lunedì 28 novembre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOAPPENDICE IV: MELCHISEDEC

 (segue da qui)

APPENDICE IV

MELCHISEDEC

Su «La secte de Melchisédek et l'epître aux Hébreux», si veda FRIEDLAENDER, Rev. des études juives, 1882, volume 5, pag. 1-26 e 188-198; volume 6, pag. 187-199. Per il filonismo di Ebrei, cfr. J. DANIELOU, Philon d'Alexandrie, pag. 210 ss. SPICQ: L'épître aux Hébreux (2 volumi, 1952-3); L'épître aux Hébreux in Rev. de Qumran n° 3 (1959).

La scoperta del manoscritto di Melchisedec a Qumran (grotta 11) segna un legame tra Ebrei e i settari del Mar Morto. Esso prova che la setta di Melchisedec non è un'«invenzione di Epifanio», come sostiene BARDY: Rev. biblique, 1926, pag. 496-509; 1927, pag. 24-45. Né possiamo più considerare gli sviluppi di Ebrei su Melchisedec «un corpo estraneo», perché sono intimamente legati alla funzione sacerdotale del Cristo; contra SIMON, R.H.P.R., gennaio-febbraio 1937, pag. 58. Dal punto di vista della critica interna il metodo esposto da VANHOYE, che consiste nell'abbandonare il punto di vista concettuale per quello della forma, sembra insostenibile; in La structure littéraire de l'épître aux Hébreux. 

HORTON vede in Melchisedec l'«anti-tipo del Cristo» (The Melchizédek tradition). Questo è per KOBELSKI «speculazione più che di fatto provato»; l'epistola (capitolo 7) prova evidentemente il contrario. KOBELSKI nota che il manoscritto esseno di Qumran porta fortemente a pensare che «Melchizedec» fosse uno dei tre nomi del principe angelico della Luce; Journal of Biblical Literature, dicembre 1977, pag. 614. — DEY stabilisce la provenienza giudeo-ellenistica di molti termini particolari di Ebrei: The intermediary world and patterns of Perfection in Philo and Hebrews.

Dal canto suo VAILLANT ha mostrato (1952) che la leggenda di Melchisedec appartiene allo sfondo primitivo di Enoc II (= l'Enoc slavo). Melchisedec nasce da Sofonim, sterile e anziana, come Giovanni Battista nasce da Elisabetta; Luca 1:7. — Il manoscritto della grotta 11 fa di Melchisedec non più il re di Salem (Genesi 14:17-21), ma quello delle potenze del bene e infine il vincitore di Belial.

In 2 Enoc il padre di Melchisedec è Nir, che traduce l'ebraico nêr, la luce; essa simboleggia la perennità del sacerdozio; cfr. il Salmo 110:4. CAQUOT vede nella leggenda di Melchisedec l'opera di un gruppo esseno «marginale»; La pérennité du sacerdoce, in Paganisme, Judaïsme..., pag. 115. Quella conclusione si ricongiunge alle nostre.

I problemi riguardanti Melchisedec sono analizzati nel nostro studio: Melchisédek et le Fils de Dieu, C.R. n° 124, marzo-aprile 1982. — Sul testo della grotta 11 si veda LAPERROUSAZ, L'attente du Messie...; pag. 203-225.

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