mercoledì 7 settembre 2022

IL CRISTIANESIMO AVANTI CRISTOIl culto dell'acqua tra gli ebrei e nelle sette battiste

(segue da qui)

— III —

Il culto dell'acqua tra gli ebrei e nelle sette battiste

Dopo la conquista di Canaan, le tribù ebraiche adottarono le osservanze religiose e i luoghi sacri dei vinti, alti luoghi e alberi verdeggianti; Deuteronomio 12:2; Samuele 1:9-12. Jahvé fu un Baal della fertilità fino all'VIII° secolo prima della nostra era e si confuse talvolta con Hadad. Ebbe Asherah come paredra.

Israele aveva conservato dai mesopotamici la credenza in Apsu, che chiamavano Tehom; egli conobbe il culto del toro e del serpente, la prostituzione sacra e i sacrifici umani. Il re Salomone sacrifica ad Astarte; 2 Re 23:13.

L'esposizione di Mosè sul Nilo è in relazione coi riti d'acqua; allo stesso modo del mito di Giona, che emerge dal sincretismo giudeo-pagano: i marinai che gettarono la loro vittima in mare non erano ebrei; Giona 1.

Allusioni all'aspersione d'acqua pura figurano in Ezechiele 36:25, Zaccaria 13:1; un battesimo accompagnava la circoncisione dei proseliti e in numerose circostanze si praticavano le purificazioni ordinate da Levitico 14, Deuteronomio 21:4-6, Numeri 19:7-17, ecc.

Avere la pioggia nel tempo voluto fu l'eterna preoccupazione degli ebrei. Per ottenerla si versava l'acqua della fonte di Siloé davanti all'altare di Jahvé, nel Tempio. Secondo la Misnà, queste libagioni erano accompagnate da illuminazioni, da danze alla luce delle torce e dal suono delle trombe. La festa autunnale dei Tabernacoli, specialmente destinata a ottenere la pioggia, continuava gli antichi rituali siriani. [19]

Nel tempio di Gerusalemme, quasi fino alla fine della monarchia, vivevano prostitute sacre; esse tessevano abiti per le asherim, i pali che incarnavano Astarte. [20] Ma sin dall'Esilio, sotto l'influenza dei profeti, il culto divenne soprattutto monoteista. Jahvé non era più un dio della fertilità all'inizio della nostra era. [21]

Però quella evoluzione non arrestò l'invasione dei culti di Osiride, di Esmun, di Asclepio e di Serapide. Gli scavi a Bezatha (o Bethesda), sul sito della piscina Probatica, provano l'esistenza di un santuario pagano alle porte di Gerusalemme due secoli A.E.C. Esso durò fino alla presa di quella città da parte di Tito nel settembre del 70. [22

È quindi infinitamente probabile che gli ebrei della Diaspora continuassero a praticare riti di fertilità simili a quelli delle popolazioni pagane nel seno delle quali vivevano. Da qui la possibilità per questo giudaismo eterodosso di suscitare un dio che attingesse allo stesso tempo sia dallo jahvismo sia dalle religioni di salvezza.


Le sette che gravitavano attorno al giudaismo riservavano un ampio spazio al culto dell'acqua: emerobattisti, sabei, elcasaiti, masbotei, dositei, esseni, battisti, mandei. Le ultime tre tratterranno la nostra attenzione.

a) Gli esseni praticavano un bagno solenne al quale i neofiti erano ammessi dopo un anno di attesa. [23] Questo era un atto importante; ma il rito esseno si ripeteva, mentre il battesimo cristiano era dato una volta per tutte.

Inoltre, gli esseni, per bagnarsi, si cingevano di panni o di teli. [24] Cristiani e cristiane, al contrario, si immergevano completamente nudi nelle acque battesimali. Tra gli esseni, il fuoco non illuminava l'acqua lustrale, il rito non provocava l'«entusiasmo» e non era legato alla morte di un dio. Per queste ragioni, che svilupperemo più oltre, è escluso che le cerimonie essene abbiano generato il sacramento cristiano.

b) Giovanni Battista, secondo la Sinossi, dava un bagno di «pentimento»; Matteo 3:6; Marco 1:4, Luca 3:3. Ma il suo rito simbolico non conosceva né il «fuoco» né lo «Spirito Santo»; Matteo 3:11; Marco 1:8; Luca 3:16. Il battesimo pare essere un culto triste e superato, come suggeriscono la conversione di Apollo (Atti 18:25-26) e una certa descrizione del Battezzatore (Matteo 11:11-12). Questo personaggio è completamente ignorato da Paolo, dall'Apocalisse e dall'epistola agli Ebrei. Secondo le Omelie clementine 2:23, egli era emerobattista. Il suo battesimo «quotidiano» non ha potuto provocare il rito unico e diversissimo dei cristiani: costoro conoscevano la fiamma che illuminava l'acqua battesimale e lo Spirito Santo dato con un soffio sul volto (Giovanni 20:22) o per imposizione delle mani (Atti 8:17; 19:6).

c) Il mandeismo sarebbe, secondo Loisy, una setta gnostica «di secondo ordine» proveniente soprattutto dal manicheismo e dai Kantei. Un cristianesimo tardivo lo avrebbe ispirato e gli avrebbe fornito il personaggio di Giovanni Battista. [25]

Scrivendo in reazione alla tesi di Lidzbarski e di Reitzenstein, per cui la religione cristiana deriva dal mandeismo, Loisy non ha distinto tra un mandeismo recente e antichissime tradizioni proprie della religione di Manda. Quelle che riguardano Giovanni Battista sono estranee al Nuovo Testamento; [26] quindi il personaggio non è attinto dai cristiani. Il Romanzo clementino precisa che i suoi seguaci lo consideravano un Cristo e che una setta che si richiamava a lui esisteva dopo la sua morte. [27] Si tratta quindi di un gruppo indipendente.

Se ne vedrà un'altra prova nel fatto che Paolo ignora completamente il Precursore, che è penetrato nel cristianesimo solo per annessione tardiva. Diverse altre considerazioni [28] collegano il mandeismo all'Iran e confutano la tesi di Loisy. Questo studioso pare meglio ispirato nel dire che i battesimi mandeo e cristiano «possono provenire da una fonte comune»; [29] ma non precisa come.

Il ruolo mortificante del battesimo mandeo è sopravvissuto in un testo cataro del XII° secolo: esso mostra in Gesù una vittima che doveva essere immolata. [30] Secondo le Liturgie, esistevano due tipi di battesimo: uno era ripetuto, l'altro dato una volta per tutte. Questo è quello che il dio Manda di Hayne conferisce a Giovanni, secondo la Ginza: «Se io pongo la mia mano su di te», gli dice il dio, tu ti separerai dal tuo corpo». Giovanni muore e si copre di sabbia il suo cadavere.

I riti mandei consistevano essenzialmente in un'immersione nell'acqua corrente e in due piccole cene relative: una si limitava a tre palmi d'acqua da bere, l'altra era una comunione d'acqua e pane. Segue un'unzione con olio accompagnata da tre segni tracciati sulla fronte. [31]

La cerimonia implicava anche, sembra, la piantagione di una pianta. Si trova in effetti nel Libro di Giovanni

«Io sono Miriai, una pianta di vite, 

un albero che si erge alla foce dell'Eufrate.

Quanto è bello l'albero della vita!»

E nelle Liturgie:

«Tuo Padre cosa ha fatto di te, o anima, 

il grande giorno in cui fossi affermata? [battezzata].

 Egli mi condusse al Giordano e mi piantò;

Mi fece montare sulla sua riva e mi eresse».

L'anima è quindi equiparata all'albero, creatura vivente, associata al battesimo e alla comunione.

Il mandeismo è parente prossimo del cristianesimo, ma non gli deve i suoi riti essenziali: immersione, segno tracciato con l'acqua, consumo d'acqua, incoronazione, imposizione delle mani, cena del pane e dell'acqua: «Si può [...] provare», dice K. Rudolph, «che certi tratti risalgono ad un'epoca anteriore a Gesù Cristo e hanno, in particolare, le loro radici nelle pratiche d'abluzione e di battesimo di Israeliti eretici (che si chiamano sette battiste)». [32]


Altri culti mostrano le relazioni che si stabiliva tra la divinità e vari simboli. La Discesa di Innina-Ishtar negli Inferi raccontava la morte della dea e la sua sospensione ad un palo per tre giorni. Nei Misteri di Osiride il dio era rappresentato da una colonna accanto a un braciere; l'officiante spegneva il fuoco, rompendo la colonna, poi gettava i carboni e i detriti nel lago sacro. [33] Al momento delle Feste della primavera, gli Egizi seppellivano l'effigie del dio; la sua bara recava la figura di una croce. [34] Nell'Ascensione di Isaia un angelo annuncia che il Principe di questo mondo ucciderà il Figlio di Dio e che lo sospenderà all'albero; 9:14.

Una gemma celebre del museo di Berlino rappresenta un personaggio crocifisso. Al di sopra della croce sono disposte una mezzaluna e sette stelle; un'iscrizione indica: Orphéos Bakkikos. Quella figura si ricollega quindi ad un culto pagano. Farla dipendere da una tradizione cristiana sarebbe infondato, secondo Eisler, perché i primi cristiani non mostravano il loro dio su un patibolo. Per lo meno, quella immagine non avrebbe interessato gli adoratori di Orfeo Bacchico se non fosse inquadrata con le loro credenze. 

In sintesi, il rito fondamentale dei culti idrici è l'immersione. «L'idea che lo ispira», dice giustamente S. Reinach, «non è quella di cancellare magicamente le macchie, altrimenti si troverebbero esempi di riti battesimali che consistono non solo nel lavare, ma anche nello strofinare vigorosamente il neofita. Come in tutti i riti di iniziazione [...] l'idea madre è quella della morte seguita da una rinascita: l'immersione è un simulacro di annegamento». [35]

Allo stesso modo in cui il dio agrario muore ogni anno, l'acqua lo metamorfizza o lo resuscita dandogli nuovo vigore, così l'adepto dei Misteri ricerca la scomparsa del «vecchio uomo» e crede che l'immersione lo identifichi alla divinità.

Ma a causa delle manifestazioni complesse della vita, questo rito senza dubbio non è mai esistito allo stato puro; esso fu associato ad altre attitudini cultuali. Le ritroveremo nel cristianesimo. 

NOTE

[19] DELCOR, Rites pour l'obtention de la pluie... R.H.R., ottobre-dicembre, 1970.

[20] FRAZER, Adonis, 12.

[21] JAMES, Mythes et rites dans le Proche-Orient ancien, 61, 66.

[22] DUPREZ, Jésus et les dieux guérisseurs, 57, 171.

[23] GIUSEPPE, Guerra giudaica 2:138.

[24] GIUSEPPE, Guerra giudaica 2:129, 161. — Gli elcasaiti entravano nell'acqua tutti vestiti; IPPOLITO, Philos., 9:16.

[25] LOISY, Le mandéisme et les origines chrétiennes, passim. — È il contrario ad essere vero. Giovanni Battista proviene da una setta battista dove egli figurava come Logos e Salvatore. Egli fu in seguito accaparrato dai cristiani che attribuirono a Gesù ciò che essi credevano di Giovanni; cfr. il Prologo di Giovanni 1:1-18 e l'importante studio di DUVERNOY, Le prologue de l'Evangile selon Saint Jean, C.R. 138, gennaio-febbraio 1985, pag. 26 s.

[26] CULLMANN, Le problème littéraire et historique..., 180.

[27] CULLMANN, ibid., 181.

[28] WIDENGREN, Les religions de l'Iran, 327 s; RUDOLPH, o.c., 518.

[29] LOISY, o.c., 120.

[30] STAHL, Les mandéens et les origines chrétiennes, 159.

[31] WIDENGREN nota una «corrispondenza perfetta» tra l'eucarestia gnostica mandea e quella dei cristiani di Siria; v. Paganisme, judaïsme..., 356.

[32] RUDOLPH, La religion mandéenne, in Histoire des rel. 2, 507.

[33] SAINTE FARE GARNOT, loc. c., 180.

[34] JAMES, La religion préhistorique, 205-6; Mythes et rites..., 49.

[35] REINACH, Le culte de Halae et le druidisme, in Cultes, mythes et religions, volume 5, 191-2. — Nella sua copiosa e convenzionale opera su Le mouvement baptiste..., THOMAS rimprovera a LEIPOLDT di attribuire ai bagni dei Misteri un valore sacramentale che metterebbe il miste in relazione con il suo dio. THOMAS vuole senza dubbio isolare il cristianesimo dalle influenze straniere, ma il suo pregiudizio è evidente; o.c., 319 e s. D'altra parte egli pensa che se «il cristianesimo ha ripudiato i bagni, esso ha custodito solo un battesimo non ripetibile e senza valore cultuale»; ibid., 143. Ma in realtà il battesimo è il rito essenziale della religione nascente; v. infra, capitolo 2. L'autore dice ancora che tralasciando i sacrifici cruenti, il cristianesimo «non ha però pensato di sostituirli né con i bagni, né col suo battesimo»; ibid., 414. — Il Romanzo clementino precisa al contrario che il ruolo del Cristo è di aver sostituito i sacrifici col battesimo; Ritrovamenti 1:48. 

Nessun commento: