mercoledì 23 novembre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOCONCLUSIONE DELLA VI° PARTE

 (segue da qui)


CONCLUSIONE DELLA VI° PARTE  

La dottrina evangelica e cristiana si è realmente costituita solo dopo il primo terzo del secondo secolo. Fino ad allora, ciascuna setta diede corso alla propria ispirazione.

Una ortodossia presunta si impose però col favore di un aumento della fede. Per assicurare la resurrezione dei corpi, ci si rappresentò che il Cristo fosse venuto «nella carne», fosse perito per mano degli uomini e che fosse risorto materialmente.

Questo dogma fondamentale fu affermato con veemenza. Gli scritti gnostici del periodo precedente furono modificati in questo senso. Dopo le condanne di Valentino e di Marcione, intorno al 144, l'«ortodossia» fu difesa e popolarizzata per mezzo di libretti destinati a combattere il docetismo raccontando la storia di Gesù. L'apologetica accelerò il processo della storicizzazione.

Da questo processo nacquero numerosi vangeli, di cui la chiesa romana ne trattenne solo quattro, diversissimi dagli scritti del secolo precedente. Mentre gli uni seppero meglio ciò che Gesù faceva in cielo piuttosto che sulla terra, gli altri si preoccuparono soprattutto della sua vita tra gli uomini.

Ma i Vangeli non forniscono alcun elemento di informazione storica. Non fanno che classificare e confermare, come gli Atti degli Apostoli, le produzioni folcloristiche. Che si tratti dei detti del Signore, dei suoi miracoli, della sua famiglia, dei suoi discepoli, ecc. ritroviamo sempre, alla base, miti venuti dal Vicino Oriente e assimilati dagli ebrei della Diaspora. Il loro genio, per così dire, fu di giudaizzare le favole saccheggiando le Scritture e facendole servire in maniera sistematica a fabbricare la storia di Gesù.

Poco coerenti, i nostri Vangeli sono ricolmi di dottrine camuffate in racconti fittizi. Il loro credito fu assicurato dalla loro relativa semplicità, dalla loro apparenza storica e dalle loro risposte alle voci della comunità. 

Falsificazioni e scritti polemici combatterono gli oppositori. Allo stesso tempo, scomparvero gli scritti contrari alla nuova fede. Essa non è l'apoteosi di un uomo, ma l'umanizzazione di un dio. [114]

NOTE 

[114] Ai falsi letterati corrisponde una massa di false reliquie: frammenti della «vera croce», «prepuzi», «tunica del Cristo», «spine» della sua «corona», «sudari». Quella dei Cadouin, in Dordogna, fece accorrere per secoli una moltitudine di pellegrini fino al giorno in cui padre Francez scoprì la sua inautenticità (1933): è una stoffa araba posteriore a Maometto.

La «Sindone» di Torino fu segnalata come un falso fin dalla sua apparizione, intorno al 1357, dal vescovo di Troyes, Ilario di Poitiers. «La sacra sindone di Torino è una frode», denunciata tra gli altri da BROCH, Le paranormal, capitolo 2, pag. 43-68. Le pretese tracce di sangue sono dell'ossido di ferro e del solfuro mercurico. I detentori del lino rifiutano ancora (1985) di sottomettere la sua datazione alla prova del carbonio 14: un centimetro quadrato di stoffa sarebbe sufficiente. Si temerebbe l'impostura? — Sulle sindoni, v. BRUNET, Le dernier des Saints Suaires..., C.R. 110, maggio-giugno 1979. 

Nessun commento: