giovedì 13 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOIl nome del Salvatore

 (segue da qui)

 II 

Il nome del Salvatore

Il nome generalmente ammesso fu Iêsous-Christos; ebbe una importanza capitale. In esso si condensò l'idea divina o messianica dispersa in numerosi appellativi: Agnello, Pastore, Ichthus, Chrêstos, Logos (Verbo), Luce, Spirito santo, Primogenito, Figlio dell'uomo, Nuovo Adamo, Metatrone, Paracleto, Principe della Presenza, Unto, Eletto, Messia, Germoglio o Virgulto, Giusto, Delegato, Figlio di Giuseppe, di Davide o di Levi, Schilo, Sommo Sacerdote celeste, Servo, Sapienza, Amato da Dio, Illuminatore, Consigliere, Kyrios (Signore), Soter (Salvatore), Sabaoth, Pantocrator (Onnipotente), Stella. ..

Al lettore sorpreso diremo che non siamo ancora ai circa duecento vocaboli che designano Apollo. [5]

Uno dei titoli che si impose fu Figlio di Dio. Esso spesso designa nell'Antico Testamento un uomo incaricato da Jahvé di una missione importante (Cullmann) oppure il Messia (Blinzler). Ma la nozione di una filiazione divina non è ebraica, benché in un'epoca remota Jahvé avesse più figli, tra cui Satana. [6

Negli ambienti ortodossi, l'Unto (re o messia) è il Figlio di Dio per adozione. Così nel Salmo 2:6-7 leggiamo: « «Io l'ho consacrato mio Sovrano sul Sion, il monte della mia santità [...] Egli mi ha detto: Tu sei mio figlio, io ti ho generato oggi». La filiazione dipende qui dall'unzione, dalla consacrazione; essa è spirituale.

L'oroscopo esseno trovato nella Grotta 4 di Qumran, pubblicato da J. Starcky, riprodotto, tradotto e commentato da A. Dupont-Sommer, [7] annuncia che «l'eletto di Dio sarà il suo generato», vale a dire suo Figlio. La filiazione dipende ancora dall'elezione, dalla scelta divina.

La parentela biologica o materiale è altra cosa. Ha avuto origine negli ambienti gnostici, che facevano del Salvatore un Eone disceso dai cieli, assimilato alla Sapienza e a Sabaoth, figlio del dio creatore Ialdabaoth. [8] Quando il Salvatore ebbe acquisito una consistenza materiale, si vide in lui la progenie di un dio superiore e di una mortale, come nel paganesimo.

Quell'evoluzione fu lunga. Fu probabilmente aiutata dall'interpretazione del termine Iêsous. Esso non era in origine che la trascrizione greca dell'ebraico Iehoshua, Ieshu, ma quella etimologia sfuggiva agli ebrei ellenistici e ai pagani. Essi potevano comprendere Iêsous solo come Figlio di Dio, Ies-uos.

Ies- esprimeva in effetti l'idea divina; -uos significava figlio, il tema fonetico in -uo essendo frequentissimo, in prossimità dell'era cristiana, accanto alla forma classica uios. Siccome la maggior parte dei dialetti avevano senza dubbio mantenuto all'u il suo antico timbro, vale a dire ou del francese [9] si sarà dato a Iêsous il significato di Iesuos pronunciato Iêsouos. L'indebolimento della finale avrebbe accresciuto la confusione tra Iêsous, il vecchio dio-patriarca Giosuè, e Iêsous, il Figlio di Dio. [10]

Insomma, Gesù perse la sua autonomia e divenne «il Figlio» per la ragione forse decisiva che il suo nome significava Figlio di Dio nella gentilità ellenistica. Egli beneficiò inoltre delle credenze legate alle Entità corrispondenti ai numerosi titoli che le designavano. Egli eliminò progressivamente queste Potenze, riducendole ad aspetti della sua persona o ad allegorie.

NOTE

[5] Nei testi siriaci redatti fino al V° secolo si riscontrano quasi 250 espressioni concernenti i titoli del Cristo; MURRAY, Symbols of Church and Kingdom..., capitolo 5; secondo GUILLAUMONT, R.H.R., ottobre 1977, pag. 222.

[6] Genesi 6:2, Giobbe 1:6; 2:1; Salmo 89:7.

[7] DUPONT-SOMMER, Les horoscopes de Qumran, Arch. 15, 1967, pag. 24 s.; ibid., pag. 28, frammento di un altro oroscopo tradotto da Allegro: oroscopi limitati alla posizione del sole nel segno, e immaginari in quanto non ricorrono ad alcuna data di nascita. — Cfr. LAPER-ROUSAZ, L'attente du Messie..., 187-203 e 293, nota 119.

[8] MAGNE, La naissance de Jésus-Christ, C.R. 83, 1973, pag. 39-40.

[9] MEILLET e VENDRYES, Traité de grammaire comparée, 97.

[10] La nostra ipotesi è verificata da Luca, che assimila «Gesù» a «Figlio di Dio» (1:31-32, 35) e da GIUSTINO; 1 Apologia 33. 

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