venerdì 18 luglio 2025

Thomas Whittaker: LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO — L'Autore

 (segue da qui)

L'Autore. 

Si ritorni all'autore della nostra Lettera. Egli fu indubbiamente un Paolinista, come risulta dalla sua difesa dell'onore e dell'autorità di Paolo. Allo stesso tempo, egli fu un Paolinista dell'ala destra. Si contrappone in particolare allo “spiritualismo” estremo dei Paolinisti radicali: la loro minimizzazione della “fornicazione” per disprezzo del corpo; d'altro canto, la totale opposizione di alcuni di loro al matrimonio per motivi ascetici; la loro libertà nel mangiare di tutto, per cui si reca offesa ad altri cristiani; il valore fin troppo grande che attribuiscono ai doni spirituali (τὰ πνευματικά), in particolare al “parlare in lingue”; la loro negazione della resurrezione, sempre in conseguenza di un eccessivo spiritualismo. 

Egli è un uomo pratico, più attento alla vita che alla dottrina. L'argomento dottrinale occupa solo un capitolo (15). Ha un occhio di riguardo per la promozione dell'unità tra i credenti e dell'ordine nelle loro assemblee religiose. Qui appare la deriva verso il cattolicesimo, come non di meno la sua esortazione ad accontentarsi del posto in cui ciascuno è stato chiamato (7:12-24, 12:13). [1] Soprattutto, essa si nota nel suo accostare tranquillamente opinioni divergenti sullo stesso tema. Non siamo indotti a considerare ciò dovuto a un'interpolazione più di quanto non lo siamo nel caso alquanto simile del quarto Vangelo. I detti diversi gli vengono dalle sue fonti diverse. Il suo scopo principale è quello di promuovere, su una base paolina, un cristianesimo pratico al di sopra delle divisioni faziose.

Non si può dire con certezza dove vivesse, ma molto probabilmente fu in Oriente, in Siria o in Asia Minore, piuttosto nei pressi di Antiochia che a Roma. L'uso delle parole Κηφάς e μαρὰν ἀθά, senza la traduzione che ci aspetteremmo se l'opera fosse stata riveduta per lettori occidentali, suggerisce questo anche riguardo all'edizione finale. Non è probabile che lui fosse pure lo scrittore dell'Epistola ai Romani, da cui sembra piuttosto dipendere. 

NOTE

[1] Lo schiavo, come è stato spesso notato, deve accontentarsi della schiavitù, che, in effetti, lo scrittore — come alcuni Padri in seguito — riteneva non priva di vantaggi spirituali: δοῦλος ἐκλήθης; μή σοι μελέτω· ἀλλ' εἰ καὶ δύνασαι ἐλεύθερος γενέσθαι, μᾶλλον χρῆσαι (7:21). 

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