in generale tra i Monisti, nel ridurre semplicemente l'idea di Dio all'idea del mondo, tentando di ottenere un punto d'appoggio direttamente su questa terra con l'aiuto di una concezione naturalistica, e di organizzare la sua vita in “Dio” e senza metafisica. A ciascuno tocca prendere la sua decisione al riguardo. Non possiamo dire qui nulla di positivo. Ecco soltanto ciò che dichiarerei ufficialmente stasera: se qualcuno può ancora credere nel Gesù storico, noi non glielo impediamo affatto. Ma per quelli che non possono più credervi — e ce ne sono molti, ce ne sono a migliaia, e credo che il loro numero aumenterà ogni giorno — per costoro, vogliamo provare a indicare un nuovo cammino, a mostrare come si possa vivere convenientemente senza Gesù. Ve lo ripeto allora, non lasciate sopraffarvi dalla moderna apatia nei riguardi della religione. Lottate, signore e signori, combattete senza tregua! (Scroscio di applausi).
Il presidente, dr. Vielhaber (Berlino):
Una parola solamente; tutti i discorsi di questi Signori saranno stampati e messi presto in vendita nelle librerie.
Estendo il nostro più cordiale ringraziamento al professor Drews e a tutti i relatori di questa discussione e a tutti voi che avete ben voluto restare qui tanto a lungo. Signore e signori, molte questioni rimangono irrisolte; ecco perché io grido a tutti voi: arrivederci!
(Chiusura 1 ora e mezzo circa).
NOTE
[1] Un Gesù puramente storico, che sarebbe vissuto 1900 anni fa, non può essere il fondamento della nostra fede religiosa moderna. Un principio di fede, la cui verità non può essere provata, come ha detto il pastore Hollmann, se non dagli “studiosi”, dai teologi istruiti, dal “popolo del partito”, è proprio per questo inaccettabile per noi, che siamo stufi della religione dei libri e che desideriamo una relazione immediata tra l'uomo e Dio. “Abbiamo bisogno di Dio e del divino nel presente e non nel passato, ed è per questo che non può più esserci questione del protestantesimo, del cattolicesimo con la sua inammissibile dottrina del sacrificio della messa, non può più esserci questione per noi del cristianesimo”(de Lagarde).
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