lunedì 14 marzo 2022

GRANDEZZA E DECADENZA DELLA CRITICAPRIME OBIEZIONI ALLE TESI ESTREMISTE

 (segue da qui)

II

PRIME OBIEZIONI ALLE 

TESI ESTREMISTE

L'oggetto di questo libro, abbiamo detto, non è solo di stabilire contro le tesi estremiste l'autenticità delle parti essenziali delle epistole, ma di mettere sotto processo i metodi critici generalmente seguiti in queste tesi. Si trova, in effetti, che tutte queste tesi, trascurando quasi interamente gli altri metodi di indagine critica (e persino, per ciò che concerne l'abate Turmel, il metodo filologico), sono principalmente basati su ciò che si chiama la «critica interna». Benché noi dobbiamo discutere specialmente di quest'ultima nel seguente capitolo, precisiamo già qui, per fissare le idee dei nostri lettori non specialisti, in cosa consiste. Con o senza il concorso della filologia, la «critica interna» ha per oggetto l'analisi dei testi presi in sé stessi, al fine di dissociarvi gli elementi che vi sono contenuti e di ricercare come questi elementi possano essere attribuiti a tale e tale periodo, a tale e tale ambiente, a tale e tale scrittore, — ciò in opposizione alla «critica esterna» la quale, tutt'al contrario, è basata sulle relazioni che questi testi presentano con i documenti di ogni natura che sono loro estranei, e in opposizione soprattutto ai nuovi metodi emersi dalla storia comparativa e sociologica delle religioni. 

Non sarà quindi necessario impegnarsi nell'interminabile e tediosa discussione di ciascuna delle analisi di van Manen, del signor Gordon Rylands o dell'abate Turmel. In questa prima parte, noi spiegheremo sommariamente alcune delle confutazioni che la critica esterna oppone alle tesi estremiste e, con ciò stesso, ai metodi da cui procedono, che studieremo in sé stessi nella seconda parte di questo libro. 

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