lunedì 3 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOIl paolinismo

 (segue da qui)

Il paolinismo

Se Paolo è gnostico, noi dobbiamo ritrovare nelle sue lettere i temi che abbiamo appena determinato. Essi si riassumono nella nozione di ciclo: il mondo derivato da Dio torna ad annientarsi in Dio. Da qui due momenti: la Creazione; la Rigenerazione.


La Creazione o fase discendente.

Il Cristo, prima di apparire, è la Sapienza e la Potenza nascoste in Dio; 1 Corinzi 1:22; 2:7-8. Egli esiste «in forma di Dio»; Filippesi 2:6. [38] Se Adamo «il primo uomo» era «della terra», il secondo, che è il Signore, è del cielo; 1 Corinzi 15:47. La carne del secondo Adamo è celeste. Questa è ciò che porteremo, perché la carne e il sangue sono corruttibili e non possono possedere il Regno di Dio; 1 Corinzi 15:47-49. 

Paolo spiega molto chiaramente che il corpo «spirituale» del Salvatore non è quello dell'umanità volgare rappresentata da Adamo. Ciò in virtù della sua origine diversa; 1 Corinzi 15:44-50. Il Cristo paolino si apparenta quindi a quello di Marcione. 

Come è nato? Tra gli gnostici, l'apparizione del Logos avviene generalmente grazie ad un'Entità femminile. La si ritrova nel Vangelo sotto i tratti di Maria. Ma Paolo ignora la nascita verginale; il Cristo si crea spontaneamente; Filippesi 2:6-7. In 1 Corinzi 10:2 egli accompagna gli ebrei nelle loro tribolazioni sotto l'aspetto di una «roccia spirituale». È dunque atemporale.

Il Figlio non deve la sua esistenza alla «carne», portatrice di peccato. Egli è immacolato, mentre il peccato e la morte raggiungono tutti i discendenti di Adamo; Romani 5:12; 8:3; 2 Corinzi 5:21. Egli riproduce l'«immagine» di suo Padre; 1 Corinzi 8:6.

Prima di prendere la forma dell'umana  condizione, il Salvatore è il primo ministro di Dio, che è suo «capo»; 1 Corinzi 11:3. L'attività primordiale del Cristo, «mediante cui tutte le cose esistono, e mediante cui noi esistiamo» (1 Corinzi 8:6 b), è la Creazione: «È per mezzo di lui che sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili [...] Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e per lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte le cose sussistono in lui»; Colossesi 1:16; 2:9.

Questo indiscutibile sovrano dei cieli esisteva quindi in qualità di secondo dio e demiurgo prima che lo si fece uscire dal grembo della Vergine.

Ma la creazione non è buona: «La figura di questo mondo passa»; 1 Corinzi 7:31. L'universo si degrada. Esso è soggetto all'Arconte della Potenza dell'aria che si oppone alle comunicazioni tra l'Alto e il Basso. [39]

Ora gli uomini fanno parte del cosmo; sono perversi per il solo fatto che hanno un corpo. Da Adamo «il peccato è entrato nel mondo, e il peccato è la morte»; Romani 5:12. Senza dubbio Adamo ha commesso una colpa; però la morte ha regnato da Adamo a Mosè su coloro che non avevano peccato; Romani 5:14. La ragione profonda di quella miseria è la dualità della natura umana, nel contempo divina e demoniaca. Impigliati in una carne corrotta, gli uomini non possono trovare da soli l'immortale felicità; il loro destino è di essere condannati con il cosmo; Romani 6:17; 8:3; 1 Corinzi 11:32; 2 Corinzi 5:21; Galati 3:13.


La Rigenerazione o fase ascendente.

Allora interviene l'Intermediario, il Salvatore, inviato da suo Padre «in apparenza di carne di peccato», èn omoïômati sarkos amartias; Romani 8:3;

«Lui che era in forma di Dio, 

non considerò come una preda

l'essere uguale a Dio.

Ma svuotò se stesso, 

prendendo condizione di schiavo (doulos)

e divenendo simile agli uomini.

Trovato come un uomo dal suo aspetto, 

egli si umiliò ancor più, 

obbedendo fino alla morte, 

e alla morte sulla croce»; Filippesi 2:6-8.

Allo stesso modo, Ebrei 2:9 insegna che l'autore della salvezza fu abbassato momentaneamente «al di sotto degli angeli», l'Ascensione di Isaia profetizza che dopo la sua discesa quaggiù «si crederà che egli è carne e uomo»; 9:12-13; Giovanni lo presenta come un Logos luminoso che si è incarnato; 1:1-14.

Il suo sacrificio è spiegato similmente in testi diversi. Gli empi del Libro della Sapienza, ignorando i «segreti di Dio», condannano il Giusto ad una morte infame; 2:20-25. Nell'Ascensione di Isaia il Principe di questo mondo appende al legno il Cristo perché «egli non sa chi è»; 9:12-13. In 1 Corinzi 2:6-8 i Capi di quest'Età crocifiggono «il Signore della gloria» perché colpevoli di non conoscerlo. [40]

Il loro errore permette al Salvatore di vincere la morte. Spogliato del suo rivestimento carnale, egli si fa beffe dei Principati e delle Potenze, «facendone un pubblico spettacolo» trascinandoli nel suo corteo trionfale; Colossesi 2:15. Egli inaugura così l'era della Salvezza.


Tuttavia, il fedele otterrà la beatitudine eterna solo a diverse condizioni: rifiuto della Legge «vecchia», «causa del peccato», [41] rinuncia alla «carne», vale a dire alle passioni, al mondo, alle sue opere, ai suoi onori. Così l'apostolo è estraneo a ogni cultura; egli attacca la filosofia; Colossesi 2:8; la vita sociale non gli pone problemi. Tutto ciò che dà valore all'esistenza è condannabile.

Andando più oltre, Paolo predica l'ascesi, la crocifissione della carne; Romani 12:1; 13:14; Galati 6:17, ecc. La sofferenza è buona perché ci distacca dalla vita. Ecco perché le disgrazie corporali dell'apostolo, le sue attività faticose, spesso crudeli, gli sono un vantaggio: debolezza e dolore sono compensati dalla potenza pneumatica; 2 Corinzi 12:9ss. 

Il distacco dalla «carne» favorisce la fede. Essa si manifesta nella profezia, nell'estasi e in alcuni stati privilegiati; Paolo si eleva fino al terzo cielo e vi intende parole ineffabili; 2 Corinzi 5:13; 13:2-4.

Sul suo esempio, gli uomini devono impregnarsi dello Spirito, perché «il Signore è lo Spirito»; 2 Corinzi 3:17. Si è giustificati quando lo si possiede; Galati 4:6. In compenso, «chi non ha lo Spirito del Cristo non gli appartiene»; Romani 8:9.

Per avere il Pneuma non basta adottare un certo atteggiamento intellettuale e morale; bisogna essere «afferrati» dal Cristo (Filippesi 3:12), poter gridare: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me»; Galati 2:20.

A questo punto, la fede diviene il sentimento di una presenza concreta, analoga a quella che animava gli adepti dei Misteri. È l'«entusiasmo», la «possessione» del fedele da parte della divinità. [42]


 Compiuta l'opera di Rigenerazione, i credenti rivivranno nel Cristo dopo la loro morte; 1 Corinzi 15:22. Però il cosmo sarà distrutto dal fuoco; 1 Corinzi 3:13; 11:32. Infine, tutto si risolverà in Dio, persino il Figlio: «Poi ci sarà la fine, quando consegnerà il regno nelle mani di Dio Padre, dopo aver annientato ogni Principato, Dominazione e Potenza. Poiché egli deve regnare finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi... E quando tutto gli sarà stato sottoposto, allora il Figlio stesso si sottometterà a colui che gli ha sottoposto tutto, affinché Dio sia tutto in tutti»; 1 Corinzi 15:24-25, 28.

Così, al termine della sua missione, il Cristo abdica; la sua personalità scompare; egli si riassorbe in suo Padre, allo stesso modo in cui i fedeli si sono assorbiti in lui (cfr. Giovanni 14:20).


Insomma noi ritroviamo in Paolo i temi fondamentali dello gnosticismo: Creazione perniciosa, disprezzo della «carne», Intermediario liberatore, Fede, Fusione delle anime in Dio, ascesi, distruzione del cosmo. Il mondo ritorna al suo stato iniziale dopo il completamento del ciclo. [43]

NOTE

[38] Si vede che il dualismo di Paolo si lega allo gnosticismo siriano (rottura dell'Unità divina, dottrina delle Emanazioni). Il dualismo iranico, invece, si basa sull'opposizione originale tra la Luce e le Tenebre, tra Bene e Male: esso portò al manicheismo.

[39] Interpretazione di SCHLIER; v. GOGUEL, La naissance du christianisme, 440.

[40] Non l'hanno riconosciuto sotto il suo travestimento di uomo; BULTMANN, Le christianisme primitif, 161.

[41] Romani 3:19-20, 27; 4:15; 5:20; 6:23; 7:6; 1 Corinzi 15:56; 2 Corinzi 3:9; Galati 2:16, 21; 3:10-11; 5:2-6, 11; Colossesi 2:11-14; Filippesi 3:2-3.

[42] Sulla mania divina v. JEANMARIE, Dionysos, 106. — Paolo differisce radicalmente dai pagani nel fatto che preconizza l'austerità come principio di vita e di salvezza; il paganesimo, invece, è un inno alla gioia; cfr. A. DANIELOU, o.c., passim. — L'ellenismo peraltro indiscutibile di Paolo è negato da SCHWEITZER in La mistique de l'apôtre Paul. V. il nostro c. rd., C.R. N° 100, giugno-agosto 1977, pag. 63 s. — Sul carattere morbido della morale paolina, v. LOUIS-GABRIEL, Saint-Paul, 95 s.

[43] Paolo segna una transizione tra lo gnosticismo e il cristianesimo propriamente detto: se il carattere malvagio del dio dell'A.T. è un tratto importante dello gnosticismo, la dottrina paolina, in compenso, colloca la sovranità proprio nel dio ebraico. Ma il Figlio è suo delegato nelle funzioni di demiurgo, e la Creazione, fondamentalmente malvagia, è vicina alla distruzione. Il disprezzo della «carne» è ancora un aspetto del pessimismo gnostico di Paolo; il rigetto della legge divina annunciata da Mosè impone la necessità di un'Alleanza nuova. 

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