martedì 27 settembre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOLa croce

 (segue da qui)

— V —

La croce

La signora Van Buren ha mostrato che certi oggetti sacri «precedono la forma storica della divinità», tra i quali la croce. [121] Così, nella volta di Pached, la dea Hathor ha dietro di sé una croce ansata e ne tiene un'altra con una figura osiriana. [122]

Questo processo di umanizzazione condusse a rappresentare Chrêstos che emerge da emblemi cruciformi e da altre figure geometriche: disco, ruota, monogramma, ottagono. Uno zaffiro conservato al British Museum reca il monogramma sovrapposto al tau, «che è uno dei tipi più antichi». [123] Gli affreschi delle Catacombe mostrano monogrammi e croci ornate di fiori, una croce latina tra due pecore, l'Agnello nimbato con un monogramma in una croce ansata, ecc. [124]

Motivi di questo tipo si ritrovano in tutte le epoche. Al contrario le scene attinte dal Nuovo Testamento sono tardive. Prima del VII° secolo si possono vedere solo croci nude e altre figure che spesso incorniciano un dio pagano. La cripta di Callisto presenta Orfeo in un ottagono inscritto in un doppio cerchio; da esso si irradiano le braccia di una croce di Sant'Andrea. La cappella dei sacramenti A 2 mostra il Buon Pastore in un disco le cui aree esterne sono sovrapposte da una croce ornata di ghirlande. Soggetti simili si riscontrano nelle cappelle A 3, A 4 e in molte altre cripte. [125] È quindi evidente che una relazione mistica unisce il dio alla figura geometrica che gli è regolarmente associata.


La transizione letteraria tra gli elementi cosmici e le divinità dalla forma umana si trova in Esiodo e Ovidio. Minucio Felice presenta quello della croce nel suo discorso ai Romani: «Voi che consacrate degli dèi di legno, forse potreste adorare delle croci di legno come parti dei vostri dèi (ut deorum vestrorum partes). Infatti le vostre insegne, le vostre bandiere e gli stendardi che altro sono se non delle croci dorate e ornate? I vostri trofei di vittoria non riproducono soltanto la forma di una semplice croce, ma imitano anche quella di un uomo crocifisso (verum et adfixi hominis imitantur)»; Octavius 29:6-7. [126]

In certi testi cristiani si trova un legno vivente. L'epistola di Barnaba annuncia che «il legno sarà steso e risorgerà»; il vangelo di Pietro mostra la croce che esce dal sepolcro e risponde a Dio al posto del Figlio; essa cammina e segue il Cristo. Sembra quindi che in alcune sette la croce abbia conservato la sua autonomia rispetto al dio che aveva contribuito a formare.


La croce di Ermes si ergeva agli incroci; i cristiani hanno continuato questa pratica. Come i pagani, essi hanno associato il segno celeste all'acqua. Numerose liturgie orientali menzionano l'immersione della croce. A Mingrelia [127] la folla si recava al fiume vicino; il sacerdote vi immergeva una croce e aspergeva i presenti.

Il «Mistero del legno nell'acqua» era conosciuto dai Basilidiani. L'Itinerario di Antonio da Piacenza precisa che una croce era piantata nel punto in cui Giovanni avrebbe battezzato Gesù. Ma quella tradizione è solo la sopravvivenza di un culto precedente. I discepoli di Basilide, in effetti, celebravano la cerimonia al momento dell'Epifania. Ma questo era il giorno della nascita del sole secondo il loro calendario: l'innalzamento di una croce segnava la potenza del dio risorgente e la sua azione fecondatrice sulle acque.

D'altronde, ben prima del cristianesimo, l'unione dell'acqua e della croce era rituale. Le coppe elamiche presentano corsi d'acqua che escono da uno stagno simboleggiato da una croce uncinata o da croce di Malta. [128] Un bassorilievo del tempio di Philae mostra due figure con teste di uccelli. Ognuno di essi regge sopra un miste un vaso da cui fuoriesce un getto d'acqua. I due getti si incrociano e si trasformano in un flusso di croci ansate che discendono fino a terra: «Vero battesimo di croce», dichiara l'abate Ansault. [129]

Allo stesso modo, il dipinto che decora l'interno di un sarcofago egizio conservato al Museo del Louvre, e che si può datare alla 18° dinastia (tra il 1550 e il 1350 A.E.C.), rappresenta due figure, di cui una è Anubi, il dio dalla testa di sciacallo. Tengono ciascuna un vaso di cui versano il contenuto sulla testa del faraone posto tra loro. Due file di croci ansate fuoriescono dai vasi e affiancano il principe, del quale assicurano l'immortalità. [130]

È quindi certo che il paganesimo antico associasse e identificasse il simbolo geometrico con l'elemento liquido. Quando, secoli più tardi, il cristianesimo avrà fatto della croce un patibolo, manterrà in certe formule anacronistiche l'unione e la confusione dell'acqua e della croce come principi della salvezza. [131]

NOTE

[121] VAN BUREN, Symbols of the gods in Mespotomian arts; secondo ELIADE, R.H.R., luglio-dicembre, 1948, pag. 223-4; Traité..., 374.

[122] BOULANGER R., o.c., 80.

[123] LECLERCQ, Manuel..., volume 2, 283.

[124] G. ORY riproduce due amuleti di Cipro, tipiche del dio-croce (2000-3000 anni A.E.C.); L'évolution du symbolisme de la croix, C.R. n° 100, 1977, pag. 38.

[125] LECLERCQ, o.c., volume 2, 546 s.

[126] Stessa idea in Giustino (Apologia 55:6-7) che trascura la redenzione paolina per interessarsi alla croce universale e onnipotente; v. JOLY, Christianisme et philosophie, 125.

[127] A sud-ovest del Caucaso, sul mar Nero.

[128] R. BOULANGER, o.c., 80.

[129] LAJARD, Observations sur l'origine et la signification du symbole appelé crois ansée; Acad. des inscriptions, volume 17; v. ANSAULT, o.c., 97-98.

[130] Riprod. a colori sulla copertina dell'opera di TERRY WHITE, Les grandes découvertes de l'Archéologie.

[131] Romani 6:3-6, ecc.; v. supra, I° parte, capitolo 2, § 1-2. 

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