sabato 15 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOIl Cristo di carne

 (segue da qui)

 IV 

Il Cristo di carne

L'incarnazione fu attribuita al Cristo per le ragioni magico-religiose esposte, come abbiamo visto, [13] in Ebrei 2:14, 17 e Romani 5:18-19, 8:1-3. Ma cosa bisogna intendere con le espressioni «apparenza di carne di peccato», «Tu mi hai formato un corpo»? La risposta rientra nello gnosticismo.

Quando l'Eone resta nei cieli superiori (Etere), esso è puramente spirituale, luminoso; se discende nel mondo sub-lunare (Aêr), si materializza. Per Basilide, Gesù è un fantasma sprovvisto di sostanza carnale; per Marcione il Redentore assume in apparenza una forma umana, abbandona l'Etere e si mostra improvvisamente a Cafarnao; secondo Eracleone il Verbo riveste una carne reale e necessariamente imperfetta.

Ben prima di loro Paolo insegnava l'esistenza di diversi tipi di carne. Per lui Cristo, il secondo Adamo, è uno «Spirito vivificante», egli è «del cielo». Poi prende l'«apparenza di una carne di peccato» e Dio condanna il peccato in quella carne, 1 Corinzi 15:38-50; Romani 8:3. L'epistola ai Filippesi racconta che il Figlio «in forma di Dio» fu trovato più tardi «come un uomo per il suo aspetto»; 2:6-8. [14]

In Giovanni il Logos è Dio, risiede con Dio; 1:1-2. Egli è la Luce celeste, non un prodotto carnale; 1:1-14; 3:6, 31; 7:28; 8:23. In seguito soltanto è fatto «carne»; 1:14. 

In Ebrei, il Figlio è un demiurgo che crea l'universo e lo regge; 1:2-3. Per realizzare la Salvezza, suo Padre lo introduce nel mondo e gli forma un corpo; 1:6; 2:7, 9, 14; 5:5-7a; 10:5-7. Ma il suo corpo non è identico a quello dell'uomo; è paraplésios, pressappoco simile a lui; 2:14. In aggiunta, il Salvatore è senza genitori, senza nascita né fine di vita; 7:3; la sua umanità è occasionale, momentanea. L'episodio di Melchisedec (capitolo 7) mostra che i precristiani potevano ammettere l'esistenza di un personaggio senza legami storici.


Tutti questi testi sono doceti. Ma esistono gradi nel docetismo secondo la persistenza della «forma umana» attribuita all'Intermediario e la densità della sua sostanza. In tutti i casi la sua realtà carnale proviene da una materializzazione temporanea adattata all'opera della Salvezza. Non ha nulla a che vedere con una nascita e una vita normali.

Tuttavia, la tendenza realista doveva fatalmente prevalere. Infatti, per essere certi di ritrovare il proprio corpo, il fedele aveva interesse a credere che il Salvatore fosse morto in una carne identica alla sua e che fosse risorto materialmente. Se il corpo rigorosamente umano del Cristo era capace di riprendere vita, anche il credente poteva sperare di rivivere nella sua carne dopo la morte. La nozione di immortalità spirituale fu dunque superata da quella di resurrezione materiale, la sola che permette di recuperare la propria personalità originaria.

Da qui un aumento della fede. Un movimento si profilò, che non si accontentò più dell'umanità momentanea e della resurrezione spirituale del Cristo, ma che impose la sua nascita umana, la sua vita biologica normale e le sue riapparizioni nella carne. Lo si fece nascere «da una donna» al fine di assimilarlo più completamente all'umanità, e benché Paolo non abbia mai sentito parlare di Maria più che di Giuseppe.

Molto più tardi, l'episodio dell'incredulo Tommaso (Giovanni 20:24-29) mostrò che il Risorto aveva un corpo tangibile, il racconto dell'apparizione agli apostoli (Luca 24:36-43) che era inoltre capace di mangiare. [15] Tertulliano sosterrà nei suoi trattati De carne Christi e De resurrectione che la nostra resurrezione dipende dalla realtà della carne del Cristo. L'Apocalisse di Paolo, che fu scritta contro le idee paoline, spedisce all'Inferno coloro che dicono che la carne non risorge; § 42.

Questa svolta nell'evoluzione delle credenze comportò diverse conseguenze importanti.

a) Il docetismo (greco dokeïn, sembrare) presentava il Salvatore come una creazione artificiale che non faceva di Gesù un uomo vero. Il partito dell'«Apparenza» fu attaccato in numerosi scritti e condannato dalla chiesa romana. Alla fine del secondo secolo esso forma ancora gruppi prosperi, ma ha praticamente perso la partita.

b) I suoi avversari, per combatterlo, redigono «buone novelle» (vangeli) dove tentano di mostrare che il loro dio era un uomo vivente tra gli uomini.

c) Le lettere di Paolo, l'epistola agli Ebrei, l'Apocalisse e altri testi sono alterati da modifiche che implicano l'esistenza storica di un Gesù in carne e ossa.

d) La nascita umana del Cristo era giudicata vergognosa dagli gnostici. Essa è finalmente raccontata nei Vangeli: in Gesù, figlio di Maria e dello Spirito Santo, riappare l'Eroe pagano derivato da un dio e da una mortale. Verso la fine del secondo secolo il passaggio è in via di completamento tra lo gnosticismo e il cristianesimo propriamente detto. [16]

NOTE

[13] Supra, 3° parte, capitolo 1, §1; capitolo 2: Ambiguïtés...

[14] Egli fu identificato all'arcangelo San Michele, «dottrina attestata a Roma all'inizio del II° secolo»; ELIADE, Histoire des croyances..., II, 389.

[15] Lo scopo di queste pericope è di provare la materialità del Risorto. San Girolamo (Adversus Luciferianos, 23), si stupisce del fatto che certi apostoli ne abbiano dubitato; v. BRUNET, Sur une citation de Jérôme, B.R. 148, dicembre 1968. — Luca 24:36-40 vuole provare la materialità del corpo di Gesù  a discepoli che credevano di vedere uno spirito; il Cristo presenta le sue membra perché le tocchino; cf. GOGUEL, La Naissance..., 62-3.

[16] Malgrado sopravvivenze percettibili nei testi e nelle liturgie; v. MAGNE, La naissance de Jésus-Christ, C.R. 83.

Nessun commento: