domenica 2 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOLA GNOSI PAOLINA

 (segue da qui)

CAPITOLO II

LA GNOSI PAOLINA

Paolo espone una teologia del tutto diversa da quella precedente. Non si tratta più per lui di una dottrina del sangue, ma della croce. Lo deve alla storia del Gesù crocifisso sotto Tiberio? 

La nostra risposta, negativa, può riassumersi in alcune osservazioni.

A parte 1 Tessalonicesi 2:15 e 1 Timoteo 6:13, riconosciuti inautentici da lungo tempo, tutti i passi delle Lettere invocati a favore della Storicità sono interpretati abusivamente dalla critica conservatrice. [29]

Paolo non conosce l'insegnamento di Gesù. Le pretese citazioni del «Signore» sono attinte dalle Scritture (Alfaric); il «Signore» è Jahvé. In aggiunta, se l'apostolo avesse ricevuto la minima istruzione concernente il Cristo, l'espressione «Figlio dell'uomo» non gli sarebbe assolutamente estranea.

Paolo ironizza a proposito dei «super-apostoli» che avrebbero seguito Gesù. Si considera almeno come loro eguale e proclama di non dover loro nulla: 1 Corinzi 1:10-12, 23; 3-4:21-22; Galati 1:6-12; 2:4-14. Affermazione impossibile se avessero vissuto nell'intimità del Maestro e se fossero la fonte delle informazioni di Paolo.

L'apostolo dei Gentili, contro ogni verosimiglianza, non si interessa a nessun episodio della vita di Gesù, neppure ai suoi miracoli e al suo processo. La Passione resta nell'astratto; egli è indifferente alle circostanze della morte e della resurrezione del Cristo.

Egli ignora i Luoghi sacri, come tutti.

Egli predica un «Mistero» rivelato da «gli scritti dei profeti», ma restato «avvolto dal silenzio per tempi eterni»; [30] Romani 16:25-26; 1 Corinzi 2:6-12. Ogni tradizione recente e vivente gli è quindi sconosciuta.

La comparsa del Tarsiota davanti a Festo, Agrippa e Berenice mostra che nessuno di loro ha sentito parlare della presunta vittima di Pilato. [31]

Paolo non è stato quindi iniziato al culto dell'uomo-dio dei Vangeli. Ma probabilmente fu iniziato a quello dei Nazorei, di cui era ritenuto il capo; Atti 24:5. Anche il Cristo passava per appartenente a quella setta: Marco 16:6; Luca 24:19; Giovanni 18:5, 7; Atti 2:22, 3:6, 4:10, 22:8. [32]

È certo, d'altra parte, che l'epiteto «nazareno» applicato a Gesù non ha significato inizialmente «originario di Nazaret». Era un titolo, una qualità «essenziale» corrispondente forse a «Santo di Dio» o più probabilmente a «messianista» (netser, germoglio). [33]

Epifanio distingue i Nazareni precristiani, che ignoravano il Cristo, dai Nazorei, setta cristiana che si lega a Cerinto; Haer. 19 e 29. Coloro tra i mandei che si chiamavano «nazorei» nei loro scritti si collegavano ad una fonte cristiana, perché la loro animosità contro i cristiani rassomiglia fortemente a quella di fratelli nemici. In aggiunta, gli Atti siriaci dei martiri persiani conservano ancora per i cristiani il nome di «nazorei».

Se, come è probabile, i nazorei praticavano un culto vicino a quello dei mandei, Paolo fu iniziato ad un culto dell'acqua. [34] Ma ne modificò la natura subordinando la teologia del battesimo ad una dottrina gnostica della croce. 

NOTE

[29] WATSON, Les lettres de Paul et l'Historicité, C.R. 64, 1969, Paul et l'Histoire, B.R. 171, 1972.

[30] Romani 16:25 b: Musterion Khronoïs aïonioïs sesigêmenou

[31] Atti 25:6-27. — STEPHANE, La Passion de Jésus, 163 s.

[32] Radice Nazô — salvo in Marco 16:6. 

[33] GUIGNEBERT, Jésus, 80-93; DREWS, Le mythe de Jésus 62-6; CULLMANN, Le problème littéraire..., 223; BULTMANN, Jésus, 46; LASSALLE, Quelques remarques sur les Nazaréens, B.R. 54, 1958. TREVES, Nazoraïoï..., C.R. 71, 1971.

[34] Ipotesi che spiega la presenza di antiche formule battesimali nelle lettere paoline. Paolo, del resto, avrebbe ricevuto il battesimo e, se è ebreo, è un ebreo della Diaspora. 

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