mercoledì 9 novembre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOCanonici e apocrifi

(segue da qui)


CAPITOLO III

LA COMPOSIZIONE DEI VANGELI

— 

Canonici e apocrifi

Quattro vangeli canonici sopravvivono, mentre un'immensa letteratura evangelica è scomparsa. Voltaire dà i frammenti di cinquanta apocrifi. [134] Lachâtre pensa che si contassero fino a trecento vangeli diversi nei primi secoli cristiani. [135]

L'abbondanza degli scritti proviene dal fatto che «ogni piccola società cristiana aveva il suo grimorio», [136] dovuto ai racconti folcloristici, alla glossolalia degli ispirati, agli scrutatori delle Scritture, alla liturgia. Ogni setta tentava di far prevalere il proprio punto di vista con l'animosità che si rivela nelle epistole. Essa fu così grande che sorprese i pagani stessi: Celso, Ammiano Marcellino, Giuliano (lettera ai Bostreni).

A poco a poco, però, l'unità si stabilì a favore di una fede maggioritaria che implicava la venuta nella carne del Figlio dell'uomo e la resurrezione dei corpi. I doceti furono combattuti; la Chiesa scomunicò i cosiddetti eretici che si proclamavano cristiani; libri molto letti caddero in disuso oppure non furono più che un supplemento spirituale. I libretti, al contrario, che sembravano utili alle opinioni nuove, circolarono di mano in mano. Tante volte rielaborati, essi furono l'espressione dell'ortodossia nascente.

Va senza dubbio concesso a Couchoud che un assemblatore dei testi ha imposto la sua composizione [137] e il suo stile. Ma se la formattazione ha potuto effettuarsi rapidamente, l'elaborazione dei materiali è stata lunghissima. Indipendentemente dalla testimonianza di Celso, che rimprovera ai cristiani di modificare i loro scritti, è sufficiente constatare che essi sono fatti da amalgami, da suture e da strati redazionali. Merlier ne ha individuati cinque nel Quarto Vangelo. [138] Tutto quel materiale non ha potuto raccogliersi, tutto questo lavoro di adattamento, che suppone lente modifiche di credenze, non ha potuto effettuarsi in pochi anni. 

Le innumerevoli varianti dei manoscritti corrispondono alla diversità dei libretti in circolazione ben più che agli errori dei copisti; e, dal fatto che un versetto simile in Marco o in Matteo appare tra il 100 e il 150, non bisogna concludere per l'esistenza di canonici prima di quella data: «Lentamente, nel corso del II° secolo», scrive padre Léon-Dufour, «la Chiesa prese coscienza del canone dei vangeli, vale a dire del fatto che il Vangelo in quattro libretti è il mediatore essenziale della storia di Gesù. Per contro, prima del 150, questi stessi vangeli in quanto scritti sembrano ignorati dagli autori precedenti a San Giustino». [139]

I vangeli che circolavano precedentemente divennero apocrifi. Voltaire dice a loro proposito: «i vangeli che oggi sono detti apocrifi precedettero le altre opere sacre che costituiscono oggi il fondamento della nostra fede; e questo è tanto vero, che i Padri dei primi secoli citano sempre qualcuno di questi vangeli che non esistono più. Barnaba, Clemente, Ignazio, tutti insomma fino a Giustino, citano unicamente questi vangeli apocrifi. Per esempio Clemente, nell'8° capitolo, epistola II, si esprime così: il Signore dice nel suo Vangelo: Se non conservate il piccolo, chi vi affiderà il grande?  Ora, queste parole non si trovano né in Matteo, né in Marco, né in Luca, né in Giovanni. Possediamo decine di esempi di citazioni simili». [140]

I nostri vangeli canonici si sono quindi costituiti a partire da fonti remote, per mezzo di piccole unità raccolte a poco a poco, talvolta senza legame. Ma è molto dubbio che gli evangelisti abbiano copiato un vangelo precedente: «Noi non possiamo ammettere», scrive p. Léon-Dufour, «che Luca o Matteo abbiano avuto il testo di Marco sotto gli occhi quando scrissero i loro vangeli». [141] Opinione molto giudiziosa. I chierici hanno raccolto le pretese «memorie» raccolte nelle chiese, poi le collezioni così fatte si sono ritrovate nei vangeli senza che vi si sia fatta una riproduzione pedissequa di una raccolta costituita.

NOTE

[134] VOLTAIRE, Collection d'anciens évangiles par l'abbé B..., 1769.

[135] LACHATRE, o.c., volume 2, pag. 257, 2° col.

[136] VOLTAIRE, Examen de Milord Bolingbroke, capitolo 35.

[137] Essa è ternaria in Marco; ALFARIC, La plus ancienne vie de Jésus, 8 s.

[138] MERLIER, Le quatrième évangile, 430.

[139] LEON-DUFOUR (S.J.), o.c., 62. — L'apparizione dei sinottici e degli Atti prima del 90 si scontra col fatto che Giuseppe (37-100 circa), così fermamente intento a difendere il giudaismo, non ha replicato ai cristiani: egli li ignora. — Il suo Contro Apione si situa nel 95 circa.  

[140] VOLTAIRE, Essai sur les moeurs, capitolo 9.

[141] LEON-DUFOUR, o.c., 285-288. — Gli apocrifi eliminati dai vangeli canonici non devono essere confusi con quelli che appariranno dopo. — Sui Fragments d'évangiles sur papyrus, v. FAU, B.R. 165, 1969. - Il papiro Egerton, a cui fanno caso gli apologeti, presenta un testo ben diverso di Giovanni 5:39-45 e più corto, dunque più antico.

Nessun commento: