sabato 15 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOL'uomo-dio sconosciuto

 (segue da qui)

 V 

L'uomo-dio sconosciuto

Avendo rivestito la carne sacrificale, il Cristo doveva finire per perire come uomo e nell'habitat degli uomini, sulla terra. Concepito da ebrei della Diaspora e perpetuando il nome di Giosuè, Gesù passò per un figlio di Israele. I paolini lo fanno nascere sotto la Legge e si impadroniscono perfino della tradizione davidica; Romani 1:3.

Ma i precristiani non si abbandonano da subito alle speculazioni sulla nascita del Salvatore; i racconti della Natività appariranno solo molto tardi, dopo una rielaborazione dell'Evangelion di Marcione; la pretesa «vita nascosta» di Gesù corrisponde all'indifferenza dei fedeli. Se si fossero interessati al periodo precedente al suo ministero, lo avrebbero costruito.

Ciò che li preoccupa è la Passione, da cui procede la Salvezza. Ecco perché la morte e la resurrezione del Cristo costituiscono lo sfondo della predicazione apostolica; tutto il resto si è organizzato attorno a quella rappresentazione. [17]

Tuttavia, la nozione di un uomo-dio crocifisso sulla terra non si è imposta fin da subito.

Alcuni pensavano che un dio non potesse morire: la pericope 5:7 di Ebrei presenta Gesù che supplica suo Padre di risparmiargli la morte: «egli fu esaudito a causa della sua pietà»; un testo di Basilide conservato da Ireneo (Adv. Haer. 1, 24:4) fa crocifiggere Simone di Cirene mentre Gesù, ai piedi della croce, si fa beffe dei suoi carnefici; gli Atti di Giovanni (§ 99, 102) riportano una tradizione secondo la quale la croce non è di legno né Gesù è sul patibolo; nelle Odi di Salomone i nemici del Cristo cercano di affogarlo ma non ci riescono; Odi 28, 42.

Altrove il dio muore in cielo, crocifisso dagli Arconti planetari (Paolo), sgozzato alle Origini (Apocalisse) o immolatosi (Ebrei). La tradizione del sangue è seguita apparentemente da Clemente: nella sua epistola ai Corinzi parla delle sofferenze, delle ferite, del sangue, ma non menziona la Crocifissione propriamente detta.


  Il sangue avrebbe «ossessionato l'immaginazione dei primi cristiani»? Quella opinione di Dujardin è legittima per alcune sette, errata se la si generalizza. È inesatto dire che «San Paolo [...] ritorna senza posa al sangue versato». [18] Infatti il corpus paolino contiene solo cinque menzioni del sangue, e sono aggiuntive. [19]

Allo stesso modo, le Odi di Salomone ignorano il sangue: utilizzando il Salmo 22 per mostrare l'accanimento dei nemici del Cristo, esse si ispirano alla prima parte del verso 17,

a) ...cani mi hanno circondato, una assemblea di gente malvagia mi ha attorniato,

ma trascurano completamente la fine di questo verso,

b) hanno trafitto le mie mani e i miei piedi.

Questa perforazione non ricorda nulla, non suggerisce nulla al cantore dell'ode 28.

Tuttavia, il culto del sangue restò a lungo unito a quello dell'Ariete celeste. Le più antiche rappresentazioni del dio dell'Apocalisse mostravano l'Agnello che versava il suo sangue in un recipiente posto presso di lui o disteso ai piedi di una croce. Questi simboli furono proibiti nel 680 dal sesto concilio di Costantinopoli (canone 82), e il divieto fu confermato da Adriano I. Non si tollerò che un uomo in croce.


Diversi testi antichi mostrano il carattere grezzo e mutevole delle credenze riguardanti la persona del Salvatore e la sua storicità: Didachè, epistola di Giacomo, Pastore, Romanzo clementino

NOTE

[17] GUIGNEBERT, JESUS, 662, BULTMANN, L'histoire... 334, 650; GOGUEL, Jésus, 360.

[18] DUJARDIN, o.c., 177.

[19] Scartando l'epistola agli Ebrei, che non è di Paolo, gli impieghi profani del termine e il sangue eucaristico, restano: Romani 3:24; 5:9; Efesini 1:7; 2:13; Colossesi 1:20 (aggiunta della Vulgata). Tutte queste menzioni sono interpolate; v. DELAFOSSE, La deuxième epître aux Corinthiens, 112-3; 215-218; ORY, Les interpolations du Nouveau-Testament, C.R. 28, 1968, pag. 28 e 31. 

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