giovedì 20 ottobre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOGESÙ E GLI DÈI GUARITORI

 (segue da qui)

CAPITOLO II

GESÙ E GLI DÈI GUARITORI

Gli dèi della fertilità diventano guaritori, perché il loro ruolo è di mantenere la vita sopprimendo i mali che tendono a distruggerla. Il dio precristiano avrebbe seguito un'altra evoluzione?

I. — I SANTUARI D'ACQUA IN PALESTINA.

Verso l'inizio della nostra era e precedentemente, le regioni di Palestina non erano assolutamente soggette al clero gerosolomitano. Già i soldati dei Tolomei vi avevano ricevuto terre; sotto i Seleucidi i sacerdoti ebrei partecipavano alle cerimonie celebrative di Eracle e Dioniso; nel 168 A.E.C. Antioco Epifane aveva installato una guarnigione nella cittadella di Akra, nel centro di Gerusalemme.

Il trionfo momentaneo dei Maccabei non arrestò l'ellenizzazione. Nel I° secolo E.C. le terme di Tiberiade erano famose; sotto Traiano (98-117) una importante colonia non ebraica aveva i suoi templi particolari nella città santa. [33

I principali luoghi d'acqua erano allestiti; si costruivano piscine per gli utenti, altari e santuari per le divinità. Così fu il caso a Sidone per Esmun, a Palmira per il dio «non nominato», in innumerevoli luoghi per Asclepio e Serapide.

Gerusalemme possedeva un santuario eterodosso a Bezatha (Bethesda), a nord, sul sito della piscina Probatica. Gli scavi vi mostrano diverse costruzioni sovrapposte. Le più recenti risalgono all'Aelia Capitolina, costruita sulle rovine della città precedente dopo il 135. Ma le fondamenta risalgono al secondo secolo avanti E.C.; esse provano l'esistenza, fino alla caduta di Gerusalemme nel 70, di un culto pagano nel cuore del mondo ebraico. [34

Vi erano dunque in Palestina, allorché si profilò il movimento cristiano, numerosissimi santuari di acqua curativa. Dipendevano da dèi come Baal, Shadafra, Coribas, dalla dea Igea, figlia di Asclepio, e da una moltitudine di geni, tra cui i Refaim, analoghi ai Cabiri. 

Ma gli agenti guaritori più celebri furono Esmun, Asclepio e Serapide.

Esmun era un dio della vegetazione simile a Tammuz-Adone. Si confuse con Aleyin, Hadad, Melkart e Dioniso; poi fu soppiantato da Asclepio, come prova l'iscrizione trilingue di Sardegna: il testo semitico reca Esmun, il greco e il latino Asclepio. [35]

Asclepio (l'Esculapio latino) era un dio ctonio in relazione con l'acqua. Figlio di Apollo, fu adorato come Soter e passava per resuscitare i morti. Il suo attributo era un bastone circondato da un serpente. Dei suoi numerosi santuari, quelli di Epidauro, di Sidone, Pergamo, Cartagine e Menfi sono i più noti. Le sue stanze di «incubazione» e gli ex-voto dovuti alla riconoscenza dei fedeli sono stati oggetto di studi precisi. [36]

Malgrado il suo prestigio, Asclepio fu spodestato da Serapide. Anche lui aveva il serpente come attributo, era Soter, guariva le anime e i corpi. Era inoltre padrone degli Inferi e confondeva nella sua persona Osiride, Zeus, Helios, Ade e Dioniso. [37] È attestato in Samaria tre secoli avanti E.C.; le monete scoperte a Tiberiade e a Cesarea testimoniano la venerazione che gli si portava sotto il regno di Claudio. Infine, in diverse epoche, lo si trova a Tolemaide, ad Ascalon di Palestina, a Neapolis, a Gerasa e in molti altri luoghi. [38]

La Siria-Palestina presentava quindi una miriade di culti dell'acqua nel tempo in cui si situa l'apparizione del Cristo; e ve ne fu una recrudescenza nel corso dell'ultimo secolo prima del cristianesimo (Thomas). Essi operavano fin all'interno delle mura di Gerusalemme; Bartina pensa che la piscina Probatica fosse un santuario di Asclepio. [39]

Ma la tradizione dell'acqua guaritrice è estranea al giudaismo ortodosso; i bagni delle sette battiste non si spiegano con uno sviluppo normale del giudaismo. [40] Queste sono, come dice Duprez, «sette marginali più o meno eterodosse, che subirono le influenze combinate dell'Oriente e dell'ellenismo». [41]

Il mito di Gesù guaritore è attribuibile agli dèi onorati in questi gruppi?


II. — LE GUARIGIONI DI GESÙ.

Per la cristianità, Gesù ha combattuto gli idoli opponendo i suoi veri miracoli ai loro, illusione o impostura: quelli di Simon Mago o del mago Elima. Ma bisognerebbe stabilire che le guarigioni di Gesù non sono affatto una copia di quelle dei suoi rivali.

Ma se il culto rimane, gli dèi passano; la loro personalità «si dissolve» (Starcky). Gesù ha trionfato perché era l'ultimo venuto.

Come i suoi predecessori, infatti, Iêsous-Christos era dio del cielo e del sole, delle acque e delle piante; dio ctonio, viaggiava negli Inferi e dominava l'Ade; come loro era Figlio e Salvatore. Secondo un altro tratto di rassomiglianza, gli uni assimilavano il potere delle acque sotto la forma di un serpente, gli altri sotto quella del pesce. Serpente o pesce, non vi era minimamente differenza: il coracino della sorgente di Cafarnao, pesce-anguilla nero e senza squame, [42] fu forse l'archetipo comune del dio pre-evangelico e di quello di certe sette gnostiche: Perati, Naasseni, Ofiti, ecc.

Una tradizione riportata da Eliano (III° secolo) getta un ponte tra le due rappresentazioni, indicando che al tempo di Erode una vergine di Giudea si unì ad un serpente. [43] È quindi probabile che Ichthus succedette a divinità che gli rassomigliavano come fratelli. Questo è ciò che mostrano ancora le sue guarigioni.

Conviene distinguere più tipi: alcune sono crisi epilettiche seguite dalla calma abituale; altre sono adattamenti scritturali o allegorie; alcune si apparentano ai miracoli degli dèi pagani. Questi sono stereotipi: il malato compie il gesto destinato a provare la sua guarigione; Gesù lo congeda rivolgendogli automaticamente «parole di vita»; lo esorta a non peccare più, secondo la credenza generale che i peccati causano la malattia e la morte.

Inoltre, le guarigioni si localizzano con insistenza, soprattutto in Luca, al momento del sabato: questo è un tratto polemico contro il giorno sacro degli ebrei. Le infermità descritte nel terzo Vangelo sono «segni di chiusura e di paralisi spirituale». [44] I miracoli che vi si legano sono quindi allegorici.

L'episodio stesso della Probatica di Bethesda (Giovanni, capitolo 5), non deve trarre in inganno. La Probatica era un antico santuario di Asclepio. Ora l'evangelista utilizza il vocabolario del dio pagano per raccontare il miracolo di Gesù: le parole ugiès (sano), loueïn (lavare) al posto di nipteïn. [45]

Questa parola loueïn si ritrova anche in Apocalisse 7:14. Ora Rengtorf ha notato che su sette città alle quali sono indirizzate le lettere di questa raccolta (1:11) tre possedevano un santuario di Asclepio. Ha notato anche strette rassomiglianze tra i miracoli di Giovanni 9:11 e quelli del dio greco. [46]

Dal canto suo R. Pesch perviene alla conclusione che tutti i passi dove si tratta della guarigione di lebbrosi, in particolare Marco 1:40-45 e Luca 17:11-19, sono «creazioni della Chiesa cristiana, ispirate per una vasta parte all'Antico Testamento». Gli altri miracoli del Cristo sono «di tipo abbastanza comune per l'epoca e non hanno dunque niente di più da insegnarci oltre il fatto bruto della sua attività taumaturgica». [47]

Un'altra analogia tra Asclepio-Serapide e Gesù si scopre nei racconti in cui il Cristo placa la tempesta e salva i discepoli; infatti questi dèi avevano per specialità di proteggere la navigazione.

Per Bultmann, i documenti utilizzati da Marco sono di origine greca. Ciò che lo colpisce è «la mescolanza di tratti ellenistici e giudeo-pagani». Secondo alcuni, vi sarebbe dietro tutti i miracoli «una fonte scritta costituita da una catena di racconti di miracoli che vantano i poteri soprannaturali di un essere divino...». [48]

In fin dei conti, si riterrà che «ognuno dei racconti di miracoli deve essere considerato implausibile» [49] e che non esiste alcuna differenza significativa tra il comportamento di Gesù e quello delle divinità precedenti. [50] Ha preso il loro posto, senza rumore.

La questione — lo si è compreso — non è sapere se i «miracoli» di Gesù siano spiegabili da un punto di vista scientifico, ma ricercare se i racconti che ne sono fatti ci permettano di intravedere un agente umano. Ora, quando si risale il corso del tempo, quando si interrogano gli scritti del I° secolo invece dei tardivi Vangeli (dopo il 160), la taumaturgia non è ancora annessa alle attività del dio. Un  tratto essenziale e misconosciuto del mito di Gesù è che egli non è originariamente un dio guaritore. La letteratura paolina, l'epistola agli Ebrei, l'Apocalisse, le Odi di Salomone, la Didachè, l'epistola di Giacomo non parlano delle sue guarigioni.

L'epistola agli Ebrei, in particolare, enumera nel suo capitolo 11 una moltitudine di miracoli; ma li attinge senza eccezione dall'Antico Testamento. Essa ignora evidentemente quelli del Cristo, poiché si propone di mostrare la superiorità dell'Alleanza fondata sul suo sangue rispetto a quella di Mosè.

Le guarigioni riferite dal Vangelo rientrano quindi in miti tardivi ispirati agli dèi pagani.


III. — IL SINCRETISMO PAGANO-CRISTIANO.

Serapide sembra essere l'ultimo a fissare la fisionomia del dio cristiano. Egli si era assimilato il sole, Dioniso, Ade e Asclepio. Con ciò si confondeva con Chrêstos, che moriva e risorgeva allo stesso modo del sole, cambiava a Cana l'acqua in vino come Dioniso, governava gli Inferi come Ade, operava cure miracolose come Asclepio. Da qui la possibilità, a causa delle loro numerose affinità, di passare dall'uno all'altro.

La distanza, infatti, non era sempre così grande come si potrebbe supporre tra le credenze che si dividevano le menti. Apuleio si fece iniziare a diversi culti; Apollonio di Tiana rimase pitagorico malgrado la sua iniziazione ai misteri di Eleusi; Minucio Felice utilizzò l'analogia degli atteggiamenti religiosi per predicare la tolleranza ai pagani:

«Io sento», diceva loro, «la folla allorché prega, le mani tese al cielo. Essa non pronuncia che il nome di Dio: Dio è grande! Dio è vero! Piaccia a Dio! Questo linguaggio, naturale alla folla, non è forse la preghiera del cristiano che esprime la sua fede?». [51]

Allo stesso modo, Giustino si sforza di giustificare i dogmi cristiani equiparandoli a quelli dei pagani: «Quando noi diciamo», dichiara, «che il Verbo, il Primogenito di Dio, Gesù Cristo, nostro signore, è stato generato senza operazione carnale, che egli è stato crocifisso, che è morto, e che dopo la sua resurrezione egli è salito al cielo, noi non ammettiamo nulla di più strano della storia di questi esseri che voi chiamate figli di Zeus... Noi raccontiamo che egli è nato da una vergine; egli ha ciò in comune con il vostro Perseo; che egli guarì gli storpi, i paralitici, gli infermi dalla nascita e che resuscitò i morti. Ciò è un tratto di rassomiglianza con i prodigi che voi raccontate di Asclepio». [52]

Al momento della demolizione del Serapeo di Alessandria sotto Teodosio, si riportarono alla luce pietre incise con croci ansate. Secondo numerose testimonianze antiche, [53] i cristiani e i seguaci di Serapide se le disputarono in nome delle loro rispettive divinità.

La confusione dei culti non sfuggì all'imperatore Adriano. Egli scrisse nel 130 al suo prefetto Serviano: «Qui [ad Alessandria] gli adoratori di Serapide sono cristiani, e sono devoti a Serapide coloro che si dicono vescovi del Cristo. Qui, non c'è patriarca giudeo, samaritano, sacerdote cristiano che non sia anche astrologo, aruspice o praticone. Quando il patriarca [giudeo] stesso viene in Egitto, gli uni gli fanno adorare Serapide, gli altri il Cristo». [54]

Stessa incertezza si rivela nelle Catacombe, dove Chrêstos-Ichthus è rappresentato sotto i tratti di Orfeo, di Ermes e di Apollo. Il Cristo di Costantino sembra essere ancora solo una forma politicizzata del Dio di Delfi e del Sol invictus. [55] Nel suo discorso di apertura al concilio di Nicea (325), egli equipara implicitamente il Cristo al sole, gli apostoli ai dodici segni dello zodiaco. L'anno successivo consacrò un tempio alla Sapienza — la Sophia degli gnostici — e fece erigere una statua di Apollo la cui iscrizione identificava il Cristo con il sole. [56]

La personalità del dio precristiano era così mal definita che la gemma di Würzburg presenta il Buon Pastore con l'iscrizione Iêsous e, sull'altra metà, il dio Horus accompagnato dall'iscrizione Christos; il papiro di Leida contiene un'invocazione a Christos Anubis. [57]


In conclusione, il Salvatore gnostico precristiano si è confuso con più dèi pagani. Le sue analogie con le divinità guaritrici fecero di lui un guaritore. Questo aspetto della sua persona, quantunque tardivo, contribuì fortemente a storicizzare, grazie a numerosi racconti di miracoli, l'antico dio della fertilità.

NOTE

[33] Su molti punti v. la considerevole opera di DUPREZ, Jésus et les dieux guérisseurs (con illustr. e carte; Gabalda ed., 1970).

[34] DUPREZ, o.c., 89s; 95s.

[35] DUPREZ, o.c., 81.

[36] Veduta d'insieme in SECHAN e LEVEQUE, Les grandes divinités de la Grèce, 227-242.

[37] LEVEQUE, Le monde hellénistique, 178-9.

[38] DUPREZ, o.c., 78-79.

[39] DUPREZ, ibid., 160.

[40] THOMAS, Le mouvement baptiste en Palestine et Syrie, 416.

[41] DUPREZ, ibid., 89.

[42] GIUSEPPE, Guerra Giudaica 3, 10:8; traduzione HARMAND-REINACH, volume 5, pag. 307, nota.

[43] ELIANO, Della natura degli animali 6:17.

[44] VOOS, Jésus dans les Evangiles, 128-9.

[45] DUPREZ, o.c., 162, 167, nota 3. 

[46] DUPREZ, o.c., 167, nota 2.

[47] PESCH, Jesu ureigene Taten? Anal. di TROCME, R.H.P.R., 1972, n° 4, pag. 488. — Il «fatto bruto» si riduce nella fattispecie a racconti di folclore.

[48] TROCME, Jésus de Nazareth..., 116.

[49] TROCME, ibid., 122. — FAU, Le Puzzle..., 279-288.

[50] Certi pensano che la «valorizzazione della fede» proverebbe l'originalità delle guarigioni di Gesù. Ma l'esaltazione della fede è apparsa cent'anni prima dei Vangeli, in Paolo e nell'epistola agli Ebrei. D'altronde questo sentimento è alla base di ogni atteggiamento religioso, persino del più primitivo; cfr. HUBERT e MAUSS, Mélanges d'histoire des religions, 39; LEVY-BRUHL, La mentalité primitive, 14. — Numa Pompilio fece costruire un tempio alla Fede; PLUTARCO, Vita di Numa, capitolo 21. 

[51] Octavius 18. — Pagani e cristiani avevano le stesse rappresentazioni del mondo; DODDS, Pagan and Christian in an age of anxiety; secondo le analisi di TURCAN, R.H.R., gennaio-marzo 1967, e di SCHEID, R.H.R., ottobre-dicembre 1982.

[52] GIUSTINO, 1 Apologia 21-22.

[53] Sozomene, Teodoreto, Niceforo, Teofane Socrate, Rufino, — Il Serapeo contava, si dice, 200000 volumi. Esso fu distrutto dai cristiani nel 391.

[54] Scriptores Historiae Augustae, 224; citato da HAINCHELIN, Les origines de la religion, 203-204. 

[55] MERCIER, Le retour d'Apollon, 163-167.

[56] SAINTYVES, Deux mythes évangéliques..., 198-199.

[57] Cfr. A. BOULANGER, Orphée, 147-148. 

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