lunedì 10 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOIl cristianesimo alla fine del I° secolo

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Il cristianesimo alla fine del I° secolo

Per concludere, tentiamo di raffigurarci cosa poteva essere il cristianesimo sotto il regno di Traiano (98-117). 

In quel periodo i Vangeli non erano ancora scritti; il dio presenta una fisionomia molto complessa e in piena evoluzione; la sua morte giudiziaria era sconosciuta — così come «i Luoghi sacri».

Tuttavia, i suoi tratti cominciano a precisarsi. Quelli che attinge dal giudaismo (Sommo sacerdote di Ebrei, Agnello bellicoso di Apocalisse) stanno svanendo. Tendono a subordinarsi ad altri, improntati agli dèi pagani. Il più prossimo parente è Ermete Crioforo, di cui lo scultore greco Calamide creò il profilo sei secoli prima della nostra era, il quale fu riprodotto più volte dalla statuaria cristiana.

Emerge a malapena dai legami che lo legano al cosmo: alberi, fiori, animali, recipienti per il latte, astri, pesci, ecc. Il Buon pastore sintetizza le forze che manifestano la vita, ma non è ancora inserito nella società umana. Quella fase corrisponde alle più antiche decorazioni catacombali.

Si credeva, però, che il dio si fosse mostrato sulla terra. Gli uni pensavano che fosse apparso all'improvviso, altri che si era incarnato nel grembo di una donna; per alcuni non era che una forma evanescente, per altri una realtà carnale. Tutti lo consideravano preesistente e senza antecedenti umani.

Egli non era ancora guaritore, ma si credeva che avesse subito delle prove che lo avevano portato sull'orlo della morte, o ad una Passione mortale, e che fosse risorto. La sua condizione di dio sofferente, di origine pagana, alcune analogie con i re-sacerdoti ebrei immolati lo apparentavano al servo di Isaia. Gli si applicarono sempre più, soprattutto a partire dal secondo secolo, i passi scritturali che potevano convenire ad un messia universale di cui bisognava dire le intenzioni, raccontare la vita e la morte.

Sul tema della croce-patibolo, i precristiani erano molto divisi. Alcuni non ne vollero sentir parlare; [96] essa era ignorata dall'epistola agli Ebrei, dall'Apocalisse e dalle Odi di Salomone. Paolo ne era il predicatore; ma il Dramma sacro era per lui, come dice, un «Mistero»; egli conosce solo l'Eone celeste morto e risorto.

Si doveva pensare generalmente che il dio avesse disceso i sette cieli planetari e che lo si fosse appeso ad uno stauros celeste, terreno o infernale. Il mito del Calvario, più tardivo, ha dovuto elaborarsi a partire dal primo quarto del secondo secolo.

Sull'essenza di questo dio le opinioni divergevano. Alcuni vedevano in lui un'Entità autonoma, rivale di Jahvé; altri un'emanazione del Padre. Nei testi del I° secolo egli è secondo dio, preesistente e demiurgo; nulla gli fa supporre un'origine e a una vita normali.

In senso morale egli era il Giusto, ricavando quella condizione dalla sua origine solare, come quelle di Primogenito e di Creatore: «Abbondano gli epiteti che fanno di Shamash il re di giustizia, il signore del diritto, dell'equità, del giudizio». [97] Ora Shamash è il sole, rappresentato generalmente, come talvolta il Cristo, su una ruota a quattro raggi.

In compenso, la castità del nostro antico dio della fertilità è dovuta ai paolini, poi agli esseni che, dopo il 70, abbracciarono la religione nascente. Tutti, su questo punto, continuarono lo gnosticismo. [98]

Insomma, all'inizio del secondo secolo, «il Gesù della Storia» non era ancora nato.

NOTE

[96] ALFARIC, Trois évangiles concurrents..., B.R., giugno 1953.

[97] DHORME e DUSSAUD, o.c., 61-64, V. supra, II° parte, capitolo 3, § 2.

[98] MAGNE, Origines chrétiennes, II, 95 s. — Il «Figlio» è «in una certa maniera androgino»; A. DANIELOU, o.c., 289. 

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