sabato 13 gennaio 2024

Gli scritti di San Paolo — LA PRIMA EPISTOLA AI CORINZI (IL REGNO)

 (segue da qui)



IL REGNO 

Paolo comincia la sua lettera col ringraziare Dio del beneficio che ha concesso ai Corinzi, della grande ricchezza che ha procurato loro per mezzo del Cristo Gesù. Poi egli menziona la testimonianza del Cristo, la sua apparizione, il suo giorno, la fedeltà di Dio che chiamò i Corinzi alla compagnia di suo figlio. Queste espressioni misteriose riassumono il programma di Paolo. Acquistano un senso quando si è letta l'Epistola ai Romani che ci fa conoscere questo programma. [1] Illuminate da Romani 4:13, ecco cosa vogliono dire: Abbiate fiducia, voi che siete rafforzati nella testimonianza che ho reso al Cristo Gesù, che credete nella sua apparizione prossima, al suo giorno. Dio, che ha promesso ad Abramo e alla sua discendenza l’impero del mondo, manterrà immancabilmente la sua promessa per mezzo del Cristo Gesù. Voi parteciperete all'impero che il Cristo fonderà e la cui sede sarà a Gerusalemme. D'ora in poi rendo grazie a Dio dell'alta fortuna alla quale siete chiamati. 

Le righe che seguono questo esordio confortante si riferiscono ad una cabala di cui Apollo è stato l'occasione. Intorno all'anno 53 Apollo, ebreo di Alessandria convertito al cristianesimo, arrivò a Corinto. Paolo aveva abbandonato quella città poco tempo prima. Apollo assunse la successione dell'apostolo e continuò la sua opera. La predicazione di Paolo aveva fatto dei discepoli; anche quella di Apollo ne fece. Soltanto, il risultato finale fu quello che si verificò nell'elettrolisi dove si vedono gli elementi dividersi in due campi e raggrupparsi, gli uni attorno all'anodo, gli altri attorno al catodo. I discepoli dei due maestri, invece di fondersi, insorsero gli uni contro gli altri. Messo al corrente della situazione da parte della gente di Cloe, Paolo mostra che questo antagonismo è irragionevole: «Il Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? Oppure voi siete stati battezzati in nome di Paolo?» E si felicita d'aver battezzato soltanto Crispo, Gaio e la famiglia di Stefana. 

Più oltre (4:8) Paolo dice ai Corinzi con tono ironico: 

Già siete sazi! Già siete ricchi! Senza di noi voi regnate! E possiate regnare, in effetti, perché anche noi regnassimo con voi!

Per comprendere queste parole occorre riferirsi di nuovo a Romani 4:13 dove è formulato il programma dell'apostolo; bisogna anche leggere Galati 3:8, 29 che esprime lo stesso pensiero. Paolo si fa beffe dei Corinzi che assumono un atteggiamento arrogante come se il regno fosse già arrivato. E aggiunge: «Se almeno fosse vero! Perché io regnerei con voi»

I Corinzi sono ossessionati dal pensiero del regno. Quella ossessione è il frutto della propaganda che si è fatta tra loro da tre anni. Paolo ha detto loro che il Cristo avrebbe realizzato la promessa di Dio ad Abramo e avrebbe fondato a Gerusalemme il nuovo regno d'Israele. Apollo li ha intrattenuti nello stesso sogno di cui ha accresciuto l'acutezza. «Versato nelle Scritture», come dicono gli Atti 18:23, egli ha probabilmente appoggiato la promessa del regno sugli oracoli dei profeti, mentre Paolo si atteneva ai testi della Genesi nei quali Dio garantì ad Abramo e alla sua discendenza il possesso della terra di Canaan. Forse anche Apollo prometteva ai cristiani l'impero del mondo, mentre Paolo parlava soltanto del regno della Palestina. Proprio Paolo che, nell'epistola ai Galati, scritta prima dei turbamenti di Corinto, presentava il Cristo come il futuro re di Palestina, lo presenta nell'epistola ai Romani scritta dopo questi turbamenti come il padrone a cui presto il mondo intero sarà sottomesso. Forse ha fatto la sua evoluzione sotto l'influenza di Apollo. In ogni caso quando gli Atti celebrano la sapienza biblica di Apollo, la loro intenzione non è certo di presentarcelo come il predicatore del Logos, e l'opinione [2] secondo la quale questo prodotto della dottrina filonica è stata introdotta nella dogmatica cristiana da Apollo non si basa su nulla.

NOTE

[1] Si veda l'Epître aux Romains, pag. 16.

[2] Patrocinata da Renan, Saint Paul, pag. 373: Les Evangiles, pag. 416; adottata dal gesuita Lebreton, Les origines du dogme de la Trinité, pag. 386. 

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