lunedì 31 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOLA FORMAZIONE DEI VANGELI CANONICI

 (segue da qui)

QUINTA PARTE

GESÙ, SUA FAMIGLIA, SUOI DISCEPOLI


CAPITOLO PRIMO

LA FORMAZIONE DEI VANGELI CANONICI

Si è professato per secoli che i nostri Vangeli furono scritti dai discepoli del Cristo e da Luca, compagno presunto di Paolo.

Oggi pochi uomini colti adottano quella esegesi infantile. I nostri testi sono i superstiti di una letteratura immensa, di cui una parte è conosciuta dalle citazioni dei Padri e dai frammenti di manoscritti. Non risalgono al cosiddetto periodo apostolico, ma furono scritti molto più tardi, nella seconda metà del secondo secolo. Non contengono una dottrina unica, uscita dalle labbra del Signore, ma risultano da una evoluzione lenta, sporadica, nel corso della quale credenze contraddittorie si combattono o tendono ad armonizzarsi. 

In fin dei conti, la Chiesa tratterrà tre Vangeli chiamati sinottici perché i loro numerosi paralleli possono leggersi con un solo sguardo, ed un quarto Vangelo, quello dello pseudo-Giovanni, abbastanza diverso dagli altri.

Non rientra nel nostro proposito analizzare questi documenti. [1] Mostreremo solo come il processo di storicizzazione vi si persegue. [2]


L'edificio evangelico è costituito da un fondamento pagano, da sovrastrutture ebraiche, battiste, essene, poi da complicazioni dottrinali e apologetiche.


I. — LE FONTI PAGANE

Le fonti pagane si trovano nelle parti più antiche del tema della Passione. La storia della Crocifissione deriva da vecchi riti solari associati alle feste della primavera. [3]

Al paganesimo si legano un buon numero di episodi. Quello del Bambino perseguitato (la fuga in Egitto) è parallela a ciò che si diceva a proposito di Romolo, Apollo, Mosè, Eracle, Ciro, ecc.

La stella dei Magi (Matteo 2:1) e l'Istituzione della Cena, al momento dell'«ultimo pasto» sono dovute al mitraismo. Così grandi sono le somiglianze tra il culto cristiano e mitraico  che, secondo una dichiarazione attribuita a Paolo III da Diego de Mendoza, l'ambasciatore di Carlo V, «Mitra e il Cristo erano lo stesso dio». [4] Dupuis (1974) pensava che il cristianesimo abbia avuto origine «nel culto mitraico stabilito in Persia, in Armenia, in Cappadocia e persino a Roma». [5]

Il paganesimo ha fornito anche le tenebre che invadono la terra quando spira il Cristo: esse segnalano la morte di Romolo, Cesare, Carneade, Proclo, Ercole. L'unzione da fare sul cadavere di Gesù non è un costume ebraico. Le «spade» destinate a compiere un gesto di difesa contro i Romani, nel Getsemani, sono nel testo coltelli sacrificali, makhaïra (Dujardin).

Il cambiamento dell'acqua in vino alle Nozze di Cana (Giovanni 2:1-10) è la trasposizione del miracolo che Dioniso compiva ogni anno sull'isola di Nasso. L'episodio annuncia la morte del Cristo; però esso è senza legame apparente con il contesto: 

«Venendo a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno più vino. Ma Gesù le rispose: «Donna, che c'è tra me e te,? La mia ora non è ancora venuta».

Sembra che si sia in presenza di un antico rito in cui il dio era immolato dopo un banchetto liturgico; infatti, in epoca proto-storica, i rappresentanti di Dioniso erano fatti a pezzi. [6]

Il sincretismo giudeo-pagano ha dovuto esercitarsi in particolare in Galilea: si è pensato di trovarvi scene bacchiche in più sinagoghe. [7] L'epifania di Dioniso si situava nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. Quella data corrisponde alla nascita del Cristo, al suo battesimo e, «fin dai tempi più antichi», al giorno delle Nozze di Cana. [8]


Per Burnouf, «quasi tutti gli elementi della leggenda del Cristo si trovano nei Veda, la sua doppia filiazione, il suo concepimento miracoloso, la sua nascita prima dell'alba..., il suo battesimo nelle acque, l'unzione sacra da cui deriva il suo nome..., la sua scienza precoce, la sua trasfigurazione, i suoi miracoli, la sua ascensione al cielo dove si ricongiungerà al Padre celeste che lo aveva generato eternamente per essere il salvatore degli uomini». [9]


Allo stesso modo, il culto di Eracle presenta con il cristianesimo rassomiglianze strette. Eracle e Gesù sono entrambi Soter, figlio di Dio e di una mortale. Sfuggono al momento della loro nascita a un grave pericolo, subiscono una tentazione. Entrambi effettuano il piano divino accettando la loro Passione. Al tradimento di Dejanira corrisponde quello di Giuda. Le loro madri assistono ai loro ultimi istanti. Trionfano sulla morte e sulle potenze infernali.

Giovanni 19:30 presenta forse una trasposizione del verso 1472 della tragedia di Seneca, Ercole sull'Oeta: «Peractum est!», Tutto è consumato!

Dubbia, però, è l'influenza immediata di una religione su un'altra. In questo concordiamo con l'opinione di Arnold Toynbee: benché egli abbia stabilito numerosissime corrispondenze tra Gesù e gli dèi salvifici, non crede che i cristiani abbiano letteralmente copiato i racconti pagani. Pensiamo, allo stesso modo, che le rassomiglianze provengano da una «memoria popolare», vale a dire da una fonte di temi comuni all'umanità preistorica: si è in presenza di strutture psicologiche e funzioni affabulatorie analoghe. [10]

La tragedia prima citata di Seneca ebbe un'influenza tardiva, ma certa. [11] In compenso, il corso del sole ha suscitato miti che non devono nulla ad una imitazione letteraria consapevole. Tra loro, la Catabasi del Cristo negli Inferi fa parte degli elementi che, ben prima dei Vangeli, hanno costruito il cristianesimo.


I racconti cristiani, di cui si ritrova la trama nei culti di Buddha, di Eracle, di Dioniso e di Mitra, richiamano anche il pitagorismo. Isidore Lévy ha determinato rassomiglianze significative tra il cristianesimo e le leggende pitagoriche: «Si sopprima [...]», dice, «tutto ciò che deriva dal modello greco — nascita dell'uomo-dio, Gesù a dodici anni, Predicazione a Cafarnao e Arrivo in Giudea, Rifiuto di Gesù a Nazaret, Segreto messianico, Confessione di Pietro, Tomba vuota e Resurrezione, — e l'impalcatura stessa dell'edificio evangelico crollerà». Per questo studioso la vita di Gesù deve più all'ellenismo pitagorico che al biblismo. [12]


Al di là dell'ellenismo, «diversi temi della storia del Cristo sono probabilmente riconducibili a prototipi sumerici: la resurrezione di una divinità dopo tre giorni e tre notti nel mondo inferiore; il fatto che trenta sicli, la somma che ricevette Giuda per consegnare il suo padrone, sia un termine sumerico di disprezzo e di scherno; epiteti come pastore, unto e forse anche carpentiere...». [13]


All'Iran si lega l'episodio della stella e dell'adorazione dei Magi. In Matteo 2:9-10 un astro misterioso conduce i «re» verso Betlemme, dove è appena nato il bambino-dio. La stella era quella che i magi mitraici attendevano ogni anno sul monte della Vittoria. Era per loro il segno del «grande re» promesso dagli Oracoli di Istaspe, il «redentore», «Mitra reincarnato», «nato da una donna», «al contempo re e figlio di Dio». [14] Parallelamente, Gesù sarà «redentore», «nato da una donna», «Figlio di Davide» e «re dei giudei».

L'adorazione dei Magi può ispirarsi anche al culto arabo del dio Dusares, nato da una vergine, la cui presenza è attestata a Petra, Hebron, forse a Betlemme. [15]


La Crocifissione tra due ladroni deriva da un rito nel corso del quale si allineavano tre croci latine. È attestato in Egitto, dove il benedettino Bernard de Montfaucon ne ha scoperto alcune. Scrive: «Vedere croci nei monumenti egizi, ciò non è raro [...] Ciò che mi sorprende è vederne tre simili sullo stesso piano. Non si può riportare ciò alla croce di Gesù Cristo e dei due ladroni né dire che gli egiziani hanno imitato ciò dalla nostra religione. Queste figure sono più antiche del cristianesimo e sono state fatte, secondo ogni apparenza, prima dei Tolomei». [16]

I ladroni compaiono o ricompaiono in un inno del Dramma sacro di Babilonia: «Due malfattori erano stati giudicati con lui». [17] Nel mito di Inanna agli Inferi, il dio Enki si impegna a resuscitarla per mezzo di due personaggi che riescono a penetrare nel mondo inferiore. Essi figurano probabilmente nel mito cristiano sotto i tratti dei malfattori che accompagnano Gesù nell'Abisso.

Gesù possiede infine il carattere del «trickster», creatore di trucchi (tricks), essere sacro, preistorico e contemporaneo alla volta, il cui potere magico infrange le norme della morale conformista e i tabù. [18] Da qui i suoi attacchi alla Legge. 

Il cristianesimo si è dunque formato da una moltitudine di riti, di miti, di usanze, di racconti popolari, che alimentarono sotto forme più o meno diversificate religioni parallele. Nutrito dal folklore comune, esso è pagano nella sua essenza.

Il suo paganesimo si spiega per le sue origini. Ha avuto origine nelle sette ebraiche sincretistiche della Diaspora. Ma gli ebrei insediatisi all'estero diversi secoli prima della nostra era o più tardi avevano una mentalità simile a quella delle popolazioni circostanti. [19] Si diffusero e contaminarono i nuovi arrivati. Tutti, d'altronde, erano soggetti alle influenze autoctone.

Si è voluto, è vero, preservare l'originalità del dio cristiano dicendo che è il solo a immolarsi volontariamente. Niente è meno probabile: Eracle accetta la sua Passione, Prometeo soffre per il bene dell'umanità. In Euripide «il tema del sacrificio volontariamente consenziente appare in sei dei drammi che abbiamo di lui; esso figura in almeno tre delle tragedie perdute. In Eraclidi, in Fenicie, in Ifigenia in Aulide, in Eretteo e in Frisso, il personaggio che si offre per l'immolazione si dedica alla salvezza non solo dei suoi parenti, ma del suo paese o di una città intera». [20]


II. — FONTI BATTISTE, GIUDAICHE, ESSENE

Il ciclo di Giovanni Battista ha ispirato il racconto della Nascita di Gesù. Esso fu introdotto all'inizio dell'Evangelion che Marcione fece conoscere a Roma intorno al 140, e contribuì a formare il nostro Luca. G. Ory ha provato in modo inconfutabile che sono stati applicati al Cristo passi che si riferivano primitivamente al battezzatore; [21] A. Malet ha mostrato come Luca riunisca artificialmente tre leggende eterogenee per raccontare la nascita di Gesù. [22]

Le Scritture ebraiche hanno fornito ciò che si chiamano impropriamente «le profezie». Queste non sono predizioni del tipo delle Centurie di Nostradamus, ma frammenti della bibbia strappati dal loro contesto e ai quali si fa dire chissà cosa. Ricercando le fonti di Marco, Alfaric ha determinato più di 260 passi suscettibili di essere adattamenti scritturali. [23] Roger ha raggruppato i passi dell'Antico Testamento che corrispondono a quelli del Nuovo. Il suo elenco mostra con evidenza che quasi sempre «la vita di Gesù», sotto la sua forma ultima, è stata fabbricata con orpelli ebraici. [24] Se si eliminano da Marco i passi sospetti di essere attinti, non ne resta pressappoco nulla.


Sono dovute circolare raccolte di logia, vale a dire di libretti dove furono collezionati versetti biblici ritenuti riferirsi al Messia, sia all'Eroe nazionale, sia al Personaggio sofferente. Così tutto ciò che Clemente Romano sa della Passione proviene dal capitolo 53 di Isaia; Lettera ai Corinzi, § 16. 

Le parole attribuite al Salvatore, chiamate a loro volta logia, hanno generato scene fittizie. Ad esempio, la storia della chiamata dei discepoli da parte di Gesù può dipendere dalla metafora «pescatori di uomini»; Matteo 1:45. [25] Ne seguirebbe che persino nell'ipotesi storicista la professione degli apostoli è inventata.

I sentimenti delle comunità sono stati espressi generalmente sotto forma di sentenze attribuite a Gesù; e queste sentenze sono state inserite in una scena pseudostorica destinata a presentarle. Quando il Cristo prende «l'iniziativa», questo è «un segno di formazione secondaria». [26]

«Non si è mai assolutamente certi», scrive Bultmann, «che Gesù abbia davvero pronunciato le parole riferite dal più antico strato [redazionale]. È persino possibile che all'origine di quello strato si trovi già un processo storico complicatissimo, che non siamo più in grado di riconoscere». [27] Confessione gravissima da parte di un teologo poiché, allo stesso modo dei miticisti, egli pensa ad una creazione interamente folcloristica.

L'opinione di Bultmann trova una conferma sorprendente nella tesi di Jean Magne. Egli vede in Gesù un Eone gnostico a cui furono attribuiti i precetti dei gruppi precristiani: odiare il proprio padre e la propria madre, non avere figli, vendere i propri beni e darne il denaro ai poveri sono «requisiti» della salvezza gnostica. Si deve rinunciare al mondo di quaggiù, al suo Principe, alle sue opere. L'alterazione dell'insegnamento gnostico sfocia più tardi nella moralità cristiana; essa legittima la ricchezza (Ermas) e non è più, se non per pochi, una dottrina di rinuncia. [28]


La parenesi dei settari del Mar Morto ha spesso ispirato il Vangelo: il Discorso della montagna (Matteo 15:1 s) è «un riassunto della morale essena»; [29] il libro dei Segreti di Enoc ha ispirato le Beatitudini di Matteo. [30] Il Gesù dei Vangeli fu dipinto talvolta sulla base del Maestro di giustizia, già senza dubbio lui stesso un «personaggio composito». [31]


Certi esegeti pensano che i prestiti scritturali avessero per scopo di far accettare una crocifissione giudicata «follia» e «scandalo». Purtroppo, una volta che si eliminano dai Vangeli i contributi pagani, ebraici, battisti, esseni, non resta nulla in fondo al crogiolo. Affermando, con Han Ryner, che «la crocifissione è un fatto storico irriducibile», [32] non si fa altro che mantenere il dogma fondamentale, la credenza primordiale nella morte del dio. Ma una credenza religiosa non è mai un «fatto storico» se la Storia non la prova nei fatti.

Per stabilirlo, alcuni hanno creduto di potersi appoggiarsi al Giuseppe slavo. Ma la maggior parte degli storicisti stessi, e tra i più qualificati, respingono la sua autenticità. [33] Nella sua Legatio ad Caium, del 40, Filone accusa Pilato di omicidi illegali. Tuttavia, malgrado le sue opinioni messianiche, egli non parla del martirio del Figlio di Davide, re dei giudei, martirizzato dall'occupante. L'autore del Secondo libro di Baruc è andato a piangere sulle rovine del Tempio distrutto nel 70; egli attende un Messia che non è ancora rivelato e che ucciderà i Romani. È chiaro che lo Pseudo-Baruc non ha sentito parlare del Messia cristiano venuto a liberare Israele.

Bisognerebbe mostrare peraltro come un capobanda terrorista sia stato preso per un dio durante il suo breve ministero e dopo un fallimento miserevole. [34] La Passione, in tutti i suoi dettagli, cade «fuori dalla Storia». Gli storicisti affermano la sua realtà in astratto e in una maniera dogmatica, una volta che hanno eliminato i punti che servirebbero a provarla. Ci fanno pensare a quell'albergatore che, perdendo con ciascuno dei suoi clienti, pensava di recuperare nel complesso. Noi non entriamo in questo calcolo errato.


III. — TRASFORMAZIONI DOTTRINALI

Il cristianesimo si è arricchito di elementi generati nel corso della sua evoluzione. La Gerusalemme terrena dell'Apocalisse finì per svanire nell'empireo, e il Regno «che non è di questo mondo» si sostituì a quello del Messia guerriero. Luca equipara il nuovo paradiso a un soggiorno dove si fa festa: «Io preparo», dice Gesù ai suoi discepoli, «un Regno in vostro favore [...] perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele»; 22:29-30.

Il Figlio dell'uomo entra in scena. Ignorato dagli scritti del I° secolo, dalle Odi di Salomone e persino da Clemente Romano, [35] questo personaggio, di origine iranica, fa irruzione nel Vangelo; appare sessantanove volte nei Sinottici, presentandosi talvolta come un messia sofferente, talvolta come un trionfatore. La sua manifestazione sulle nubi del cielo sarà il segnale della Parusia e avverrà prima della scomparsa della generazione presente; Marco 9:1; 13:29-30; ecc. [36]

Il colpo di lancia è immaginato sulla base di Zaccaria 12:10 al fine di aggiungere la teologia del Sangue a quella dell'Acqua; Giovanni 19:34-37. Il racconto della seconda Istituzione della Cena [37] nasconde quanto quello di Giovanni un vecchio rito pagano presentato come l'espressione della volontà del Cristo. La proclamazione messianica di Pietro e la risposta di Gesù hanno per scopo di giustificare l'identificazione di Gesù col Cristo così come la gerarchia apostolica; Matteo 16:16-18.


Per rispondere alle obiezioni, si complicarono i racconti. Nel primo stato delle credenze, Gesù passava direttamente dalla tomba al cielo. Quella idea, di origine ellenica, [38] si ritrova nel vangelo di Pietro e in un'antica redazione di Marco: il codice latino Bobiensis (IV°-V° secolo) ha conservato un versetto situato dopo Marco 16:3 e che indica la resurrezione immediata. [39] Essa è implicita anche in Matteo 27:50-53, Luca 23:43.

Poi si inventò la storia della tomba vuota; essa corrisponde a una dimostrazione apologetica della Resurrezione. [40]

In una terza fase, si immaginò la guardia dei soldati; Matteo 28:11-15; Marco 16:25. La sorveglianza del sepolcro provava che i discepoli non avevano potuto rimuovere il corpo del loro maestro, quindi che egli era realmente risorto.

Allo stesso modo le ossa di Eracle erano scomparse dalla sua pira. Questa era la prova invincibile che l'Eroe avesse preso il suo posto tra gli dèi; Diodoro di Sicilia, 4:38.


Le istruzioni di silenzio che Gesù dà ai demoni, ai miracolati, ai discepoli, contraddicono il suo ruolo di Illuminatore delle nazioni e di Predicatore del Regno: «Gesù è venuto a manifestare l'opera di Dio, — eppure lui stesso impedisce che essa sia manifestata e conosciuta!». [41]

Questo mistero si spiega per motivi apologetici: «Il vostro Gesù è uno sconosciuto!», dicevano i pagani istruiti. [42] Da qui la risposta facile: Gesù stesso proibiva che si proclamasse la sua messianicità e i suoi miracoli. [43] Il «segreto messianico» conveniva ad un Messia «caratterizzato dall'incognito». [44]


Alcuni racconti sono in realtà midrash nel senso di Couchoud, vale a dire allegorie storicizzate. A loro proposito p. Léon-Dufour dice giudiziosamente del Quarto Vangelo: «Il simbolismo è così indissolubilmente legato alla storia che ci si domanda a buon diritto se gli eventi riportati non siano stati inventati in vista di illustrare una teoria»: [45] l'episodio del nato cieco spiegherebbe: «Io sono la Luce del mondo»; «La resurrezione di Lazzaro non potrebbe essere altro che una bella storia che illustra la fede del cristiano in colui che è la resurrezione e la vita». [46]


IV. — PRESTITI VARI — GLI APOCRIFI

L'assassinio di Zaccaria tra il Tempio e l'altare (Matteo 23:35) proviene dalla Guerra Giudaica di Giuseppe (4:6), scritta intorno al 79 E.C. La predizione di Gesù nota sotto il nome di Piccola Apocalisse (Matteo 24, Marco 13, Luca 11) è posteriore a Traiano (117 E.C.). Fa allusione all'erezione della statua di questo principe nel Tempio, [47] a meno che non si tratti di quella che Adriano dedicò a Giove sulle rovine di questo edificio (135). [48]

Le sentenze del Signore si ritrovano al completo, secondo Steudel, nella letteratura del tempo; [49] la parenesi che il Vangelo ne trae è contraddittoria: esprime le aspirazioni di sette diverse in momenti diversi. [50] Alcuni versi dipendono dalla gnosi di Simon Mago: il grano da raccogliere, la pula da gettare nel fuoco, l'acqua che bisogna bruciare se non porta buoni frutti; Matteo 3:19, 12; Luca 3:9, 17. [51]


Gli Apocrifi permettono ben curiose scoperte. La moralità delle nazioni è schernita dal bambino-dio: uccide un ragazzino che lo aveva inavvertitamente fatto cadere; Vangelo arabo dell'Infanzia, 47. Simon Pietro proclama che le donne non sono degne della vita eterna e vuole cacciare Maddalena dal seguito del Salvatore; ma Gesù farà di lei un «maschio» per permetterle l'accesso ai cieli; Vangelo di Tommaso 114:18-26.

Il vangelo degli Ebrei mostra il Cristo che dà il suo sudario al servo del sacerdote. Il vangelo di Nicodemo descrive l'accoglienza di Gesù agli Inferi; contiene un rapporto di Pilato a Claudio; il governatore si esprime pressappoco come un cristiano e fa ricadere sui giudei la responsabilità della Crocifissione.

Gli Atti di Pietro, detti di Vercelli, fanno parlare un cane e nuotare un pesce morto; § 12-13. Negli Atti di Tommaso, l'apostolo è glorificato da un puledro, — senza dubbio dello stesso pedigree dell'asino di Balaam!

Gli Apocrifi furono scritti nello stesso spirito dei nostri Vangeli, che fanno incarnare i demoni nei porci, resuscitare il cadavere di Lazzaro, che mostrano i morti che escono dalle loro tombe e camminano per Gerusalemme: Matteo 8:30-32; Giovanni 11:37 s, Matteo 27:52-54. [52]

NOTE

[1] V. soprattutto Le puzzle des Evangiles di G. FAU e la Histoire de la tradition synoptique di BULTMANN. V. qui di seguito, capitolo 3, § 4, la nostra analisi del Quarto Vangelo.

[2] Per ELIADE, «dopo la catastrofe del 70 i cristiani cominciano a collezionare e a mettere per iscritto le tradizioni gerosolimitane sulla vita, il ministero, la morte e la resurrezione di Gesù; questi sono i primi vangeli»; Histoire des croyances, II, 343, nota 51. Contro questo faremo valere: che i Vangeli non sono di origine giudea;che essi non contengono nulla che non sia sospetto di adattamenti, di anacronismi e di invenzioni; che essi si basano su miti e adattamenti scritturali; che i «primi vangeli» non sono i nostri testi canonici. V. la nostra c. rd. in C.R. 118, 1981, pag. 23-25. — L'opinione di ROBINSON (Relating the New Testament) secondo cui il Nuovo Testamento fu scritto tutt'intero prima del 70 è un audace paradosso. Stessa tesi «super-rétro» in Le Christ hébreu di TRESMONTANT, giudicata da GRELOT «non invalidata perché è effettivamente nulla»; in Evangile et tradition apostolique, pag. 8; secondo la c. rd. di INGELAERE, R.H.P.R., aprile-giugno, pag. 211. — GRELOT (Origine des Evangiles) confuta pure J. CARMIGNAC che ha preteso di provare la fonte ebraica dei Vangeli e la data remotissima della loro apparizione, persino in greco.

[3] Vedi di seguito, II° parte.

[4] LACHATRE, Histoire des papes, volume 2, pag. 447, col. 1

[5] DUPUIS, Abrégé..., 190. — L'influenza iranica si esercitò sui racconti della Natività; WATSON, La naissance du dieu chrétien..., C.R. 108, 1979. — La questione si pone di sapere se il mitraismo fosse una autentica religione di salvezza. V. per la risposta affermativa VAN ASSCHE, Mithra et le Christ, pag. 7-8, 10, 21, 25 in C.R. n° 76, 1972. Per la risposta negativa TURCAN, Mithra et le Mithriacisme (1981), pag. 109 e s. — La qualità d'«Intermediario» notata da Plutarco (Is. et Os. 46), il ruolo salvifico del sangue sparso (iscrizione di San Prisco), l'«immagine della Resurrezione» che Mitra mostra ai suoi adepti e di cui Tertulliano si indigna (De Praescr. 40) ci fanno considerare Mitra un dio della salvezza; ma secondariamente, per estensione dottrinale. D'altra parte, il trionfo del mitraismo nelle armate romane non si giustifica minimamente se il dio non fosse un garante di immortalità; e la comunione perde il suo interesse.

[6] FRAZER, Atys et Osiris, 118-120 e note; DARAKI, Aspects du sacrifice dyonisiaque, R.H.R., aprile-giugno 1980, pag. 134, 136 e passim.

[7] DUFOURQ, o.c., volume 2, 206.

[8] Confutazione in BULTMANN, L'histoire..., 192. — Cfr. A. DANIELOU, o.c., 287-8.

[9] BURNOUF, o.c., 179.

[10] VAN DEN BERGH, o.c., 16-18; SIMON, Hercule et le christianisme, 49-64.

[11] SIMON, ibid., 113 s.

[12] LEVY, La légende de Pythagore, 340. Per noi si tratta di temi comuni piuttosto che di trasposizioni letterali. In compenso l'influenza pitagorica si è esercitata sulla morale gnostica precristiana (rifiuto delle ricchezze, rigetto della famiglia); cfr. LEVY, ibid., 31-34.

[13] KRAMER, Le rite du mariage sacré..., R.H.R., aprile 1972, pag. 145.

[14] WIDENGREN, o.c., 237. — I primi cristiani leggevano abitualmente, oltre l'Antico Testamento, opere pagane; GIUSTINO, 1 Apologia 44:3. Questa è una prova della loro appartenenza nel contempo pagana ed ebraica.

[15] MALET, Les évangiles de Noël, 90.

[16] MONTFAUCON, L'Antiquité expliquée, Supplément, vol. II, pag. 133; citato da ANSAULT, o.c., 70.

[17] HENRY, o.c., 267; v. di seguito § II, 2.

[18] MAKARIUS, Une contribution ethnographique..., C.R. 95, 1976.

[19] MORTON SMITH pensa con ragione che la religione giudaica arcaica non fosse minimamente differente da quella dei popoli vicini, e che il monoteismo fosse minoritario; Palestinian Parties and Politics..., c. r. d'A. CAQUOT, R.H.R., aprile 1973, pag. 195; LODS, Israël; v. in particolare ciò che concerne le forze della natura e i sacrifici umani; 269 s., 328 s. 

[20] MERIDIER, Euripide, vol. 1, 185-6.

[21] ORY, Ambiguïté des sources judaïques du christianisme; C.R. 41, 1964, pag. 17-24; Marcion et Luc interpolés par les esséniens? C.R. 50, 1966, pag. 56 s.

[22] Malet, o.c., 20 e passim.

[23] ALFARIC segnala ancora qualche centinaio di prestiti possibili di Marco dalla letteratura paolina: Pour comprendre la vie de Jésus, 204 s.  GRELOT vede all'origine delle raccolte evangeliche «una polvere di frammenti»; o.c., 84. Secondo BULTMANN, la più antica narrazione di Marco era fatta di «frammenti isolati»; Histoire..., 409-10; 411 e s. I Dodici sono «una creazione posteriore»; ibid., 418.

[24] ROGER, Les religions révélées, 3° edizione, vol. 1, 299 s.

[25] BULTMANN, L'histoire..., 47, 45.

[26] BULTMANN, ibid., 90-284. — «Formazione secondaria» = amplificazione, invenzione posteriore.

[27] BULTMANN, Jésus..., 38.

[28] Cfr. MAGNE, Origines..., vol. II, 95 s.

[29] FAU, Le Puzzle..., 203.

[30] FAU, ibid., 206.

[31] Cfr. FAU, ibid., 199-214; AUGSTEIN, o.c., 108 s.

[32] ROUGIER, Selon les Ecritures, C.R. 62, 1969, pag. 15.

[33] V. tra gli altri GOGUEL, Jésus, 63-70.

[34] FAU, Jésus et les zélotes, C.R. 81, 1973. — Figlio di Dio, Figlio dell'uomo, Christos, Messia sono titoli divini o semidivini attribuiti a Gesù nei Vangeli. - Sulla filiazione divina in Matteo, v. GEIST, Jésus dans les Evangiles, 111-113. — La filiazione carnale «Giuseppe generò Gesù» (Matteo 1:16) non si trova che in una variante del sinaïticus siriaco.

[35] Se Clemente avesse letto i nostri Vangeli egli avrebbe impiegato molto probabilmente l'espressione. Essa appare nel I° secolo solo in Apocalisse 1:13 e 14:14 nella locuzione «come un Figlio d'uomo» = un uomo. Nel 145 circa gli Atti la utilizzeranno con il senso cristiano e una volta soltanto (in 7:56). — Sull'origine di quella nozione, dovuta a REITZENSTEIN, v. CULLMANN, Le problème..., 202. Da notare tuttavia che in Daniele 7:13-14 questo Figlio si confonde praticamente col Messia: egli ne ha gli attributi. 

[36] Un'interpretazione tendenziosa fa di quella generazione un'epoca lunghissima. Contra: i nostri riferimenti a Marco.

[37] La prima Istituzione è quella dell'Acqua; Giovanni 4:5 s. L'altro appare in Matteo 26:26-29; Marco 14:22-25; Luca 22:19-20; 1 Corinzi 11:23 b-26.

[38] Secondo BICKERMANN; v. GOGUEL, La naissance..., 52, n.

[39] Citato da GOGUEL, ibid., pag. 51, nota 4.

[40] GUIGNEBERT, Jésus, 606-615.

[41] TRILLING, Jésus devant l'Histoire, 232.

[42] V. più giù, «Resistenze pagane», VI° parte, capitolo 2, § 2.

[43] Matteo 1:34, 1:43 s, 5:43; 7:24, 36; 8:26, 30; 9:9, 30, ecc.

[44] BULTMANN, L'histoire..., 422.

[45] LEON-DUFOUR, o.c., 17.

[46] LEON-DUFOUR, ibid.

[47] TREVES, La date de la Petite Apocalypse, B.R. 188, 1975.

[48] Una datazione posteriore al 135 è probabile; FAU, Le puzzle..., 156 s.; GUILLET, o.c., 15-17.

[49] GUIGNEBERT, Jésus, 49.

[50] BAYET, Les morales de l'Evangile, 175 s. — Sulla moralità pagana e la moralità cristiana, v. JOLY, Propos pour mal pensants, 120-143.

[51] SALLES-DABADIE, Recherches sur Simon le Mage, 17. 

[52] Secondo BRUNET, gli apocrifi potrebbero essere contemporanei ai canonici e provenire da altri circoli; A propos des apocryphes, Cah. rationaliste 418, dicembre 1986. — Opinione probabilissima.  

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