venerdì 10 ottobre 2025

Gerard Bolland: IL VANGELO — Un ‘rinnovato’ tentativo di indicare l’origine del cristianesimo 1:2

 (segue da qui)


Ed è proprio così. Fin dall’inizio, “il Vangelo” non è nulla senza la tensione tra un’escatologia palestinese di oppressi assetati di vendetta e la soteriologia riconciliatrice, o dottrina della salvezza, di una sensibilità non palestinese; la “Buona Novella” presuppone un bisogno nazionale ebraico di redenzione, affinché l’ellenismo cosmopolita, per un “quid pro quo”, porti a compimento qualcosa di superiore a ogni spirito di rivalsa. “Antica Alleanza” e “Nuova Alleanza” si pongono in rapporto come il mosaismo palestinese e il “Giosuanesimo” alessandrino, come una religione colma di ristretta giustizia e una religione di più ampia benevolenza umana: per questo motivo una riduzione del Vangelo al messianismo che esso presuppone annulla il Vangelo stesso, così come l’indagine e il seguito del suo orientamento lo conducono oltre il giudaismo. Chi abbia potuto comprendere nel punto di svolta del racconto evangelico (Matteo 16:21-24 e Marco 8:31-32) che la “Buona Novella” non può essere spiegata come la predicazione di pescatori delusi che da Gerusalemme ritornarono in Galilea (Matteo 28:7, 16; Marco 16:7), costui deve d’ora in poi cercarne la spiegazione ad Alessandria.

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